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BOMBE CARTA E MOLOTOV, LA RIVOLTA DI CHIAIANO

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Armando Petretta e Alfonso Pirozzi

(ansa.it) NAPOLI – Feriti da una parte e dall’altra, bombe carta e bastoni contro la polizia che ha risposto caricando, tre molotov e tre bottiglie con acqua e benzina pronte all’uso trovate a terra. Scene da guerra civile e invece siamo a Chiaiano, periferia di Napoli, una delle dieci località previste dal decreto del governo pubblicato oggi in Gazzetta Ufficiale come sede di discarica. Il giorno dopo gli scontri il copione non è diverso: la tregua dura lo spazio di una notte e basta un pretesto per far scoppiare la scintilla. E’ il tentativo da parte di alcuni tecnici dell’Anm di rimuovere il bus messo ieri di traverso lungo la carreggiata della strada che da Marano conduce alla discarica di Chiaiano a far inasprire gli animi. I manifestanti cercano di impedirne la rimozione e la polizia risponde con una carica. Contro gli agenti i ribelli lanciano bastoni e contenitori, ma anche petardi e grosse pietre. Una molotov viene lanciata sotto l’autobus, altre tre ritrovate a terra.

Nel parapiglia che segue un ragazzo cade da un parapetto, precipitando da un’altezza di circa cinque-sei metri: le sue condizioni appaiono serie, ha il volto insanguinato, e la gente temendo il peggio grida alla polizia ‘Assassini Assassini’. Le forze dell’ordine parlano di caduta accidentale e avvenuta lontano dai luoghi degli scontri. Al giovane saranno riscontrate diverse diverse fratture. Dai manifestanti parte un nuovo lancio di bombe carta verso le forze dell’ordine in assetto antisommossa che non reagiscono e indietreggiano. Altri due manifestanti rimangono lievemente feriti cadendo. Dall’altra parte un agente del Reparto Mobile della Questura di Napoli rimane ustionato in seguito al lancio di una bottiglia molotov. Contuso un funzionario di polizia. Dimessi, invece, il ragazzo di 12 anni e l’anziana di 84 vittime degli scontri di ieri sera: stanno bene. Sempre per i tumulti della sera prima vengono concessi gli arresti domiciliari alle tre persone fermate con l’accusa di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale: a loro non si applicano, perché non ancora in vigore al momento dei fatti, le nuove e più severe pene per chi ostacola in modo violento la realizzazione delle discariche. Nel pomeriggio scatta la tregua: si apprende che il sottosegretario Guido Bertolaso incontrerà a partire da domani le autorità locali dei comuni dove dovranno essere realizzate le discariche, e tra gli altri il presidente della municipalità di Chiaiano. Arrivano sul posto anche diversi politici, tra questi Alessandra Mussolini che chiama il capo della polizia Manganelli e solidarizza con la gente del quartiere cui annuncia come prossima la liberazione dei tre fermati. Ma la tensione resta alta e una barriera con cassonetti della nettezza urbana viene posta da alcuni manifestanti lungo la strada che porta alla discarica. Intorno ai cassonetti, che sono stati elettrosaldati tra di loro, i manifestanti hanno steso decine di metri di catene e di filo spinato. Tecniche da strategia militare come fa capire il pm Mario Di Iorio nel corso dell’udienza di convalida dei tre arresti eseguiti ieri sera dalla polizia: "E’ stata una vera e propria guerriglia – dice – che ha coinvolto la popolazione residente e le forze dell’ordine". Unite le istituzioni locali nel condannare la protesta. Se per il governatore campano Antonio Bassolino "E’ sbagliato cercare di impedire le verifiche tecniche per il sito di Chiaiano" per il sindaco Iervolino "alle leggi si ubbidisce e basta" anche se – dice rivolgendosi al capo della polizia – "non vogliamo che Napoli diventi una nuova Genova". In serata il corteo, in prima fila c"e anche una bimba ferita al braccio negli scontri di ieri sera: per tutti e cinquemila il grido di battaglia è uno solo: ‘Resistenza, resistenza”.

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