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Referendum, con nuovo quorum via libera e stop a trivelle, caccia e pesticidi

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di Andrea Gagliardi e Andrea Marini


Un’Italia senza caccia, trivelle nei mari e pesticidi in agricoltura. E con un sistema elettorale maggioritario all’americana. L’emendamento del Pd di Stefano Ceccanti che sarà inserito nella riforma sul referendum propositivo cambia anche il referendum abrogativo, introducendo un nuovo quorum. Una novità che se fosse stata in vigore in passato avrebbe visto approvati 5 referendum abrogativi (i due sulla caccia, quello sui fitofarmaci, quello sulle trivelle e sull’abolizione del proporzionale) su 28 falliti per mancanza del quorum del 50%. L’emendamento Ceccanti stabilisce che il referendum, sia abrogativo che propositivo, è valido se i “sì” sono superiori ai “no” e se sono “superiori a un quarto degli aventi diritto al voto”.

Il nuovo quorum approvativo
Visto che il corpo elettorale è composto da circa 50 milioni di cittadini, i referendum per essere validi dovranno avere almeno 12,5 milioni di sì, purché questi superino i no. Questo si è verificato nel passato in 5 circostanze in cui, nei referendum abrogativi, i sì sono stati la larghissima maggioranza, ma il referendum è risultato non valido perché a partecipare furono meno della metà degli aventi diritto.

Ok a stop trivelle, proporzionale, caccia e pesticidi
Il caso più recente è stato il referendum sulle trivelle del 17 aprile 2016: i sì furono 13.334.607, pari all’85% dei votanti, ma si recarono alle urne solo 15 milioni di elettori. Un altro caso analogo è stato il referendum del 1999 che abrogava dall’allora legge elettorale (il Mattarellum) il recupero proporzionale del 25%, rendendola del tutto maggioritaria: i sì ammontarono addirittura a 21.161.866 pari al 91,52%, ma il quorum partecipativo fu mancato per un soffio (si recarono a votare il 49,58% degli elettori) e la consultazione risultò nulla. Anche i due referendum sulla caccia promossi dai Radicali nel 1990 sarebbero risultati approvati: i sì furono 17.790.070 pari al 92,20% degli elettori, ma ai seggi si recò il 43% degli elettori. Sarebbe passato anche il referendum del 1990 sull’uso dei pesticidi. I sì furono 18.287.687 pari al 93,5%ma votò solo il 43,1% degli aventi diritto.

Falliti tutti gli altri referendum
Sarebbero invece falliti anche con le nuove regole tutti gli altri referendum abrogativi indetti, come quello della legge sulla procreazione assistita, anch’esso nullo perché partecipò meno della metà degli elettori: infatti se è vero che i sì furono l’88%, è altrettanto vero che essi in tutto ammontarono a 10.743.710, meno del 25% del corpo elettorale.

Fonte Link: ilsole24ore.com

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