Abbattimenti di caprioli
Italia Nostra, LAC, LAV, Legambiente Viterbo, LIPU Viterbo, Promontibus, WWF Viterbo.
Abbattimenti di caprioli: le associazioni non demordono
"Non lasceremo cadere la cosa. E’ una questione di principio: la fauna selvatica è patrimonio dell’intera collettività e come tale va salvaguardata".
Così sostengono le associazioni ambientaliste – Italia Nostra, LAC, LAV, Legambiente, LIPU, Promontibus, WWF – che già da giugno scorso hanno sollevato obiezioni di sostanza e tecniche in merito alla decisione assunta in seno alla Provincia di Viterbo di destinare oltre trecento caprioli dell’alto viterbese alla caccia.
"Ci troviamo di fronte alla solita scusa dell’esubero di animali per concedere preaperture o postaperture venatorie. Sino ad ora siamo riusciti, coinvolgendo la Regione e l’Istituto Nazionale Fauna Selvatica (ora ISPRA), ad ottenere solo il ridimensionamento del numero di caprioli da uccidere. Il parere INFS, infatti, ha sostenuto come gli studi pregressi a tale decisione siano da ritenersi insufficienti a garantire la piena scientificità dell’operazione e, pertanto, pur non potendo vietare l’intervento, ha suggerito all’Ente di escludere dalle aree di abbattimento quelle in cui i conteggi non sono stati effettuati secondo idonei criteri faunistici dimezzando il numero dei caprioli destinato ai cacciatori".
Le associazioni ambientaliste, però, non si ritengono soddisfatte e sotto accusa ora mettono le scelte politiche di gestione faunistica messe in atto anche in questa occasione dalla Provincia: "Non condividiamo la scelta di affidare lo studio di fattibilità degli abbattimenti a tecnici e ricercatori i cui nomi compaiono anche negli elenchi dei cacciatori abilitati agli abbattimenti. Evidentemente il committente, il pianificatore e l’esecutore non possono essere la stessa persona, ciò non risponde a criteri né di trasparenza né di correttezza".
Le associazioni aggiungono che "la fauna è anche per legge un bene collettivo, così facendo la Provincia l’ha invece privatizzata assegnando nominativamente a singole persone la possibilità di goderne".
Sulle ragioni degli abbattimenti argomentate dai tecnici e dalla Provincia gli ecologisti ribattono: "Quand’anche risultasse realmente sbilanciato il numero di ungulati tanto da determinare gravi scompensi ecologici all’ecosistema – su cui nutriamo seri dubbi -, prima di cedere in saldo animali di grande valenza ecologica e turistica, l’Ente responsabile della gestione territoriale dovrebbe anzitutto ricorrere a tutti gli interventi incruenti possibili di riequilibrio prima di cedere con leggerezza ai fucili. Al giorno d’oggi è diffusamente risaputo ed è facilmente verificabile quanto la gestione faunistica intesa come gestione venatoria non abbia prodotto alcun beneficio alla salvaguardia della fauna, determinandone, semmai, l’impoverimento non solo numerico ma anche lo svilimento genetico".
"Per ora i nostri uffici legali hanno diffidato la Provincia ad esibire gli atti richiesti ormai da tempo ed è nostra intenzione – proseguono gli ambientalisti – impedire la prosecuzione del piano di abbattimento agendo anche in collaborazione con l’Assessorato all’Ambiente della Regione Lazio, unico soggetto pubblico per ora fermamente contrario a tale intervento. Abbiamo dato mandato agli uffici legali di verificare la fattibilità di ricorsi alle normative nazionali e internazionali qualora si evidenziassero aspetti irregolari nelle procedure adottate. Non permetteremo che la fauna selvatica del viterbese sia usata merce di scambio assoggettata ad interessi particolari".
Italia Nostra, LAC, LAV, Legambiente, LIPU, Promontibus, WWF