Strage continua al rifugio Nove Pani di Bagnaia
I cani uccisi sono arrivati a quota cinquanta
(IL MESSAGGERO) Bagnaia (VT) – Strage continua al rifugio Nove Pani di Bagnaia, dove i cani uccisi sono arrivati a quota cinquanta. Negli ultimi giorni c’è stata una nuova recrudescenza e i volontari che si occupano del canile hanno avuto la sgradita sopresa di trovare altre sei bestie senza vita.
Un numero troppo elevato perchè passi sotto silenzio. La procura viterbese sta indagando ormai da tempo sulla tristissima vicenda, senza che per il momento si sia arrivati a identificare il folle che continua imperterrito ad ammazzare animali in modo atroce. Dolori strazianti, emorragie, morte per soffocamento portata da veleni letali eppure facilmente reperibili in commercio come il metaldeide (serve ai coltivatori per combattere le invasioni di lumache), o il fosfuro di zinco che si usa per i topo ed è mortale anche in piccole quantità. Li hanno individuati i sanitari dell’istituto zooprofilattico di Viterbo dove sono state portate le carogne dei cani.
Paolo Costantini, veterinario, è il presidente di "Amici animali", l’associazione di volontariato che si occupa del canile Novepani e si interroga sui motivi di questi avvelenamenti arrivati a livelli eccessivi. «E’ difficile capire una mentalità del genere – afferma con voce disarmata – ma di sicuro si tratta di una persona squilibrata. E se si arriverà a dimostrare che è un operatore del canile, mi chiedo perché lo faccia. Per screditare la nostra associazione? Ormai non ha senso, dal momento che abbiamo denunciato i fatti in Procura. L’unica cosa che posso pensare è che ci siano sotto grossi interessi economici. La Procura, che ha sentito alcuni lavoratori del canile, ancora non mi ha convocato per ascoltarmi,ma spero che lo faccia presto perché credo che sia doveroso dare la nostra versione dei fatti alle autorità».
Sui tempi lunghi dell’inchiesta, il veterinario riconosce le difficoltà incontrate dagli investigatori: «Metaldeide e fosfuro di zinco non sono così difficili da reperire e uno può anche evitare di andare personalmente ad acquistarli chiedendo magari a un amico di farlo al suo posto. Quindi, come scoprire chi sparge questi bocconi? Telecamere, appostamenti nelle vicinanze del canile o sulla strada che, però, è comunale non privata e quindi frequentata? Non è facile». E il folle avvelenatore lo sa e continua a uccidere.
Ma in procura il pm Paola Conti, che si occupa dell’inchiesta, mostra un cauto ottimismo. «Le indagini sono a buon punto – afferma – e stiamo seguendo una pista. La speranza è che ci porti a individuare il responsabile in tempi relativamente brevi». Abi M.
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Non si ferma la strage al canile di Bagnaia, dove i cani uccisi sono arrivati a quota cinquanta. Negli ultimi giorni c’è stata una nuova recrudescenza e i volontari che si occupano della struttura hanno avuto la sgradita sopresa di trovare altre sei bestie senza vita. Paolo Costantini, veterinario e presidente di "Amici animali", l’associazione che si occupa del canile, si interroga sui motivi di questi avvelenamenti. Il pm Paola Conti, che si occupa dell’inchiesta, mostra un cauto ottimismo. «Le indagini sono a buon punto – afferma – e stiamo seguendo una pista precisa».
31 OTTOBRE 2008