BAILADOR: Volontarie iscritte nel registro degli indagati
Volontarie iscritte nel registro degli indagati perché hanno tentato di salvare un cane. Animaliste trattenute come criminali. “Ci hanno condotte in Questura con l’inganno. Lì abbiamo scoperto di essere indagate per interruzione di pubblico servizio. Io tenevo in braccio un cucciolo che doveva fare pipì, mi hanno impedito di uscire, trattenendomi fisicamente, come se fossi un boss mafioso. Vogliono intimorirci”. A denunciare i fatti Danila Novelli, attivista catanese per i diritti degli animali.
Storie di ordinaria follia. La situazione a Catania è ormai diventata insostenibile. Come denunciato già nel servizio del 4 luglio diwww.animebastarde.it, la condizione degli animali catanesi è al limite. I cani che dovevano essere curati dai veterinari Asp
“Qui i cuccioli vengono uccisi a sassate o dati in pasto ai pitbull utilizzati nei combattimenti clandestini – racconta la volontaria Angela Marletta – Qui gli animali esistono solo per essere ammazzati. Vengono trucidati sotto gli occhi di tutti, ma non gliene frega niente a nessuno”.
Criminalità, delitti efferati che si compiono ogni giorno alla luce del sole. Nessuno muove un dito per ripristinare la legalità e proteggere il diritto fondamentale alla vita. Perché, che piaccia o no, vivere e vivere dignitosamente non è prerogativa ad esclusivo appannaggio degli esseri umani. Ma evidentemente le logiche che regolano Catania – come troppe zone d’Italia – non sono quelle ideali.
“La nostra è una zona franca – continua la volontaria Angela -, chiunque, dai ragazzini agli adulti malavitosi, passando per i ‘buoni padri di famiglia’, fa i propri porci comodi. Quando va bene, ci impediscono di sfamare i randagi, gatti compresi. Nel novanta per cento dei casi, invece, gli animali li ammazzano per strada, così come se niente fosse, perché non c’è nessuno interessato a fermarli”.
Catania come una zona di guerra, una guerra crudele che viene combattuta senza esclusione di colpi. L’importante è eliminare quanti più animali possibile e fermare gli animalisti.
Cronache da Catania. “Noi abbiamo paura – dichiara un’altra volontaria, Nunzia Raineri – Quando la sera usciamo da casa per continuare il giro delle colonie feline e delle zone in cui stazionano i randagi, siamo terrorizzate, perché la gente ci minaccia. Non vogliono che ci prendiamo cura degli animali, allora cercano di intimorirci. Noi non ce la facciamo più. A Catania gli animalisti si contano sulle dita di una mano e dalla nostra non ci sono nemmeno le Autorità”.
Come agnelli tra i lupi. Minacciate, perseguitate. Animali trucidati. Quel che è certo è che al peggio non c’è mai fine. Ora le presidenti delle associazioni locali sono anche indagate.
Nessuno interviene. Il racconto drammatico della segretaria di “Glialtri” e rappresentante dell’Anta (Associazione nazionale tutela animali), Danila Novelli: “Venerdì 5 luglio 2013 mi chiamano per andare a vedere dei cani molto malati che si trovavano in via Poulet (la strada dei quattro cani ammazzati nella notte a cavallo tra il 30 giugno e l’1 luglio), vado e trovo l’inferno. L’indomani mi reco al Comune, presento una richiesta per ottenere che i cani vengano curati e sterilizzati. Mi autorizzano. Parlo con quelli dell’Asp, il dottore *** mi dice che loro non possono recarsi sul posto, che conoscono già la condizione di quei cani e di portarglieli due al giorno in modo tale da poterli curare. Contestualmente gli mando l’autorizzazione avuta dal Comune. Il Municipio ora mi dice che non possono autorizzare l’intervento dell’associazione convenzionata per questo genere di interventi, per questioni economiche, e che avrebbe fatto intervenire un impiegato comunale munito di furgone per il trasporto degli animali. Contatto l’impiegato in questione e questi mi risponde di non avere la minima intenzione di fornire il servizio”.
Ma non è una novità. Per l’ennesima volta, al recupero dei cani ci deve pensare la presidente dell’associazione Glialtri, Elisabetta Novelli che dichiara: “Dato che ho già preso le ferie dal lavoro per occuparmi dei cani, accorro. Già un paio di giorni prima ne avevo portato uno all’Asp, esono stata anche costretta a comprare i farmaci per le cure, dato che l’Ente dice di non avere fondi. Tornando a ieri (8 luglio, ndr), alle ore 10.30 mi presento all’Asp con dei cani che mi sono stati affidati dal Comune di Catania e altri di via Poulet, tra i quali anche una femmina microchippata a nome del Comune, che a causa di gravi problemi a una zampa dolorante e piena di pus, da due anni è costretta a camminare a mo’ tripode”.
Danila ed Elisabetta Novelli sono insieme. Sole a battersi per far curare i cani. Ma i problemi veri stanno per arrivare.
Un veterinario che non interviene. “L’Asp non sottopone la cagnetta con la zampa fuori uso alla visita veterinaria – dichiara Danila Novelli –, allora telefono al dottor *** della Regione Sicilia e gli racconto cosa sta accadendo. Lui mi dice che avrebbe risolto il tutto, di aspettare perché sarebbe arrivato un veterinario. Arriva il dottor ***, ma questi mi dice che non può intervenire senza preavviso, anche se questa situazione era già stata discussa un mese prima e nessuno aveva preso provvedimenti. Il dottore in questione aveva già incontrato il tutor dei cani di via Poulet e l’Asp si era già recata sul posto anche in occasione della recente morte per avvelenamento dei quattro cani della zona. Aspettiamo per ben cinque ore sul posto – intanto sopraggiungono anche le volontarie Angela Marletta e Nunzia Raineri – Data l’urgenza, e stanche di aspettare, chiediamo aiuto al 113. La polizia ci risponde che visto che abbiamo già preso accordi con la Regione, loro non sarebbero intervenuti. Dopo un po’ invece arrivano. Parlano da soli con il dottore su citato, poi ci chiedono informazioni circa gli interventi che le autorità competenti hanno predisposto. Io li ringrazio per l’interessamento, al che loro aggiungono chesarebbe meglio andare in Questura per fare una dichiarazione su quanto accaduto, in modo tale da fare intervenire le Autorità e denunciare l’inadempienza”.
Come ti indago le animaliste. Le Novelli raggiungono la Questura, le attiviste sono convinte che, per la prima volta nella storia, chi non ha ottemperato ai propri obblighi verrà perseguito. Accade l’esatto contrario.
“Noi non andiamo in Questura – dichiarano le volontarie Angela Marletta e Nunzia Raineri –, perché chi di competenza ci dice di dover discutere solo con le presidenti delle associazioni”.
“Quelli della Questura si consultano – spiega Danila Novelli – Poi portano me ed Elisabetta in un ufficio. Lì scopriamo di essere state attratte sul posto con l’inganno, non vogliono aiutarci, ma ci informano che siamo indagate con l’accusa di interruzione di pubblico servizio e millantato credito. Chiedo spiegazioni, mi viene risposto solo che oggi (9 luglio, ndr) sarà ascoltato anche il dottor ***, quello che precedentemente aveva dichiarato di non poter intervenire senza preavviso. Mi sento impazzire. Io tenevo in braccio un cucciolo che doveva fare pipì, me lo aveva appena consegnato il Comune,chiedo di uscire, ma mi trattengono fisicamente. In Questura mi hanno trattata come fossi un boss mafioso”.
Danila ed Elisabetta Novelli vengono indagate per i reati relativi agli articoli 340-346 del codice penale. Articolo 340: reato di interruzione del pubblico servizio, punito con la reclusione da uno a cinque anni. Articolo 346: reato di millantato credito punito con la reclusione da due a sei anni, più un’ammenda pecuniaria.
Sole contro tutti. Danila ed Elisabetta Novelli, due attiviste che insieme alle compagne hanno chiesto solo che gli organi preposti salvassero una cagnetta con la zampa in putrefazione. Danila ed Elisabetta Novelli, due animaliste improvvisamente trattate alla stregua di criminali, nemiche del bene comune.
Ma cosa sta accadendo a Catania? Cosa deve accadere ancora perché il popolo animalista italiano decida di muoversi per dare ausilio alle compagne catanesi? Forse non bastano i cadaveri dei cani e dei gatti che vengono ammazzati ogni giorno. Forse non bastano nemmeno le azioni persecutorie che le volontarie subiscono.