il tragico Palio di Sant’Anselmo, muore il cavallo Quintana
margherita d’Amico
E’ morto all’ultimo giro del Palio di Sant’Anselmo, in località Fossatello a Bomarzo (provincia di Viterbo), infilzato dalla staccionata, su cui si è schiantato durante una curva a gomito. Si è conclusa così, sabato 25 aprile, con una serie di convulsioni sempre più flebili intanto che i soccorsi si concentravano sui due fantini coinvolti nell’incidente, la vita del cavallo Quintana: l’ennesima vittima delle feste tradizionali che coinvolgono gli animali. Benché queste ultime non risparmino alcuna specie – oche, maiali, buoi, asini, colombi e tanti altri esemplari a volte persino malmenati o abbattuti di proposito – i cavalli rimangono i principali protagonisti di obsoleti palii, giostre, quintane che ancora si svolgono in deroga alla 189/04, la legge nazionale che punisce maltrattamenti e uccisione di animali.
Nel caso viterbese, quella che la Proloco di Bomarzo ha definito alla stampa locale “una sfortunata fatalità” mentre si decideva di non assegnare il premio, è stata subito attribuita all’inesperienza del fantino Alessio Giannetti, ventun anni, entrato precipitosamente in una curva travolgendo il collega Federico Guglielmi e il suo cavallo, che non riportava particolari lesioni. I due uomini venivano trasportati in ospedale con alcuni traumi e piccole fratture, che i notiziari dei giorni successivi definivano non gravi.
A mettere in dubbio la ricostruzione, richiedendo con un esposto l’intervento dei Nas – che il giorno seguente effettuavano un sopralluogo – è IHP-Italian horse protection onlus: “Osservando il video dell’incidente si nota chiaramente che non è stato il fantino a imporre al cavallo una chiusura anticipata e troppo stretta della curva. Al contrario, è evidente che il fantino tira la redine esterna, girando anche il collo del cavallo verso sinistra, nel tentativo di fargli allargare la traiettoria” sottolinea il presidente Sonny Richichi. “Ciò nonostante, Quintana si dirige violentemente contro il colonnino: la sua mancata risposta non potrebbe dunque derivare da un problema presistente all’impatto, come ad esempio una emorragia polmonare o un problema agli arti?”
Altre obiezioni si appuntano sulla natura stessa del terreno di gara, che al punto dell’impatto propone una curva che, a giudicare dal video della corsa, sembra quasi formare un angolo a 90 gradi: “Vorremmo sapere chi e in base a quali argomentazioni ha dato il nulla osta per quella pista, giacché dalla sua stessa conformazione, in quel tratto, appare molto probabile il rischio di un impatto” prosegue Richichi. “E poi, sono stati valutati tutti i rischi, e certificate a norma le barriere protettive, così come prevede l’Ordinanza 9/9/2013 del Ministero della Salute? “ Infine, IHP richiede chiarezza circa lo stato di salute del cavallo prima della gara, aspettando l’esito dell’antidoping e la diagnosi di morte.
Qualora risultasse che Quintana era sano, avvalorando la tesi degli organizzatori i quali addossano all’imperizia di Giannetti la colpa del disastro, “la responsabilità ricadrebbe interamente su di loro, per aver affidato la vita di un animale nelle mani di un fantino la cui competenza, leggendo il regolamento del palio, viene valutata solo in base all’età e la sua integrità fisica, mentre nulla viene richiesto per verificarne le capacità tecniche”.
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