INCHIESTA CHOC DI REPORT sugli allevamenti dei prodotti DOP

LAV, COSA DISTINGUE IL PROSCIUTTO DOP DAGLI ALTRI?
INCHIESTA CHOC DI REPORT CON INVESTIGATORI LAV SU RAITRE QUESTA SERA (h 21:30).
LAV: SONO QUELLI GLI STANDARD DI ECCELLENZE FINANZIATE DALLA UE?
Cosa distingue il prosciutto dei Consorzi e DOP dagli altri? Quale reale qualità di vita offrono queste produzioni ai suini? Un’inchiesta di Report – in onda lunedì 20 maggio (ore 21:30) su Raitre – realizzata da Emanuele Bellano e Greta Orsi, con il supporto della squadra investigativa LAV – documenta realtà drammatiche e violazioni più volte segnalate e denunciate dalla LAV anche in passato:animali ammassati, feriti, malati di ernie, comportamenti di cannibalismo da stress e agonie di individui lasciati a sé stessi, dolorose mutilazioni, topi e scarafaggi negli stessi ambienti con i suini.
Le telecamere di Report sono entrate nelle “Fabbriche di animali” destinati anche a produzione del Prosciutto dei Consorzi e delle produzioni DOP, nel Nord Italia, e hanno confermato quanto la LAV aveva già rivelato in tema di eccellenze made in Italy, ovvero di maiali allevati per attività che sono considerate un fiore all’occhiello delle nostre produzioni di carne. Un sistema produttivo basato su pratiche dolorose e inaccettabili come la castrazione chirurgica dei suinetti, il taglio delle code e la rottura dei denti nelle prime settimane di vita, condotte dal mondo della zootecnia e troppo spesso tollerate e giustificate dal settore della veterinaria pubblica.
“L’Italia è tra i Paesi considerati dalla Commissione Europea come non conformi alla Direttiva UE sulle modalità di allevamento dei suini – sottolinea la LAV – Tale situazione è stata anche oggetto di relazione da parte degli ispettori veterinari della Commissione Europea che hanno contestato al nostro Paese gravi inadempienze nell’applicazione della Direttiva di settore, minacciando anche l’avvio di una procedura di infrazione. La reltà che abbiamo documentato attraverso diverse e successive investigazioni e in ultimo con “Report”, mostra aspetti raccapriccianti costanti: infestazioni di topi, box sporchi e strutture fatiscenti, sovraffollamento di suini, cannibalismo, pratiche illegali come le mutilazioni. Sono questi gli standard di “eccellenze” che vengono finanziate dall’Unione Europea? – domanda Roberto Bennati, vicepresidente della LAV –Chiediamo al Ministro della Salute se anche questa volta sentiremo dire che si tratta di casi isolati e che il sistema dei controlli funziona: quali controlli sono stati svolti su queste strutture e quali provvedimenti saranno presi? In quali supermercati e su quali tavole è finita la carne e il prosciutto di suini allevati in quelle condizioni? Non si tratta semplicemente di avere a cuore la vita degli animali, ma anche di garantire ogni giorno la sicurezza dei consumatori, di preservare l’ambiente che poi è chiamato a smaltire i resti di queste produzioni, nonché di garantire la distribuzione di fondi pubblici europei secondo criteri rigorosi”.
“La LAV chiede alla Ministra Giulia Grillo l’urgente convocazione di una Conferenza Stato-Regioni per esaminare la situazione degli allevamenti di suini e orientare i Servizi veterinari pubblici in un Piano straordinario di controlli, per garantire animali e cittadini; l’emanazione di una disegno di legge del Ministero della Salute che introduca specifiche fattispecie omissive e adeguate sanzioni per i veterinari di sanità pubblica e per i veterinari aziendali in tema di benessere degli animali e di salute pubblica; di predisporre meccanismi di trasparenza sui controlli effettuati dai servizi veterinari delle ASL a titolo di rendicontazione annuale, con una puntuale e periodica comunicazione al pubblico dei risultati di indagine. Inoltre, considereremmo un atto dovuto di trasparenza la pubblicizzazione dei verbali di ispezione dei servizi veterinari – ed eventualmente dei Carabinieri NAS – relativi alle strutture oggetto di questa e di altre indagini realizzate dalla nostra associazione, che hanno mostrato con evidenza allarmanti profili di illegalità”, conclude Roberto Bennati.
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