L’avvocato dei beagle di Green Hill si mobilita per i macachi

In un video pubblicato da Il Fatto Quotidiano, il ricercatore dell’ateneo parmigiano Luca Bonini presenta i due macachi destinati alla sperimentazione Lightup, Alan e Larry, e spiega come “una delle ragioni per cui usiamo la sperimentazione animale è che abbiamo bisogno di studiare direttamente il cervello. Cosa che nei pazienti umani non si può fare. L’altra ragione è che abbiamo bisogno di modelli riproducibili, in cui fare prove di quelli che sono i possibili trattamenti efficaci”.
“L’obiettivo della ricerca – spiega il collega Marco Tamietto da Torino – è quello di comprendere come il sistema visivo rappresenta la scena davanti ai nostri occhi. Cosa succede nel nostro cervello”.
La procedura prevede una lesione limitata della corteccia visiva, con un’operazione chirurgica in anestesia generale, che renderà cieco l’animale in una parte del campo visivo. In quell’area buia verranno realizzati i test che sono stati insegnati prima agli animali per riprodurre poi nel macaco il tipo di deficit che si vuole curare nelle persone. Sono circa 100mila le persone che ogni anno soffrono di una lesione cerebrale con disturbo della vista, secondo il dottor Tamietto.
“È il numero di pazienti interessati ad avere una sorta di fisioterapia per la vista, simile a quella di chi ha un deficit motorio e può sperare di recuperare in parte le proprie funzioni”.
A prescindere dalla utilità o meno di questa sperimentazione, questione fortemente dibattuta da Lav e altre associazioni animaliste che spingono per una sperimentazione alternativa e possibile, quello che l’avvocato Zanforlini ci tiene a sottolineare è che “ci sono delle leggi e delle regole contro il maltrattamento animale che valgono per tutti, dal privato cittadino fino alle istituzioni. Se si riconosce questa mancanza oggi si potrà fare breccia anche nelle altre università e laboratori italiani per la ricerca scientifica”. “Il futuro di questa mia denuncia – conclude – dipenderà dalla sensibilità del pubblico ministero”.
“Ci fa piacere, finalmente, poter tornare in laboratorio e fare ricerca su ciò per cui siamo stati finanziati e autorizzati a ricercare”, aggiunge Tamietto. “La ricerca si farà, non è in discussione – spiega Tamietto -. È in discussione se in Italia sia possibile fare ricerca in modo tutelato o se avremmo dovuto spostarci all’estero. Si sarebbe potuto evitare il periodo di inattività forzata, anche alla luce della sentenza”.
Intanto la Lav ha annunciato che continuerà a dare battaglia: “Noi non molleremo mai. Ricorreremo ancora una volta al Consiglio di Stato, che proprio lo scorso gennaio aveva accolto le nostre ragioni scientifiche e legali e deciso per la sospensione del terribile esperimento”. (arianna belloli)
Ci potrebbero essere nuovi sviluppi nella questione della sperimentazione sui macachi nel complesso Biotecnologico dell’università di Parma.
L’avvocato ferrarese David Zanforlini ha presentato denuncia il 20 maggio scorso alla Procura di Parma per chiedere il sequestro degli animali oggetto della sperimentazione Lightup. Gli animali, secondo il legale, non sarebbero detenuti secondo le disposizioni di legge.
Zanforlini nel 2012 è stato l’autore dell’esposto per il sequestro preventivo di tremila cani dell’allevamento Green Hill di Montichiari, nel bresciano. Da quel momento il processo giudiziario senza precedenti in Italia ha permesso il riconoscimento dei diritti animali che, fuori dal tempo di sperimentazione, non possono essere ignorati.
“Questi animali sono considerati a perdere, irrilevanti come quelli destinati al macello. Invece la legge dice diversamente. C’è una deroga al maltrattamento animale, ma solo durante l’esperimento. Quando sono detenuti fuori dalla sperimentazione devono essere rispettate tutte le regole per il mantenimento del benessere animale. Sembrano cose ovvie ma non sono così automatiche a livello giuridico. La legge è del 2004 ma c’è voluta la sentenza di Green Hill del 2019 per veder riconosciuto questo aspetto”, racconta Zanforlini.
Allo stesso modo, l’avvocato ha così presentato denuncia anche per i macachi dell’università di Parma che sarebbero detenuti in “gabbie di piccole dimensioni e senza luce naturale anche quando la sperimentazione non è attiva”.
L’avvocato, non avendo trovato una associazione animalista che appoggiasse l’urgente denuncia, ha firmato come privato cittadino la richiesta di sequestro prima che parta la sperimentazione, perché al momento ci sono diversi punti bui sulla questione. La sperimentazione era attiva o meno prima della sospensione ? Quanti sono gli animali che dovrebbero far parte dell’esperimento a Parma ? Perché vengono detenuti in piccole gabbie ?
Grazie all’istanza di accesso civico da parte dell’associazione Parma Etica, il ministero della Salute con lettera datata 27 marzo conferma che nel lasso di tempo che va dal 2017 al 2020 sarebbe stata attiva, nel dipartimento di Medicina e chirurgia Unità di Neuroscienze, una sperimentazione solo su due macachi e solo nel 2017.
“Secondo quanto dichiarato da Lav in un convegno, a Parma ci sarebbero invece nove macachi – spiega Zanforlini -. L’associazione è stata poi denunciata per aver divulgato questo dato”.
Secondo il video di Tg Leonardo (Rai) del primo ottobre 2019, invece, sarebbe stato attivo oltre Lightup anche un altro esperimento sui macachi per lo studio dei neuroni a specchio. “C’è una discrepanza quindi sul numero di animali e questi, inoltre, non sarebbero detenuti come prevede la legge, come si nota nel video” e in altre documentazioni fotografiche e video di testate giornalistiche nazionali.
“Viene violata l’etologia dell’animale che dovrebbe essere tenuto prevedendo la socializzazione degli animali, la luce naturale e gli stimoli necessari. Ma le università non lo fanno, probabilmente perché sarebbe una spesa economica troppo grossa” sostiene Zanforlini.
Lo studio Lightup dell’Università di Parma e Torino era stato congelato dal Consiglio di Stato il 25 gennaio 2020 dopo il ricorso presentato da Lav contro una prima sentenza del Tribunale amministrativo regionale. Dopo quattro mesi la sperimentazione sui macachi potrebbe invece ora avere inizio dopo la sentenza del Tar del Lazio resa nota il primo giugno e che da il via libera allo studio. Lav tuttavia non si arrende e ha presentato ricorso al Consiglio di Stato. 04 giugno 2020
Fonte Link: parma.repubblica.it