ONORI MILITARI AI SEI PARA’ UCCISI IN ATTENTATO A KABUL
(ansa.it) Centinaia di mazzi di fiori e biglietti con su scritto "grazie, siete i nostri eroi", e "ci rendete orgogliosi di essere italiani". Così oltre un migliaio di persone provenienti da Roma e dal resto d’Italia hanno reso omaggio alle salme dei sei parà morti nell’attentato in Afghanistan che si trovano nella camera ardente dell’ospedale militare del Celio.
Nella camera ardente, allestita in una cappella dell’ospedale militare, attorno ad ogni bara sono seduti i familiari e gli amici delle vittime che piangono in maniera composta e si abbracciano. In piedi davanti ai feretri decine di militari in divisa tra cui serpeggia una grande commozione trattenuta a stento. Fuori dalla camera ardente la gente in visita ha deposto centinaia di mazzi di fiori. "Grazie difensori della Patria e della liberta", recita un bigliettino appoggiato su un mazzo di rose. "Vi ricompensi il signore per aver avuto il coraggio di aiutare chi è nel bisogno – si legge su un altro – siete i nostri eroi.
Tre dei quattro militari feriti nell’ attentato in Afghanistan e ricoverati all’ospedale del Celio, si sono recati nella camera ardente per rendere omaggio ai loro colleghi morti nello stesso attentato. Dinanzi alle bare sono scoppiati in lacrime e hanno abbracciato i familiari delle vittime. Tutti e tre i militari dicono di stare bene ma sono visibilmente scossi e uno di loro non riusciva a smettere di tremare. Ad accompagnarli altri parà che li sostenevano e cercavano di dare loro forza. "Non piangere, sii forte, per me sei come un figlio", ha detto la mamma di uno dei caduti a uno di loro.
ONORI MILITARI AI SEI PARA’ UCCISI IN ATTENTATO A KABUL – Un mesto corteo ha chiuso la breve cerimonia che si è tenuta questa mattina a Ciampino, dove intorno alle 9.30 è atterrato il C130 dell’Aeronautica che ha riportato in Italia le salme dei sei paracadutisti italiani uccisi in Afghanistan: il tenente Antonio Fortunato, originario di Lagonegro (Potenza); il primo caporal maggiore Matteo Mureddu, di Oristano; il primo caporal maggiore Davide Ricchiuto, nativo di Glarus (Svizzera); il sergente maggiore Roberto Valente, di Napoli, e il primo caporal maggiore Gian Domenico Pistonami, di Orvieto (Terni).
Dopo il saluto del Capo dello Stato, che si è inchinato davanti a tutte le bare, poggiando su ciascuna la mano destra, e gli onori da parte del picchetto della Folgore schierato sulla pista, le sei bare sono state trasportate a spalla a bordo dei carri funebri con cui raggiungeranno l’istituto di medicina legale, dove è prevista l’autopsia. In testa al corteo, affranti, i parenti delle vittime: abbracciati tra loro, sostenuti da militari dell’esercito, hanno seguito le bare con i loro cari in silenzio, con dolore e grande compostezza.
Dietro le autorità, con in testa il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e le massime cariche dello Stato. Presenti a Ciampino, naturalmente, anche i vertici della difesa e delle forze armate: dal ministro Ignazio La Russa al capo di stato maggiore della difesa Vincenzo Camporini, al nuovo capo dell’esercito, Giuseppe Valotto, insiedatosi proprio il giorno della strage.
Tra le autorità presenti alla breve cerimonia che si è di fatto conclusa a Ciampino, oltre al sindaco di Roma Gianni Alemanno, con la fascia tricolore, anche alcuni parlamentari particolarmente vicini alle forze armate come il generale Mauro Del Vecchio, senatore del Pd ed ex comandante della missione Nato in Afghanistan, e l’ex parà Gianfranco Paglia, deputato del Pdl, costretto su un sedia a rotelle dopo essere rimasto ferito durante l’operazione in Somalia.
In nottata, poco dopo l’1.30 e’ arrivato a Fiumicino l’aereo Alitalia con a bordo i quattro militari feriti.
CAMPORINI: RICOSTRUZIONI ATTENTATO ANCORA NON COINCIDENTI – Le ricostruzioni sull’attentato contro i parà italiani in Afghanistan "sono ancora per certi versi non coincidenti", ma "lo scambio di colpi d’arma da fuoco ormai sembra appurato". Lo ha detto il capo di Stato maggiore della Difesa, Vincenzo Camporini, intervenendo alla trasmissione ‘In 1/2 ora”, su RaiTre. "Quello che dobbiamo ancora capire, perché è soggetto a verifiche – ha aggiunto – è se il mezzo che ha causato questa tragedia è stato fatto esplodere a distanza, oppure se si è mosso, si è inserito tra i due Vtlm che stavano marciando, probabilmente ha speronato il primo, esplodendo e scagliandolo a distanza di 35-40 metri". Camporini ha comunque precisato: "Dobbiamo precisato tutte le possibili, tutte le possibili reazioni, anche perché spesso i testimoni oculari, in un evento così traumatico, hanno dei ricordi che non sempre coincidono con la realtà. La quantità di esplosivo usato per l’attentato contro i militari italiani in Afghanistan non è stata ancora stabilita con certezza: "attualmente abbiamo delle stime che variano in modo molto significativo, visto che si passa dai 140 ai 300 chili di esplosivo", ha detto ancora il capo di Stato maggiore della Difesa, Vincenzo Camporini.
Il generale ha parlato di un esplosivo ‘home-made’, utilizzando "fertilizzanti, nitrato di ammonio, che può essere appunto impiegato per creare delle bombe fatte in casa". Le indagini cercheranno di accertare la composizione chimica dell’esplosivo, ha aggiunto, soprattutto per stabilire "se ci fosse qualche componente di tipo militare" perché in questo caso si potrebbe forse risalire alla "catena logistica". Nel corso del programma Camporini ha mostrato una foto in cui si vedono i resti dell’autobomba, praticamente un mucchietto di ferraglia: "Questo dà l’idea – ha affermato – della difficoltà delle indagini volte a verificare di che tipo di mezzo si trattasse, quanto esplosivo portasse, le caratteristiche del meccanismo di esplosione. Sono tutte cose che occorre appurare e da questi resti non è facile".
L’incremento delle forze internazionali in Afghanistan, soprattutto statunitensi, non costituisce una escalation militare, ma è finalizzato "ad una migliore capacità di controllo del territorio al fine di consentire quella crescita civile che è lo scopo, l’obiettivo della missione" ha poi sostenuto Camporini. "Il controllo del territorio – ha aggiunto – si fa avendo a disposizione una quantità di personale sul terreno che possa effettivamente garantire una presenza capillare, per quanto possibile".
LUNEDI’ I FUNERALI SOLENNI A ROMA – Palazzo Chigi ha proclamato due giorni di lutto nazionale, oggi e domani, giorno dei funerali solenni – saranno trasmessi dalle 11 – nella basilica di San Paolo fuori le mura. Messe in suffragio si terranno lunedì – in concomitanza con le esequie solenni – in ogni parte d’Italia, dalla cattedrale di Palermo, al duomo di Bolzano. Forte l’abbraccio ai parà dalla ‘famiglia’ degli alpini: tutte le città sede della brigata Taurinense (Torino, Cuneo, Pinerolo, Ulzio e L’Aquila) celebreranno una apposita messa.