IN MOSTRA A MANTOVA LA FORZA DEL BELLO
(ansa.it) ROMA – Dallo stupefacente Vaso d’Eufronio appena restituito dal Met di New York, al rarissimo Apollo di Piombino, prestato in via del tutto eccezionale dal Louvre. Riuniti nei saloni cinquecenteschi di Palazzo Te, oltre cento incredibili capolavori arrivati da tutta Europa racconteranno dal 29 marzo a Mantova La Forza del Bello, in primis quello della scultura e dell’arte greca. In una rassegna, spiega il curatore Salvatore Settis, che più che stupire e a raccogliere grandi numeri punta a capire, indagare le radici di un fascino che dura da duemila anni e più. Progetto ambizioso, premette orgoglioso Settis. Che sottolinea: "una mostra di scultura antica come questa non è mai stata fatta". Nel prestigioso palazzo mantovano, i reperti prestati dai più importanti musei d’Italia e d’Europa sono allestiti – per la prima volta contemporaneamente nelle Sale e nelle Fruttiere – in tre sezioni legate da un’unica sequenza narrativa. Obiettivo, far riemergere i tratti costanti del gusto che ha radicato l’arte greca nelle culture d’Italia, individuare i valori che sottendono al ‘bello’ della scultura e dell’arte greca, l’energia e l’eleganza, per esempio, il controllo del corpo, ma anche la sfrenatezza. Un percorso pensato per coinvolgere il grande pubblico come gli esperti del settore. E "dare consistenza storica – spiega lo studioso – non solo vaghezza estetico percettiva a una categoria come il bello". Una mostra d’arte, realizzata però con materiali e con un approccio archeologici, fa notare Settis. Che attraverso l’accostamento delle opere cerca di spiegare il rapporto tra bronzo, marmo e terracotta, ad esempio. E in alcuni casi ‘ricompone’ le opere, presentandole al pubblico così come si ammiravano nell’antichità. Come con l’Erinni Ludovisi, testa di marmo del II secolo dopo Cristo proveniente dal Museo Nazionale Romano di Palazzo Altemps a Roma , che a Mantova è stata per la prima volta rimontata sul cuscino di pietra su cui era stata montata nel Cinquecento, quando era indicata come Ninfa dormiente. Lungo e articolato, il percorso di Palazzo Te lancia al visitatore diversi fili di lettura e accende curiosità. Una sala è dedicata alle copie, diffuse e importantissime nel mondo antico, un’altra ai ritratti di poeti e filosofi, una all’ "eleganza che salva l’arte" e quindi alle collezioni e le copie, una anche alle ‘dispersioni e recuperi’. Ed è in quest’ultima sala che sono riuniti alcuni tra i pezzi più belli dei Nostoi, i capolavori recentemente restituiti dai musei Usa, dopo la lunga battaglia portata avanti dal governo italiano: il clamoroso cratere attico a figure rosse firmato da Eufronio, certo. Ma anche due altri strepitosi oggetti, il grande bacile di marmo dipinto e il sostegno di mensa con i grifoni che sbranano una cerva, entrambi restituiti dal Getty Museum di Los Angeles. Costata 3,5 milioni di euro, la mostra sarà aperta fino al 6 marzo. Ma Settis già pensa ad una sorta di seconda puntata: una nuova mostra da realizzare questa volta in Sicilia, tra il 2009 e il 2010, anticipa, "che seguirà il percorso inverso cominciando in questo caso con il collezionismo e Roma".