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‘Mirò e la terra’

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A Palazzo dei Diamanti, dal 17 febbraio al 25 maggio, un’ottantina di opere realizzate con tecniche diverse raccontano il profondo attaccamento dell’artista spagnolo alla nativa Catalogna

Ferrara, 28 gen. (Adnkronos/Adnkronos Cultura)Mirò e il suo rapporto con la terra. E’ questo il tema della mostra che inaugura la stagione espositiva a Palazzo dei Diamanti di Ferrara dove rimarrà allestita dal 17 febbraio al 25 maggio. Si tratta di una importante antologica dedicata al famoso artista spagnolo Joan Miró, la prima nel nostro paese da oltre 25 anni, che rilegge per la prima volta la sua straordinaria parabola creativa alla luce del suo rapporto con la terra. Un’ottantina di opere realizzate con tecniche diverse raccontano il suo profondo attaccamento ala nativa Catalogna. Soprattutto dipinti, ma anche disegni, collage, assemblaggi, sculture, litografie provenienti dalle più prestigiose collezioni pubbliche e private del mondo.

La mostra, organizzata da Ferrara Arte e dal Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid, documenta gli esiti più alti della carriera del grande artista catalano, dalla data della sua prima personale, nel 1918, alle opere degli anni Ottanta, portando per la prima volta in Italia molti tra i suoi massimi capolavori tra le quali ‘La contadina’ del 1922-23, dipinto emblematico della produzione di quegli anni, eccezionalmente concesso in prestito dal Centre Pompidou di Parigi. L’interesse di Miró nei confronti della terra si manifesta in un’esaltazione della materia e dei materiali che compongono l’opera d’arte, scelta che lo porta a raggiungere soluzioni formali inedite e straordinarie, premessa fondamentale di importanti correnti del Novecento, come l’Informale americano ed europeo.

La mostra, a cura di Tomàs Llorens, propone l’opera ‘La Terra arata’ del Guggenheim Museum, e il ‘Paesaggio catalano (Il cacciatore)’ del Museum of Modern Art, due opere capitali del 1923-24, entrambe provenienti da New York, che questa mostra offre la rara opportunità di vedere affiancate. Il culmine è rappresentato da dipinti dell’estate del 1927, quali ‘Paesaggio (La lepre)’ del Guggenheim e ‘Paesaggio con coniglio e fiore’ della National Gallery of Australia di Canberra. In queste tele di grande formato Miró rievoca una Catalogna primordiale, dando vita ad un personale mito della genesi.

Raggiunto il successo, a partire dal 1928 Miró conduce una profonda riflessione sulle componenti dell’opera d’arte, il cui esito sono i collage e gli assemblaggi dei primi anni Trenta, come ad esempio l’‘Oggetto’ del MoMA, costruzione del 1931, che rappresenta la prima incursione dell’artista del campo della scultura. La mostra si chiude con un capolavoro della tarda maturità esposto in rarissime occasioni, ‘Figure e uccelli nella notte’ (1974) del Centre Pompidou, un immenso murale su tela dipinto con una pennellata gestuale, che evoca la palpitazione oscura della notte e la potenza misteriosa dei principi vitali della natura nella loro incessante trasformazione.

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