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APPUNTI SPARSI SULLE OPERE DI LUIGI BOSCHI

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Maria Elena Mozzoni
Maria Elena Mozzoni

Maria Elena Mozzoni

Luigi Boschi affronta l’arte come affronta la vita: senza mezze misure.

La sua ricerca è sempre verso l’alto. Non si accontenta di semplici intuizioni, depositando il colore sulla tela, ma si  immerge nel soggetto sia esso un paesaggio o un concetto astratto.  

Un vero e proprio bagno dell’autore nella sua opera dove traspaiono gli impegni civili ed etici della persona,  ma pure i riverberi di una sensibilità  profonda che rende le sue opere intense, al limite del viscerale.

Quando la materia si fa densa ed i colori potenti  Boschi trova le sue note migliori perché va dritto al problema dell’informale: il difficile equilibrio fra i ciò che abbiamo davanti ed il significato che suggerisce.

Nonostante la mano non sia abituata al rigore ed allo studio delle accademie si percepisce immediatamente una qualità  nel tratto che scaturisce più dalla frequentazione della grafica e dell’architettura che dalla pittura vera e propria.  Se questo può disturbare qualche purista  bisogna anche riconoscere che queste peculiarità rendono le opere di Boschi  fresche ed accattivanti. Lo studio di maestri della tradizione che più si avvicinano alla sua sensibilità (come Piero della Francesca o Simone Martini) potrebbero aprirgli nuove porte espressive ma la linfa delle sue opere è l’incontro-scontro con il quotidiano.

Interessanti sono  i quadri che s’ispirano alla cronaca, dove l’artista utilizza  materiali di scarto creando collages di oggetti poveri,  denudati  dalla loro funzione (mortificate come il corpo di una donna dopo una  violenza). L’uomo crea,  consuma e poi rinnega ecco il processo immortalato dalla spazzatura elevata a simbolo di città o meglio città diventata simbolo di rifiuto.  Oppure i lineari percorsi cromatici che creano i bellissimi “piani regolatori” un vero itinerario al cuore stesso della Società, dove  vincoli e restrizioni (colori e forme) perseguono e visualizzano  la difficile realizzazione del  Bene comune.

Etica ed arte un  binomio pericoloso che rischia sempre di cadere nel moralismo che per essere affrontato con lucidità ha bisogno di artisti come Boschi.

Un artista che si è  ritagliato uno spazio virtuale di libertà e coraggio dove poter parlare ed esprimersi senza paura.

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