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Fotografia e Museo Guatelli

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Mauro Davoli

Un giorno Ettore Guatelli scrisse che: “nel museo ci sono pezzi anche rari, importanti, assieme all’ ovvio.  … S’è tutti attratti dal bello, però questi musei non vanno fatti per soddisfare l’esigenza del bello, ma per documentare condizioni, e con cose che tutti hanno buttato via da essere ora eccezionali se salvate… “.

Rileggendo queste sue parole e pensando alle mie numerose frequentazioni al museo, mi è parso spesso di tradire questa sua filosofia. Poi mi dico che io sono un comunicatore di immagini e attraverso queste in primo luogo ciò che mi interessa è arrivare alla sfera della emotività ed allora come fare davanti agli oggetti del museo se non mostrandone la “bellezza”. In fondo anche se si cerca la bellezza formale non si arriva forse anche alla consacrazione di una altra bellezza ed alla sublimazione dell’oggetto?

Queste osservazioni mi rassicurano e mi riconciliano con il pensiero di Ettore, perché penso che la fotografia in tale modo perpetui il suo intendimento. E’ trasmissione di una memoria, analisi dell’oggetto e trasferimento ad una profonda e stabile sfera emotiva.

Mi tornano alla mente allora gli scritti di Remo Bodei: “nelle cose si depositano idee, affetti e simboli di cui spesso non comprendiamo il senso. Più siamo in grado di recuperarlo e di integrarlo nel nostro orizzonte mentale ed emotivo, più il nostro mondo si allarga ed acquista profondità “. (27/06/2021)

 

                                                                                                                         

 

                                                                                                                         

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