Presenze immaginali, mostra di Giuseppe De Filippo alla Galleria20 di Torino 9-23 aprile 2016
Lèggere le opere pittoriche di Giuseppe De Filippo non è un’operazione di poco conto.
Se la forza del colore colpisce la nostra emotività, pure le immagini tracciate dall’artista scavano negli spazi della nostra memoria e ne traggono, di volta in volta, motivi di estatico abbandono come di stupore infantile, per ciò che di eterno permane nel fondo della nostra incoscienza.
Coltivare l’arte della “non adesione” per ciò che è cronaca del quotidiano, opporsi alle banalità perverse e luciferine della stampa, disconoscere e combattere il concetto di Arte come Merce, permette all’artista di collegarsi direttamente alle fonti del suo sentire più profondo, mantenendo vivo e vitale lo spazio da assegnare alla memoria emotiva e immaginativa. Ne emergono esperienze animiche, figure eteree, nude e leggere come foglie d’autunno, cariche di colore e di vita, ma pure destinate a cadere dagli alberi, non prima di aver volteggiato nell’aria, spinte dal vento e dalla voglia di esplorare l’intorno. Tra la caduta e l’oblio vi è uno spazio immaginale, in cui De Filippo sembra collocare questa sorta di ombre fugaci, beate o sofferenti, fluttuanti e leggere, ma sempre
di una materia simile a quella dei sogni. Chissà, sembrano suggerirci queste opere, se l’anima, dopo essersi staccata dal corpo, sia portata a volteggiare intorno al suo tronco insieme ad altre anime-foglie alla ricerca di un senso ultimo, di un luogo di serenità e di pace, di una meta finale.
Nelle tele del Maestro le “anime vaganti”, di uomini e donne non più radicate nello spazio della quotidianità, attraversano luoghi immateriali, sia pure pregni di echi e memorie ataviche. Bagliori improvvisi squarciano il buio che li avvolge e svelano segreti rituali, penitenze inconfessabili, indicibili peccati, eterne beatitudini.
In questo spazio, in questo volo collettivo e solitario, mi piace collocare la poetica di Giuseppe De Filippo, il suo scavo, la sua ricerca senza fine, dove forme e colori, luci ed ombre, danzano una danza in un tempo senza tempo, perché oltre il tempo cronologico, oltre la storia, oltre il logos che connòta il dicibile e allude ad un indicibile più profondo, più ampio, più comprensivo di ciò che unisce gli esseri umani, il loro collettivo sentire.
Vincenzo Ampolo.
Nota biografica di Giuseppe De Filippo
Riceve la sua prima formazione artistica dal padre Michele e dallo zio materno Vincenzo La Mantea, entrambi pittori. Dopo il conseguimento della maturità artistica completa gli studi frequentando l’Accademia di Brera a Milano e l’Accademia di Belle Arti di Roma, dove si diploma in pittura nel 1978. La sua attività pittorica si accompagna da sempre alla riflessione teorica e alla scrittura. In difesa della pittura e contro la mortificante mercificazione dell’arte ha scritto, tra l’altro, Etica della disonestà, etica della mercificazione (Harta, n.16, Milano 1992); Elogio all’Opera
(KR 991, n.1, Roma 1998); Riflessioni da e su La disfatta dell’opera; Il Metartista, ovvero il mostro del celebrarismo (Hebenon, rivista internazionale di letteratura. Anno IX n.3, Torino 2004; anno XV nn.5-6, Torino 2010); Lo sfacelo della Realtà (L’Oracolo. Anno VI, n.56, Pescara 2007), testi che documentano il senso del suo essere artista. Numerose le mostre collettive e personali.
Oltre alla Biennale di Chiari (BS), alla quale viene invitato nel 1996, è presente all’Artexpo New York nel 1996, ‘97 e ‘99. In questa ultima edizione presentato da Mario Robaudi espone una serie di opere del ciclo Passaggio al bosco, ispirate agli scritti di Ernst Jünger. Partecipa alle edizioni 2000, ‘02 e ‘04 di Arte x Arte (Galleria Nuovo Aleph, Milano); Netville reload, a cura di Giorgio Vaccarino, presso Easybit Open Space, Torino, 2009; Intorno alla Pittura (Galleria 20, Torino, 2015).
Mostre personali (selezione): I viandanti dell’anima (Galleria Fidia, Roma, 2007); Alla ricerca dell’ànima…le (Museo della Carale, Ivrea, TO, 2007, con testo critico di Raffaele Perrotta); Voliamo come pesci (Studio Lucio Fontana, Albissola Marina, SV, 2010, testo critico di Agnesina Pozzi); Il colore tra memoria e sogno (Galleria del Corso Verduci, Catanzaro, 2010); La Calabria ribelle. Immagini di Briganti e Brigantesse (Palazzo Comunale, Girifalco, CZ, 2014, testo critico di Vincenzo Fulvio Attisani).
Tiene le sue rubriche su: http://luigiboschi.it/rubriche/giuseppe-de-filippo; http://www.arsmeteo.org