Roma, Galleria La Nuova Pesa di Simona Marchini, fino al 31 luglio 2016: Genesi di Giuseppe Capitano, un drago ci salverà
Margherita D’Amico
Perché il drago gigante realizzato in ferro e canapa dal pittore e scultore Giuseppe Capitano ci dà uno strano coraggio? Come mai è tanto bello girare intorno a questa creatura irrequieta, al confine fra la nostra più antica fantasia e le meraviglie della natura? Forse, proprio perché ci ricorda che facciamo parte di un incredibile divenire in cui l’altro non è solo nostro cugino, o il vicino di casa, e questo ci permette di guardare oltre le nostre miserie.
Agli antipodi dei sedicenti artisti i quali cercano di farsi notare esponendo cadaveri di animali, visceri e sangue (in un caso su cui torneremo, denunciato da Enpa e Animal Amnesty, con finanziamenti pubblici a Cosenza si è arrivati a uccidere pubblicamente un maiale sostenendo si trattasse di una performance). Capitano cerca di riallacciare il filo che ci lega al resto del vivente.
Attraverso materiali naturali, colori ricavati in proprio dalle erbe, l’artista compone e ricompone gli elementi della vita. Alberi e figure umane che irradiano pace, orizzonti accessibili avvolti di luce, fronde elegantissime nella propria essenzialità, tutto sembra indicarci la via di una plausibile salvezza.
Alcune di queste opere – tempere, acquarelli, sculture fra cui il sensazionale drago – sono esposte a Roma, alla galleria La Nuova Pesa di Simona Marchini, fino al 31 luglio, in una mostra personale dal titolo Genesi. Da non perdere.
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