GUARIGIONE TOTALE DA FLEBITE E VENE VARICOSE
Valdo Vaccaro
LETTERA
Enormi benefici dalla dieta vegana tendenzialmente crudista
Buonasera Valdo, la seguo da circa un anno ed ho ricevuto enormi, dico enormi benefici per il mio problema di sempre: le vene varicose.
A diciotto anni ho avuto la prima flebite e, da allora, è stato un crescendo di dolori, pizzicori, due operazioni con asportazione delle safene, gambe dure e legnose, fasciature delle gambe durante il ciclo, mal di testa, nervosismo, stitichezza, medicine per la circolazione, glicerina per quel che sappiamo.
Un’autentica ed incredibile liberazione
Per non parlare dell’estetica: lividi, segni, piccole protuberanze, orribili calze elastiche anche d’estate, pantaloni.
Poi, cambiando alimentazione, ecco che tutto incredibilmente svanisce!
Niente più dolori, indolenzimenti, emicranie, e il piacere di indossare una gonna esibendo gambe completamente pulite anche dalle evidenti tumefazioni che avevo alle caviglie.
Che dire? Una liberazione?
Di più, molto di più. E tutto questo modificando lo stile di vita.
L’angiologo e la Ferrari
Dovrei raccontarlo al rinomato angiologo, dove sono andata sin da ragazza per diversi anni, attraversando tutta Roma, a fare le sclerosanti (iniezioni nelle vene varicose di sostanze che ne impediscano ulteriori dilatazioni).
Ricordo ancora che su una libreria di legno pregiato del suo studio-ambulatorio, c’era in evidenza la targa di iscrizione al Club Ferrari.
Mi crederebbe se gli dicessi che sono guarita con frutta e verdura cruda?
Già, ma con la frutta e la verdura, i medici non andrebbero lontano, e potrebbero iscriversi al massimo al Club Fiat Cinquecento!
Mi sono riappropriata del mio corpo e della mia mente
E pensare che io sono diplomata e laureata in Agraria, per cui molte cose che lei dice le ho studiate.
Mi ricordo benissimo poi della mia prima visita scolastica a un mattatoio.
Sono stata male per un mese.
Non intendo dilungarmi.
Ci tengo solo a esprimerle la mia riconoscenza perché, a 48 anni, mi ha fatto riappropriare del mio corpo e della mia mente.
Un motivo in più per amare mio marito
E voglio ancor più bene a mio marito, in quanto è lui che l’ha scoperta ed ha insistito con me, convinto fin dall’inizio che una dieta vegana potesse funzionare.
La saluto con affetto e con la speranza di poterla ringraziare di persona alla prossima conferenza nella capitale.
Roberta
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RISPOSTA
Ci sono anche dei rimedi popolari alle flebiti
Ciao Roberta, grazie della tua qualificata e precisa testimonianza. Particolarmente importante, visto che il problema circolatorio è molto sentito, soprattutto tra le donne.
Ribadisco che, per contrastare le vene varicose, esistono rimedi popolari di tipo erboristico e naturopatico, tipo le foglie di edera fresca pestate ed applicate 3 volte al giorno sui punti critici, oppure le foglie di cavolo-verza, i bagni frequenti caldi e freddi alle gambe e al corpo, i cataplasmi di fango.
Ma l’unica cura radicale sta nel cambiamento radicale dello stile di vita
Flebiti e vene varicose restano però fenomeni legati a intossicazioni di carattere digestivo, epatico ed evacuativo.
Solo migliorando radicalmente gli stili di vita si riesce a modificare sensibilmente la formula del proprio sangue, dandogli quella fluidità che serve per circolare più veloce e rivitalizzare tutte le cellule dell’organismo.
Il significato profondo dello stop alle proteine animali
Quando uno migliora l’alimentazione tirando via le proteine animali, non fa un gesto avventuroso ed estremistico, non fa un salto nel buio, come molti pensano e temono.
Il salto nel buio lo fanno invece in continuazione quelli che si dilettano a insistere sui cadaveri altrui.
Tirar via le proteine animali significa riprendere il controllo di se stessi e del proprio organismo smaccatamente fruttariano-vegano, significa disinfiammare il fegato e tutte le ghiandole interne.
Significa dar modo finalmente al sistema immunitario di fare il direttore d’orchestra, e non più il suonatore mendicante che regala qualche nota stonata all’angolo della via.
Le critiche di un kousminiano
Tra le tante lettere che mi stanno arrivando, positive e cordiali nella stragrande maggioranza, ci sono anche quelle critiche, e mi pare inevitabile. L’ultima che ho sottomano è quella di un signore pieno di acciacchi (purtroppo per lui) che segue impassibile il metodo Kousmine e che, senza sapere un acca della storia igienistica, è prevenuto verso l’igienismo, fa delle critiche infondate e giudica i maestri igienisti poco longevi.
La Kousmine fu sicuramente un medico di punta, ai suoi tempi, e merita tutto il rispetto.
Il suo grosso limite fu proprio quello tipico dei medici bravi ma privi di cultura igienistica, e che quindi rimangono ingabbiati nei noti limiti del medicalismo, della curomania, della proteinomania nutrizionale.
Gli igienisti e la gerontologia
Gli ho già risposto indirettamente, dicendo che Shelton, Fry, Pritikin, Ehret, Kuhne, Lezaeta, diventarono igienisti o naturopati tendenti all’igienismo, proprio in forza di loro gravi patologie precedenti, per cui furono già ultrabravi a sopravvivere al meglio, a mettersi al servizio del prossimo, e a lasciarci un capitale inestimabile di libri e di conoscenza scientifica.
Giudicare poi qualcuno in base agli anni vissuti, senza includere i parametri di tipo qualitativo, porta a conclusioni affrettate ed aberranti.
La lista di vegani centenari, anonimi come gli Hunza e i Vilacamba, o celebri, tipo Bertrand Russell, Thomas Parr, Norman Walker, ed altri, non teme comunque raffronti.
Accuse ridicole e senza alcun senso
Quanto all’accusa di avere l’animo del guru che attrae a sé i suoi discepoli con tesine simili a parabole bibliche, la cosa mi fa molto ridere.
Devo stare tutti i giorni a sottolineare che non sono medico, non sono terapeuta, non sono eroe, non sono santo e nemmeno santone?
Mi chiedo cosa sia questa mania di voler etichettare ad ogni costo le persone, anziché valutarle sui fatti.
Troppe guarigioni danno evidentemente fastidio
Le guarigioni che si ripetono non sono opera mia personale, ma vanno attribuite al sistema immunitario delle persone beneficiate, messo finalmente in condizioni di operare.
Vedi Roberta, dove sta il problema.
Dovrei probabilmente cestinare le lettere come la tua, per fare un piacere a questo tipo di detrattori.
Per i prossimi impegni in zona capitolina, sarò a Roma il 22 settembre, per conferenza presso l’AVA.
Valdo Vaccaro
Direzione Tecnica AVA-Roma e ABIN-Bergamo