Libertà di scelta terapeutica
Domenica, 15 marzo terremo un tavolo informativo a Trento, Via Mazzini (a due passi dal Duomo), dalle 9:00 alle 18:00, sulla libertà di scelta terapeutica e l’abolizione dei trattamenti forzati nel campo della salute mentale. La campagna ha già raccolto centinaia di firme nel corso del primo tavolo informativo ed è partita anche su facebook (http://apps.facebook.com/
La campagna denuncia un’IPOCRISIA diffusa.
In Trentino sembra proprio che la psichiatria pubblica non lasci nessuno spazio alla libertà di scelta e le strutture alternative in grado di ampliare l’offerta terapeutica sono fortemente avversate. La Provincia aveva creato una struttura residenziale riabilitativa in loc. Man. In seguito il progetto è stato "annesso" al servizio di psichiatria di Trento che ha inserito dei pazienti cronici snaturando completamente il progetto originale.
Nell’interrogazione provinciale N. 119 del 10 febbraio 2009 si afferma: "… nonostante le intenzioni garantiste del legislatore ci pervengono segnalazioni di eventuali abusi e violazioni dei diritti fondamentali della persona per quanto concerne la libertà personale e di scelta terapeutica." E parecchi giovani trentini ci hanno raccontato di essere costretti a recarsi periodicamente presso la psichiatria per un’iniezione forzata di psicofarmaci.
Ludovico, 28 anni, è stato portato in psichiatria per problemi di alcol. Dopo anni di "psichiatrizzazione" si è ritrovato con una condanna a una vita di assistenzialismo e di "terapia" farmacologica. Fortunatamente si è rivolto fuori regione, l’hanno disintossicato dai farmaci, hanno scoperto che non aveva "nessuna patologia psichiatrica" e lo hanno reinserito nella società.
Pasqualina era una ragazza normale. Ha conosciuto la psichiatria per problemi di anoressia. Ha subito vari ricoveri coatti, le hanno somministrato molti psicofarmaci ed è stata legata al letto più volte. Una volta voleva vedere un dietologo ma lo psichiatra si è opposto.
Ilaria era una ragazza sportiva e si è rivolta in psichiatria a causa di un problema sul lavoro. Lì l’hanno subito riempita di farmaci. Ora è fisicamente distrutta, non riesce a lavorare, ha una pensione di invalidità ed è costretta a fare una puntura di psicofarmaci ogni 15 giorni.
Purtroppo ci sono pervenute anche altre storie. (Nota: abbiamo usato nomi di fantasia.)
o Diagnosi sbagliate. Spesso le persone ci raccontano di ricevere delle diagnosi dopo pochi minuti di colloquio.
o Mancanza di consenso informato. "La psichiatra mi ha anche detto di non leggere le controindicazioni degli psicofarmaci e di prenderli e basta."
o Somministrazione forzata di psicofarmaci. "…Ho rifiutato i farmaci e lì sputavo e mi hanno obbligato a prenderli con la forza. Mi facevano aprire la bocca per controllare."
o TSO illegittimi. A volte l’unica motivazione del TSO è il rifiuto alle cure "imposte" dallo psichiatria.
o Contenzione. "Una volta sono stato legato e imbottito di farmaci. Io non avevo fatto male nessuno e mi hanno tenuto legato al letto per tre giorni come una bestia."
Le persone non hanno bisogno di torture o violazioni dei loro diritti umani. Nel corso degli anni il CCDU ha individuato svariate strutture in Italia dove sono state realizzate attività e assistenza efficaci e rispettose dei diritti umani. La creazione di queste strutture non solo fornisce sicurezza, riabilitazione e tutela dei diritti umani, ma i costi per le Regioni e lo Stato sono ridotti enormemente.
CCDU Trento