La stipsi da stress
Emanuele de Martin
La stipsi, chiamata anche stitichezza, è una vera e propria malattia che colpisce il nostro apparato digerente e affligge almeno un italiano su tre durante la sua vita. In questo post andremo a tralasciare gli aspetti scientifici della patologia e ci concentreremo su una delle cause maggiormente presenti. Lo stress.
Oggi si parla molto di stress e di questo termine si è forse perso il significato originario. Con la parola stress si deve indicare genericamente la risposta dell’organismo a mantenere o raggiungere nuovamente l’equilibrio alterato da uno stimolo più o meno violento (stressor) di qualsiasi natura.
Stressor non è quindi solamente un lavoro intellettuale molto impegnativo o la litigata quotidianità con i figli o la suocera, ma è stressor anche il contatto con virus e batteri, l’ingestione o comunque la presenza nell’organismo di sostanze tossiche, un evento traumatico (un incidente stradale ad esempio), una giornata troppo calda o, al contrario troppo fredda, l’impossibilità di riposare adeguatamente di notte e così via.
L’organismo reagisce con una intensa attività secretoria ormonale della parte corticale delle ghiandole surrenali, attività che fa parte della cosiddetta “sindrome generale di adattamento”.
Quando questa capacità di adattamento è insufficiente, si possono originare molto delle malattie che caratterizzano molto del nostro tempo: ipertensione, arteriosclerosi, infarto, ecc. Anche la nostra stipsi può essere legata a questo squilibrio.
Infatti la defecazione è il mirabile risultato di meccanismi riflessi e volontari, di contrazioni e di rilassamenti muscolari nonché della presenza nel colon della flora batterica. Un equilibrio così complesso è anche relativamente fragile e la vita a cui oggi siamo costretti (o che oggi noi stessi ci imponiamo) è in molti casi un potente fattore di squilibrio.