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Sabbia n.35 intitolata “Fili colorati”.

Marco Vettori
marco.vettori.512@psypec.it
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Sabbia n.35 intitolata “Fili colorati”.
Dopo aver lavorato con impegno sulla sabbia asciutta completa il lavoro con elementi costruiti con la plastilina colorata. Poi commenta:” E’ un periodo che faccio tante cose di tanti colori. Sono come fili colorati che a volte corrono in parallelo a volte si annodano. E’ un periodo che faccio tante cose di tanti colori. Sono come fili colorati che a volte corrono in parallelo a volte si annodano. Un po’ s’incastrano e un po’ si intersecano. Andare all’università, scrivere un ‘email a Alessandra sono realtà della mia giornata che spero non vadano a discapito dello studio. Prima, quando era al liceo, uscivo solo di sera. Adesso trovo più spazi per uscire anche se per studiare è necessario del tempo. Mi dedico a tante cose che mi lasciano spaesata, però le faccio: con interesse, entusiasmo e senso del dovere. Bene o male faccio le cose: alcune mi piacciono, altre no. Adesso mi accorgo meno del tempo che passa, ho una percezione diversa del tempo. In questo periodo sono un po’ dimagrita perché faccio un sacco di cose. L’altra sera ho mangiato di più degli altri, ma in questo periodo sono un po’ dimagrita. Mia madre mi guarda e mi scruta con preoccupazione. Ho appurato che non ho voglia di dimagrire e pertanto mi dovrebbe aiutare e capire. Non è colpa mia se a volte sono presa dai problemi! Vorrei che fosse dalla mia parte. Lei, invece, anche se sto facendo il mio dovere, mi fa sentire in colpa! Questa cosa mi dà un po’ fastidio. Io ce la metto tutta per non dimenticare niente e non tralasciare niente del mio nuovo equilibrio. Sto cercando di dividere il tempo nel modo più equilibrato. Se ho fame mangio…! Io sto facendo il mio dovere e gli insegnanti sicuramente ne terranno conto. Nello studio e nel lavoro universitario io mi metto avanti. Ciò che faccio all’università e al corso di teatro mi sta dando soddisfazione. Queste occupazioni mi prendono, comunque, molte energie e sono impegnative! Nella sabbiera ci sono fili colorati che possono annodarsi, incastrarsi e correre in parallelo”.
Per realizzare questa immagine Eloisa ha usato la plastilina come in una sabbia precedente. Spesso i pazienti usano nel vassoio elementi e figurine ricorrenti con i quali familiarizzano e nei quali si identificano. Le quattro forme rotonde colorate paiono indicare il rapporto di Eli con il tempo: i cerchi sembrano indicare che qualcosa che precedeva giunge alla fine e qualcosa di nuovo può e deve iniziare. Sottolineiamo, con Jung, la potenza creatrice ed ordinatrice del numero quattro che si oppone alla confusione e sviluppa un buon adattamento al servizio della propria individuazione. I due piccoli cerchi marroni, posti nella sabbiera in alto a destra, invitano la paziente ad accostarsi al lato semplice e naturale della vita. Tale obiettivo e modalità ben si coniuga con ‘le onde di sabbia’ che sostengono e racchiudono come un ‘temenos’ tutta la sua rappresentazione e danno l’idea della ‘fluidità’. Punto di riferimento ed esperienza che Eloisa ha perseguito e ricercato nel suo percorso analitico.