Carife, la procura indaga per bancarotta fraudolenta
l crac dell’istituto di credito ferrarese fu provocato da un buco di 433 milioni di euro
La Procura di Ferrara ora indaga anche per bancarotta fraudolenta su Carife, una delle quattro banche coinvolte con BancaEtruria, Carichieti e Banca Marche nel decreto Salvabanche del governo. Il reato è già rubricato nel registro della procura, articolo 216, bancarotta fraudolenta.
Come riporta oggi il quotidiano “La Nuova Ferrara”, dopo aver ricevuto la relazione di Antonio Blandini, commissario liquidatore di Vecchia Carife dichiarata insolvente, la procura cittadina ha aperto la nuova inchiesta per bancarotta per valutare chi, tra dirigenti e membri dei vari cda che si sono susseguiti almeno negli ultimi 10 anni, abbia deciso o avallato le scelte della banca che l’hanno poi portata al crac: un buco stimato nella dichiarazione di insolvenza di 433 milioni di euro, al 22 novembre 2015, data del decreto Salvabanche che ha azzerato azioni e obbligazioni.
L’inchiesta ha già mosso i primi passi e dovrà accertare – come recita la legge fallimentare, articolo 216 – “chi ha distratto, occultato, dissimulato, distrutto e dissipato in tutto o in parte i beni, oppure allo scopo di recare pregiudizio ai creditori ha esposto o riconosciuto passività inesistenti”. Dal punto di vista giuridico è il salto dell’inchiesta, destinata ovviamente a complicarsi e a complicare le indagini, ma che al tempo stesso permetterà agli inquirenti – il pool di pm, procuratore capo Bruno Cherchi e i sostituti Barbara Cavallo e Stefano Longhi che coordinano gli ispettori della Guardia di finanza – più margini investigativi. E soprattutto di indagare a 360 gradi sul passato di Carife.
Finora, infatti, l’inchiesta si era concentrata su pochi aspetti specifici: l’aumento di capitale deciso nel 2011 e la cessione della Banca di Treviso alla Popolare di Marostica, filoni che sarebbero vicino alla conclusione. Soprattutto quello dell’aumento di capitale, che vede indagate almeno una decina di persone per aggiotaggio, falsi in prospetti informativi e ostacolo alla vigilanza. Da quanto appreso, l’intenzione della procura sarebbe quella di chiudere prima quest’ultimo fascicolo e poi concentrare energie, risorse e indagini su quella che è diventata una maxinchiesta sugli ultimi 10 anni di vita di Carife.
Fonte Link bologna.repubblica.it