E’ clandestino: lasciato morire nei campi
LA TRAGEDIA DI SALINA. Giovanni Benvenuti Agricoltore denunciato per omicidio colposo. La vittima agonizzò due ore a terra. Nei guai anche il presidente della Coop. Facchini per caporalato. Indagano i carabinieri
(espresso.repubblica.it) VIADANA (Salina). La morte dell’indiano Vijay Kumar, 44 anni, stroncato da infarto 14 giorni fa e trovato in riva ad un fosso in via Bordenotte, nella campagna della frazione viadanese di Salina, ha portato a clamorosi sviluppi. I carabinieri hanno infatti denunciato per omicidio colposo il produttore ortofrutticolo Mario Costa. Ma la Procura potrebbe contestargli anche l’omissione di soccorso. Secondo quanto emerso dai primi accertamenti, quando Vijay Kumar, clandestino, è stato colto da malore, stava lavorando in un campo, dove sarebbe stato lasciato un paio d’ore.
Una brutta storia che ha portato alla luce azioni di caporalato e trattamenti che fanno tornare alla mente i periodi bui in cui ogni dimensione umana veniva umiliata o addirittura cancellata. Nei guai, oltre al produttore di Salina – che secondo quanto accertato faceva ricorso al lavoro in nero di stranieri, tra i quali più di un clandestino – anche G.M., 63 anni, di Viadana, presidente della Cooperativa Facchini Vitelliani del posto per aver fornito manodpera in modo irregolare. Il blitz nell’azienda agricola di Mario Costa è stato effettuatato mercoledì alle sette. Massiccio l’intervento. C’erano infatti oltre ai carabinieri della Stazione di Viadana i colleghi dell’Ispettorato del lavoro, gli ispettori della Direzione provinciale del lavoro e gli agenti della Polizia locale. Hanno proceduto ad un controllo a tappeto dell’azienda proprio in relazione alla morte dell’indiano e ai lavoratori che operavano sul fondo. Da quanto si è appreso, Vijav Kumar sarebbe stato colto da malore mentre stava lavorando in nero, essendo clandestino, in mezzo al campo. A quel punto sarebbe partito l’imput ai suoi colleghi di portarlo via, farlo sparire. Un dramma. Anche perchè la distanza dalla strada era notevole e non era possibile portarlo a braccia. Attraverso i telefonini è partita quindi una frenetica ricerca di qualche connazionale che avesse la disponibilità di un’auto. Lo hanno trovato a Suzzara. Frattanto Kumar sarebbe rimasto agonizzante un paio d’ore in mezzo al campo, sotto un sole cocente. Quando in via Bordenotte è giunta la vettura tanto attesa, è stato portato in riva alla strada, in una zona alberata. Ma ormai il suo cuore non era più in grado di reggere, e quando è giunta l’ambulanza era ormai passato nel mondo dei più. Nel corso del setacciamento, durato un’intera giornata e conclusosi alle 21, sono stati identificati 13 lavoratori extracomunitari di varie nazionalità. Quattro sono risultati occupati in nero. Di questi, tre erano senza permesso di soggiorno. Ma il documento è stato richiesto d’ufficio per motivi di protezione sociale. Sono ritenuti, infatti, testimoni del malore e del successivo tentativo di farlo figurare accaduto da altra parte. Uno, il senegalese Kalifa Ndiaye, 33 anni, è stato arrestato non avendo ottemperato ad un decreto di espulsione (ieri ha patteggiato 5 mesi e 10 giorni di carcere ed è tornato in libertà). Altri 8, infine – secondo l’accusa – sono stati forniti irregolarmente dalla Cooperativi Facchini Vitelliani di Viadana. Oltre che di omicidio colposo, Costa dovrà rispondere anche di impiegato di manodopera clandestina. Sotto l’aspetto amministrativo, per il lavoro in nero dovrà pagare una sanzione di circa 90 mila euro.oltre al versamento della contribuzione evasa per più di 200 giorni per tutti i lavoratori. (11 luglio 2008)