INTERCETTAZIONI: ”POLITICI NON RICETTORI MA COMPLICI”
(ANSA) A parere del Gip Clementina Forleo "sarà proprio il placet del Parlamento a rendere possibile la procedibilità penale nei confronti di suoi membri – inquietanti interlocutori di numerose di dette conversazioni soprattutto intervenute sull’utenza in uso al Consorte (Giovanni Consorte, ndr) – i quali all’evidenza appaiono non passivi ricettori di informazioni pur penalmente rilevanti né personaggi animati da sana tifoseria per opposte forze in campo, ma consapevoli complici di un disegno criminoso di ampia portata". E’ quanto il Gip milanese scrive nelle conclusioni dell’ ordinanza, che riguarda le intercettazioni relative ai tentativi di scalata Bnl, in cui chiede al Parlamento l’autorizzazione all’ utilizzazione delle conversazioni nel procedimento penale.
SUPPORTERS POLITICI A SCALATA A RCS "Appare evidente come l’operazione in questione abbia avuto i suoi supporters in personaggi politici evidentemente interessati alla buona riuscita della stessa per finalità altrettanto evidentemente comprensibili in quanto legate alla tipologia del gruppo oggetto della scalata in questione". E’ quanto scrive il Gip Clementina Forleo, in una delle due ordinanze depositate oggi, nella quale chiede l’ autorizzazione al Parlamento all’utilizzazione delle conversazioni di alcuni politici con alcuni indagati nelle scalate Unipol e Rcs. In questo caso il Gip si riferisce proprio alla scalata della Rcs e aggiunge: "Si ha inoltre ulteriore conferma, dal tenore di tali conversazioni, e dai soggetti tirati in ballo, dell’intreccio della ‘scalata ‘ in questione con quella concernente Antonveneta".
A PARLAMENTO 68 TELEFONATE SU 73 Sono 68 le telefonate con parlamentari non indagati, nell’ambito delle inchieste sulle scalate Antonveneta, Bnl e Rcs, che il gip di Milano Clementina Forleo, con due distinti provvedimenti, ha trasmesso al Parlamento che dovrà valutare l’utilizzabilità ai fini dell’inchiesta
INDAGATI SICURI NON ESSERE CONTROLLATI "Gli indagati, non certo sprovveduti, erano sicuri, come peraltro altri personaggi con essi in contatto, di non essere sottoposti a operazioni di intercettazione": lo scrive il Gip Clementina Forleo in una delle ordinanze con cui si chiede al Parlamento di utilizzare una serie di intercettazioni tra alcuni politici e alcuni indagati delle inchieste sulle tentate scalate ad Antonveneta, Bnl e Rcs. Il giudice, nel sostenere che gli indagati e i personaggi con loro in contatto "erano sicuri" di non essere controllati, si basa su molte conversazioni intercettate in particolare nella vicenda Bnl. E aggiunge che la loro convinzione di non essere intercettati prosegue "anche dopo essere venuti a conoscenza della pendenza del presente e di altri procedimenti penali". Il Gip inoltre osserva in relazione alla "gravità dei fatti per cui si procede" che "il bene protetto dalla norma cardine che si assuma violata – ossia quella concernente il reato di aggiotaggio – sia non solo l’integrità del mercato finanziario vista in un ottica macroeconomica, ma anche e soprattutto del singolo risparmiatore-investitore estraneo alle complicità soppese a tale reato".
GRAVE RICADUTA SU SINGOLO RISPARMIATORE "Nelle vicende di cui si tratta – pur a un certo punto bloccate attraverso l’intervento della Consob e della magistratura – non può non sottacersi la grave ricaduta delle condotte incriminate non solo sull’immagine del Paese – messo a nudo nella sua realtà istituzionale anche nei confronti della comunità internazionale – ma anche sul singolo risparmiatore-investitore, debole e ultimo anello della catena su cui riversare le conseguenze di tali condotte". E’ quanto scrive il Gip di Milano Clementina Forleo in una delle due ordinanze depositate oggi con cui chiede al Parlamento di l’ autorizzazione a utilizzare, nel procedimento sulle scalate bancarie e nel mondo dell’editoria, una serie di intercettazioni telefoniche tra alcuni parlamentari e alcuni indagati.