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‘NDRANGHETA, DODICI ARRESTI: MANI COSCHE SU APPALTI

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(ansa.it) CATANZARO – E’ in corso da alcune ore una operazione compiuta dalla polizia di Stato di Catanzaro per l’arresto di dodici persone accusate di estorsione. Alle persone coinvolte nell’operazione è stata notificata un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del tribunale di Catanzaro, Adriana Pezzo, che ha accolto la richiesta avanzata dal procuratore vicario aggiunto, Salvatore Murone, e dal sostituto della Dda, Gerardo Dominjianni. Le persone coinvolte nell’inchiesta sono tutti ritenuti esponenti delle cosche Anello-Fruci e Cerra-Torcasio-Gualtieri. Coinvolti anche presunti esponenti del clan Iannazzo di Lamezia Terme, della famiglia Passafaro di Borgia ed un presunto esponente di spicco del clan degli zingari di Catanzaro. Agli arrestati sono contestate a vario titolo 28 estorsioni in danno di imprenditori di Lamezia Terme e dell’hinterland lametino. L’operazione di stamani, chiamata ‘Effetto Domino’ è collegata a quella compiuta nelle settimane scorse ‘Domino’ che portò all’arresto di esponenti dei vertici della cosca Anello-Fruci ed esponenti della cosca Cerra Torcasio Gualtieri.

MANI COSCHE SU LAVORI PUBBLICI
Le estorsioni scoperte nell’ambito dell’operazione ‘Effetto Domino’ sono state fatte a imprenditori che hanno appaltato lavori per opere pubbliche. Tra gli episodi estorsivi contestati alle persone arrestate c’é quello nell’ambito dei lavori di ammodernamento dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria sulla tratta di Acconia di Curinga. Una somma pari a 50 mila euro è stata pagata da un imprenditore impegnato nella esecuzione dei lavori di ammodernamento dell’autostrada. I versamenti di denaro da parte dell’imprenditore si protraevano dal 1999. Altre estorsioni sarebbero state commesse dalla cosca Anello-Fruci nell’ambito della realizzazione dei parchi eolici di Serra Pelata e Piano di Corda, di Polia, di Cortale. Ci sono poi una serie di estorsioni sulla tratta ferroviaria Settingiano-Catanzaro Lido. 50.000 euro è la somma che un imprenditore lametino è stato costretto a pagare, secondo gli investigatori, ad Antonio Passafaro e ad uno dei suoi fratelli successivamente ucciso. I Passafaro, secondo l’accusa, avevano inoltre imposto allo stesso imprenditore il noleggio di mezzi d’opera di loro proprietà per un importo superiore a quello di mercato.

VITTIME COSTRETTE LASCIARE APPALTI
C’é anche chi ha rinunciato ai lavori tra gli imprenditori vittime dei presunti estorsori arrestati dalla squadra mobile di Catanzaro. In particolare uno degli imprenditori è stato costretto da un esponente di una cosca a rinunciare a concorrere nell’aggiudicazione dell’appalto di un cavidotto di una ditta impegnata nella realizzazione di un parco eolico in quanto ricadente nel territorio sottoposto alla loro influenza criminale. Tra le persone arrestate c’era anche chi secondo l’accusa estorceva materiale agli imprenditori per fare regalie a capi e gregari di altre cosche. Gli imprenditori estorti erano costretti a fornire gratuitamente ai Fruci materiale edile che loro dovevano dare in regalo ad esponenti della cosche Vallelunga di Serra San Bruno e Giampà di Lamezia Terme. Un imprenditore impegnato nei lavori di demolizione del cavalcavia sul fiume Corace di Roccelletta di Borgia è stato invece costretto a consegnare a titolo gratuito ad un esponente del clan degli zingari di Catanzaro materiale ferroso per un valore di 8.000 euro.

PENTITO E COLLABORAZIONE VITTIME
La collaborazione di alcune vittime e le dichiarazioni di un pentito sono tra i principali elementi che hanno portato all’operazione ‘Effetto Domino’. Nel corso delle indagini gli agenti della squadra mobile di Catanzaro hanno compiuto un incisivo lavoro di intelligence anche attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali. L’ operazione ‘domino’, portata a termine nelle settimane scorse, ed ‘effetto domino’, compiuta stamani, sono frutto anche della collaborazione fornita agli investigatori della Squadra Mobile da diversi imprenditori di Lamezia Terme e dell’ hinterland lametino che, dopo varie resistenze dovute alla paura di subire atti cruenti di ritorsione da parte dei clan che gestiscono il racket, hanno deciso di raccontare il sistema delle estorsioni.

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