Home Dossier Cibus 2008 Cibus, chiusura tra i sorrisi: “Ora più forti contro Milano”

Cibus, chiusura tra i sorrisi: “Ora più forti contro Milano”

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 Alessia Ripani

(parma.repubblica.it) La battaglia sul Cibus è già cominciata. Chiusa l’edizione 2008 del salone tra la soddisfazione generale, si guarda al futuro. E mentre Parma annuncia che tornerà dal 10 al 13 maggio 2010, Fiere Milano promuove il suo appuntamento TuttoFood, nel capoluogo lombardo da 10 al 13 giugno dell’anno prossimo. Secondo alcuni una fiera "fotocopia" di quella parmigiana; l’unica in grado di far fronte alla realtà internazionale del mercato secondo altri. Fatto sta che su una cosa tutti convergono: "Farsi la guerra danneggia solo le imprese".

Il successo della manifestazione che per quattro giorni ha attirato sulla città l’attenzione degli operatori del settore agroalimentare e della stampa specializzata non può non confortare quanti hanno operato in prima persona per la riuscita dell’evento. Successo fatto anche di numeri. Circa 80mila le presenze, 500 i buyer stranieri, 2400 gli espositori, oltre 6000 gli incontri di lavoro mirati tra compratori e produttori, i cosiddetti B2B, business to business. " Un risultato ottimo – ha detto Guido Magnoni, responsabile della promozione dei prodotti alimentari dell’Ice, l’istituto per il commercio estero, che ha seguito insieme a Fiere Parma i buyer stranieri, ospitati per quattro giorni e un investimento nell’ordine del milione di euro.

Al quartiere Baganzola però si ripongono scaffali e le 24 ore. Gli operatori di Azione solidale di Parma hanno raccolto il cibo rimasto per darlo in beneficenza. Nell’aria, rimane tanta soddisfazione e molta moltissima suspence per la decisione di Federalimentare (proprietaria del marchio Cibus insieme a Fiere Spa). Il sindaco, forte del risultato, ha rinnovato la sua richiesta affinché il contratto che lega la kermesse a Parma venga prolungato fino al 2020 (scade il 2012), ma a Milano si lavora sodo per fare del capoluogo lombardo il punto di riferimento nazionale del business legato all’alimentazione. Che poi ci sia Expo 2015 pesa, e che il sottotitolo dell’appuntamento sia "Feeding the planet" pure.

"È stata un’edizione dai grandi numeri – dice Pietro Vignali – che dimostra come Cibus è Parma e come le migliorie che in questi anni la città ha realizzato abbiano contribuito a fare di questa edizione un’edizione vincente. Guardando al futuro, e a quello che il Comune si è impegnato a realizzare nel nuovo quartiere fieristico, Cibus ha tutti i numeri per affermarsi ancora di più come ‘la fiera’ del settore in Italia. Per questo è importante che Federalimentare risponda positivamente alla richiesta della città di rinnovare il contratto".

Non è della stessa opinione Michela Fischer, responsabile organizzativa di TuttoFood, ex di Fiere Parma passata alla concorrenza, capitata anche lei a Baganzola, non per caso ma per guardarsi un po’ intorno. "Parma avrà il valore del suo territorio e tutto quello che questo significa, ma può competere in campo internazionale con realtà fieristiche meglio organizzate, capaci di offrire servizi, strutture, logistica di livello. Ma basta fare la guerra. Serve che il governo e i soggetti interessati si siedano attorno a un tavolo e decidano cosa vogliono fare, altrimenti a rimetterci saranno solo le aziende italiane".

Un’accelerazione la chiede anche Vincenzo Bernazzoli, presidente della Provincia di Parma. "È andata bene e non era un risultato scontato. Adesso è il momento di trasformare questo successo in valore, cercando di realizzare in tempi brevi i progetti in cantiere e dando seguito agli accordi stipulati anche con altre realtà fieristiche. Possiamo e dobbiamo farlo, a testa alta e senza presunzione".

"Sempre che Milano non voglia pestare i piedi a Parma e fare una fiera fotocopia". Il presidente di Fiere Parma, Franco Boni, è contento. Perché ha funzionato la formula lunedì-giovedì e l’ospitalità dei compratori internazionali ha dato i suoi frutti. "Questo successo dà una spinta importante per affrontare il futuro e le decisioni che dovranno essere prese, ma Milano non deve insistere nel voler proporre una manifestazione speculare a Cibus. Il mercato fieristico si sta contraendo, è impossibile pensare di organizzare due manifestazioni simili, una ogni anni. Le aziende, soprattutto le medio-piccole che vogliamo aiutare, non possono permetterselo. Ma, in generale, non ha senso. Credo ci siano anche i margini per collaborare, sempre che loro scelgono un target e un taglio diverso".

(08 maggio 2008)

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