Gotha: alle Fiere di Parma l’antiquariato di alta gamma
Tra le opere di maggior valore ci sarà Ritratto di donna seduta, un olio su tela di Giovanni Boldini, dal valore di 350mila euro. Le novità della 14esima edizione
Due leoni scolpiti dal trevigiano Arturo Martini, appena riscoperti. E poi le opere dell’architetto francese Ennemond-Alexandre Petitot.
Queste le due maggiori novità che accompagneranno la quattordicesima edizione di Gotha, manifestazione internazionale di antiquariato di alta gamma, segnando un cambio di passo rispetto al passato: non più solo fiera dell’antiquariato, ma per la prima volta anche contenitore di opere d’arte contemporanee e di fotografia.
L’appuntamento è dall’8 all’11 novembre a Fiera di Parma, con ben sessanta gallerie internazionali, che porteranno le proprie collezioni in circa 1500 metri quadri di spazio. Tra le opere di maggior valore ci sarà “Ritratto di donna seduta”, un olio su tela di Giovanni Boldini, dal valore di 350mila euro. Ma anche un “San Sebastiano” di Guido Reni, documentata, dal valore di 160mila euro.
“Rinnovamento – afferma Ilaria Dazzi, brand manager di Gotha – sla parola che meglio rappresenta questa nuova edizione. Cambia la proposta espositiva, che oggi si presenta con un mix di artwork di altissimo antiquariato e avanguardie contemporanee. Ci saranno degli incontri con esperti d’arte. Inoltre, arriveranno tanti buyer provenienti da tutto il mondo”.
La kermesse sarà arricchita da due mostre collaterali. La prima, “Tesori del Settecento: tre opere donate all’Accademia di Parma”, ruota attorno alla figura di Petitot, che combinando fantasia tardobarocca, modernità classica e razionale. Lavori che segnarono profondamente la città emiliana. Curata dall’Accademia delle Belle Arti, fondata dallo stesso architetto, “Tesori del Settecento” consiste in tre quadri: “Ritratto di Ennemond-Alexandre Petitot” e “Ritratto del nipote di Petitot”, attribuiti all’artista tedesco Johann Zoffany e “Veduta interna del tempio alla dea Mnemosine”, di Evangelista Ferrari.
“Oltre a essere opere uniche, di elevato valore economico — specifica Carlo Mambriani, ordinario di Storia dell’Architettura dell’Università di Parma — i tre dipinti esposti costituiscono altrettanti tesori affettivi per l’Accademia, soprattutto quali testimonianze emblematiche del ruolo che la città e questa istituzione ebbero in campo artistico e culturale sulla cosmopolita scena europea dell’età dei Lumi”.
A contrapporsi a queste tre tele intime e familiari, emblematiche dell’arte settecentesca di Parma, ecco la seconda collaterale che guarda al Novecento e allo scultore Arturo Martini. Le statue che saranno esposte, e che hanno un valore intorno ai 150mila euro, sono simili a “Il Leone e la Leonessa”, in grss ceramico verde, che si trovano nell’atrio dell’Università Bocconi, fin dalla sua inaugurazione, il 21 dicembre 1941. La mostra prende proprio il nome: “Leone e Leonessa 1935-1936. Due sculture ritrovate di Arturo Martini”.
“Queste — commenta il critico d’arte Roberto Borghi — sono tra le sculture più insolite e preziose dell’artista. Sono l’esito di un tentativo di creare opere d’arte con procedimenti industriali, ma hanno una qualità formale persino superiore a certi pezzi unici. Pensati come sedili da giardino, avrebbero dovuto avere una funzione d’uso, e invece possiedono l’aura di sacralità propria delle sculture delle cattedrali. Arcaici e infantili allo stesso tempo, possiedono una grazia spiazzante”.
Numerosi anche gli incontri per discutere di arte. In fiera di Parma si parlerà di dove sta andando il collezionismo. A fare il puntodella situazione saranno i collezionisti Lucia Bonnani e Mauro Del Rio che il 9 novembre dialogheranno con il giornalista di Repubblica Antonio Mascolo.
Mentre il 10 novembre sarà la volta di Serena Bertolucci, direttore di Palazzo Reale di Genova e Mauro Felicori, che per tre anni ha guidato la Reggia di Caserta. Sempre il 10, Fabio Romano Moroni e Stefano Ridolfi interverranno sul tema “XArt Fingerprint Authentication System. Il metodo di identificazione delle opere d’arte.
L’incontro è organizzato dal Centro Studi Archeometrici (Ce.S.Ar) in collaborazione con Arsmensurae e la Sapienza Università di Roma. Fuori programma, l’8 novembre, si terrà l’incontro “Petitot e le Competizioni europee dell’Accademia di Parma nel settecento”, a cura dello storico dell’arte Alessandro Malinverni e del professore Carlo Mambriani. 31 ottobre 2018
Fonte Link: parma.repubblica.it