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Ottimi film in circolazione, di questi tempi

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Gian Carlo Marchesini

A single man di Tom Ford, ad esempio, tratto da un libro ambientato negli anni Sessanta di Christopher Iserwood, pubblicato da Adelphi,  e con un attore protagonista assolutamente strepitoso, Colin Firth (La ragazza con gli orecchini di perla, L’importanza di chiamarsi Ernesto). Sapete che significa entrare in sala, accomodarsi in poltrona, e non muoversi praticamente più dalla posizione iniziale se non dopo il dissolversi dei titoli di coda? Sapete che significa – ma spero proprio di sì – trovarsi senza rendersene conto il viso bagnato di lacrime? Bene, questi sono alcuni degli effetti provocati da questo gran bel film. E pensare che prima di convincermi alla visione avevo dei dubbi: Tom Ford, ma non è uno stilista di moda? Non curerà eleganza dei dettagli a scapito della complessità e profondità? E non è il suo primo film? Ci si può improvvisare registi in età così avanzata? Ebbene, ho avuto  una solenne e felice smentita: A single man è sapiente e coinvolgente  perché ha tutti i numeri e i requisiti dell’opera matura pur essendo opera prima, perché cura con amore i dettagli senza per questo trascurare tutti gli altri elementi e fattori che contribuiscono a realizzare un’opera d’arte; perché si avvale intelligentemente di un ottimo testo trasformato in soggetto e sceneggiatura dallo stesso Tom Ford,  che costituiscono spina dorsale, schiena dritta e struttura capaci di reggere e valorizzare profondità nel trattare un tema e eleganza dell’immagine e della forma.

Quanto poi alla recitazione di Colin Firth,  oserei dire che è di una perfezione tanto stupefacente quanto misurata, senza una stilla e una goccia in meno o in più, tutta centrata sui lampi, sui giochi e sulle sfumature dello sguardo. Ovviamente, omosessuali autore del libro e regista, l’opera è chiaramente virata su quel versante e in quella direzione. Ma, ragazzi, lode a un film in cui si parla di sentimenti,  amicizia, amori e passioni, rispettandone ed esaltandone qualità e dignità specifica, senza che identità e genere di chi ne è titolare e portatore risultino in qualche modo soverchianti o disturbanti. Un amore è un amore è un amore, e il suo valore, se c’è, è universale a prescindere dal sesso e dall’età dei soggetti coinvolti. Con autenticità e verità si gode e si soffre, si ama e si odia allo stesso sostanziale modo: il resto sono circostanze, pretesti, contingenze. E però pensate, dall’inizio dei tempi,  a quanti  equivoci e pregiudizi, ostilità e scandali, drammi e tragedie! Ma un tempo almeno c’era la questione della necessità di alimentare e difendere la perpetuazione della specie. Ora, in sua assenza – siamo perfino troppi! – sulla spinta d’inerzia si continua in larga misura a diffidare e a sospettare, a ridacchiare ed etichettare, a stigmatizzare e criminalizzare. E poi,  – e gli scambi e i dialoghi proposti nel film sono al proposito straordinariamente efficaci –  se  l’amore tra donna e uomo ha come sbocco auspicato e molto probabile la procreazione di uno o più figli (ma poi i figli crescono e se ne vanno, e allora spesso tra i coniugi cala pesante il silenzio dell’assenza e del vuoto), un legame amoroso tra due donne o due uomini può essere fecondo di  idee e opere di bellezza artistica sublimi.  Probabilmente, Socrate senza Alcibiade, Adriano senza Antinoo, Thomas Mann senza Tadzio, la Yourcenar senza la sua compagna adorata,  non avrebbero maturato i loro splendidi frutti…   Insomma, la natura umana è plasmabile, duttile e generosa al di là e al di fuori di alcuni (potentissimi) schemi e (ancora dominanti) modelli.

A single man racconta magnificamente tutto questo nell’arco temporale di una giornata, senza pigiare troppo sul pedale del melodramma, senza eccedere in effetti, con una cura sapiente delle increspature espressive minime, delle battute folgoranti, del dosaggio del giusto taglio e inquadratura, del particolare e del dettaglio: tenendo così insieme solitudine disperata e abbandono alla passione, dolore inconsolabile per la perdita e   capacità di vivere la pienezza e la felicità degli incontri d’amore. E il fatto che questo succeda tra maschi nulla toglie alla loro qualità e sostanza. Anzi,  come annota acidamente e argutamente nella sua recensione del film Natalia Aspesi,  oramai, al cinema, si direbbe che solo nelle storie d’amore tra maschi aleggi ancora un’aura di  passione romantica.    Buona visione.

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