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TUTTI PAZZI PER TIM BURTON

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(ansa.it) Inevitabile standing ovation, tifo da stadio nella compassata sala grande del Palazzo del cinema per Tim Burton leone d’oro alla carriera e ovazioni per Johnny Depp, il suo attore feticcio venuto a consegnargli il premio. "Amo il festival di Venezia – ha detto Burton – un festival di chi ama il cinema e dove non predomina il business. Ogni volta che vengo qui provo grande emozione: Venezia ha un posto speciale nel mio cuore. Ringrazio per questo Leone d’oro alla carriera che mi spronerà a fare di più e meglio per il cinema". In sala sedeva la moglie, l’attrice Helena Bonham-Carter, in abito viola che non riusciva a nascondere lo stato di avanzata gravidanza. Poi, il direttore della Mostra Marco Muller e il presidente della Biennale Davide Croff hanno chiamato il ‘complice’ del geniale Tim Burton: Johnny Depp.

Emozionato visibilmente, doppiopetto bianco con foulard nero al taschino, pantaloni neri, scarpe bianche e beige a punta, Depp ha dichiarato l’imbarazzo riuscendo a dire poche sentite frasi: "é un’onore far parte di questa cerimonia, così come lo è partecipare ai film di Burton, ma non dico di più altrimenti Tim non mi prenderebbe più nei suoi film. E’ un artista originale, creativo, è il mio regista favorito e soprattutto è un amico". Sul red carpet poco prima c’era stato quel caos di urla e applausi che fa così bene alla salute della Mostra e che quest’anno si era visto solo in poche occasioni (Brad Pitt e Angelina Jolie, George Clooney, Keira Kinghtley) ma non così intenso. Stasera, dopo la proiezione attualmente in corso di Tim Burton’s The Night Before Christmas nella edizione in Disney digital 3D, cena riservata al Chiostro di S.Nicolò data dalla Warner con la Biennale in onore del leone Tim Burton.

IL GIORNO DI TIM BURTON (dell’inviata Alessandra Magliaro) – Isteria collettiva, tifo da stadio come neppure per Brad Pitt e George Clooney, cinefili scatenati: tutti pazzi per Tim Burton, regista di culto, adorato dagli adolescenti e dagli spettatori di ogni età in sintonia con la malinconia e l’horror grottesco del suo cinema.

Oggi, con la Mostra del cinema in via di chiusura, è veramente il Tim Burton Day: file fuori il palazzo del cinema, gente con occhi bistrati e capelli arruffati per ricordare i suoi film, cartelloni con i disegni dei suoi personaggi. Il più giovane Leone d’oro alla carriera ha 49 anni e sembra quasi stupirsi degli applausi a lui tributati in conferenza stampa. Sta finendo il nuovo atteso film (lo distribuirà la Warner in uscita mondiale a gennaio) Sweeney Todd: The demon barber of Fleet Street, un musical grottesco su un barbiere assassino per vendetta, con protagonista l’attore feticcio di Burton: Johnny Depp che oggi pomeriggio gli consegnerà il Leone d’oro. "Questo premio è un onore, mi dà la forza per rinvigorirmi. Il Leone alla carriera più giovane? Sono più vecchio di quanto sembri", ha detto Burton che in passato ha portato alla Mostra del cinema di Venezia due dei suoi capolavori d’animazione: Tim Burton’s The Nightmare before Chistmas nel ’94 e La sposa cadavere nel 2005. ”Quelle sono state le migliori esperienze che abbia mai avuto, un cinema puro, fuori dalle logiche di business, un qualcosa che ogni regista desidera", ha ricordato. In suo onore stasera verrà proiettata la nuova versione in Disney Digital 3d delle avventure natalizie del melanconico Jack Skleton appena rieditate da Buena Vista e poi un tributo della Warner con spezzoni dei suoi film, da Pee-Weés Big Adventure, primo folgorante esordio del 1985 al surreale Beetlejuice – Spiritello porcello, a Batman, Edward mani di forbice in cui cominciò il sodalizio con Johnny Depp, passando per Ed Wood, Mars Attacks!, Sleepy Hollow. Non considera i suoi film fiabe per adulti ("da piccolo le mie fiabe erano in realtà i film sui mostri") ma fiabe e basta perché "mi piacciono i simbolismi", come la spirale ipnotica di tanti suoi film, "un simbolo del cinema, perché apre al mistero, al subconscio". Al geniaccio Tim Burton piace sentirsi libero, "né classificato come regista indipendente, né al servizio degli studios". La sua è una "fantasia al potere", come ha detto il direttore della Mostra Marco Mueller oggi. E se pure il suo cinema è colorato, fantasioso, capace di suscitare ogni genere di emozione dalla commozione alla paura, pieno di effetti speciali, "il mio principale obiettivo restano sempre gli attori, la spontaneità creativa di un set. La tecnologia fa male al cinema così come l’eccessivo accesso alle informazioni: sono cresciuto rispettando la magia del non sapere". Non ha un film preferito Tim Burton, "perché sono vicino a tutti, anche quelli che hanno avuto meno successo, ma un posto speciale nel mio cuore ce l’hanno Ed Wood, Nightmare Before Christmas, Edward Mani di forbice".

Con Johnny Depp, che sta arrivando da Nizza proprio per lui, "c’é un legame speciale difficile da spiegare. Mi piacciono gli attori che hanno voglia di diventare personaggi, creature diverse, mentre tanti attori restano loro stessi e su questo ci costruiscono la carriera, Johnny invece è un grande creativo". E Depp è Sweeney Todd: The demon barber of Fleet Street, un horror musical gotico tratto da un musical di Broadway. "Non sono mai stato un grande fan del genere musicale e questo per me è stata un’ulteriore sfida. Sul set si suona, come nei film muti con la musica dei vecchi tempi, con il pianoforte in scena e gli attori al servizio delle canzoni", ha detto Burton. Il film racconta la storia di Benjamin Barker (Depp) che, riconquistata la libertà dopo anni di carcere, torna a Londra per cominciare la sua nuova vita ma anche per vendicarsi. Accanto a Depp c’é Helena Bonham Carter, Alan Rickman, Timothy Spall, Christopher Lee e Sacha Baron Cohen. Scenografo del film è il premio Oscar Dante Ferretti, oggi in prima fila ad applaudirlo.

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