QUANDO LA GIUSTIZIA ITALIANA CENSURO’ ULTIMO TANGO A PARIGI E CONDANNO’ BERNARDO BERTOLUCCI
Bernardo Bertolucci fu condannato dalla cassazione alla distruzione del negativo per oscenità
Era il 29 gennaio 1976, più di 35 anni fa, quando il film di Bernardo Bertolucci Ultimo Tango a Parigi veniva condannato dalla cassazione alla distruzione del negativo per oscenità (con l’aggiunta della perdita dei diritti civili, tra cui la possibilità di votare, per il regista). Il film era uscito poco più di tre anni prima, il 15 dicembre ’72, restò in programmazione otto giorni e finì sotto le forbici della censura per subire una serie di processi che portarono appunto alla sua «distruzione» totale. Per fortuna fu chi si premurò di salvarne il negativo (anche per merito della coproduzione francese) perché undici anni dopo, il 9 febbraio 1987, il film veniva riabilitato con sentenza di «non oscenità» dal momento che era «mutato il comune senso del pudore».
UNA PIETRA MILIARE – Perché tanto accanimento? Solo per la fin troppo citata scena del «burro», dove Brando sodomizza la Schneider aiutandosi con un po’ di grasso animale? Quella fu la pietra dello scandalo ma era evidente che quel film, che raccontava l’impossibilità di un rapporto solo sessuale tra due persone e che coinvolgeva molti dei fantasmi (erotici e non solo) che agitano le menti, toccava troppi punti delicati nel rapporto con il Sesso, con l’Amore, con la voglia di fuggire dalla o di ricominciare una Vita per non irritare e scioccare. Rivisto a tanti anni di distanza il film mantiene sempre la sua forza e la sua capacità di parlarci della solitudine umana e della distanza tra i sessi nella nostra società, grazie alla straordinaria prova di Marlon Brando, qui in una delle sue ultime grandi interpretazioni. E naturalmente grazie alla regista di Bernardo Bertolucci che sa usare la luce di Storaro e i movimenti di macchina di Umetelli, la musica di Gato Berbieri e il montaggio di Kim Arcalli per restituirci la profondità me l’ambiguità di ogni essere umano. Certo, non tutto regge così bene l’esame del tempo: la parte più «cinefila», quella affidata al personaggio di Jean-Pierre Léaud, alle citazioni di Freud e Bataille, alla sottolineatura di eros e thanatos, sono decisamente datate e un po’ invecchiate. Ma questo non toglie che il film resti una delle realizzazioni maggiori di Bertolucci e un film da non dimenticare.
UN’EDIZIONE SUPERBA – Per il quarantennale dell’uscita la Dall’Angelo Pictures ha messo in vendita un’edizione «anniversary» di grandissima qualità. Il film, restaurato dei tagli subiti negli anni, compresi gli 8 secondi che impose la censura per la primissima edizione, è stato restaurato e rimasterizzato in alta definizione, così da recuperare la qualità originale della fotografia di Vittorio Storaro. A questo disco se ne aggiunge un altro solo di extra, con un’intervista molto approfondita a Bertolucci (40 anni dopo) dove racconta anche degli attori che rifiutarono il ruolo, la registrazione della serata del 1982, a Roma, dove cinefili e radicali sfidarono la censura per presentare in pubblico una copia del film allora destinato al rogo (Ladri di cinema, a cui partecipò anche il regista) e lo speciale americano Once Upon a Time: Last Tango in Paris dove Bertolucci, Storaro e la Schneider parlano del film.
Paolo Mereghetti
20 ottobre 2011