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CHAMPIONS: LA ROMA RISORGE, SOFFRE L’INTER

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(ansa.it) ROMA – Dall’inferno in paradiso in 90′. La Roma, spinta da un Vucinic funambolico, da’ tre calci alla crisi infliggendo un pesante ko ai vicecampioni d’Europa del Chelsea. Di fronte a Capello e al presidente Uefa Platini, venuto a fare una verifica in vista della finale Champions di maggio, la Roma vince 3-1 e offre una notte magica ai suoi ritrovati tifosi. La bella addormentata si risveglia dopo mesi di torpore cacciando gli incubi di un inizio di stagione terrificante. Cinque sconfitte di fila, Spalletti in bilico dopo tre anni di gloria, giocatori contestati, sull’orlo di una crisi di nervi: il gruppo giallorosso, di nuovo unito e concentrato, da’ una virata e riprende la rotta. Ce ne vorra’ di tempo per fare una stima dei danni da terremoto subiti finora, ma almeno in Champions l’obiettivo qualificazione e’ a portata di mano. Dipendera’ dall’impegno in casa, il 26 novembre, con il Bordeaux che, come la Roma, si e’ risvegliato in casa del Cluj.

Ora, a partire da domani, Spalletti e la sua band torneranno a pensare al campionato e alla trasferta di sabato a Bologna, dove troveranno Sinisa Mihajlovic, appena insediato. Ma lo scatto di reni c’e’ stato, la squadra si e’ ricompattata e l’abbraccio con l’allenatore sul 3-0 testimonia che a Trigoria sta tornando l’armonia. L’interrogativo ora e’: ma che fine avevano fatto? Toccherebbe a Totti riprendere in mano la squadra e il capitano sbuffa, si impegna, smista, soffre, da’ l’esempio. Ma per ritrovare le sue magie bisognera’ aspettare. In compenso ci pensa Mirko Vucinic a fare la differenza con giocate e gol d’autore, riprendendo il filo dello scorso anno. E a dare sostanza ci pensa un centrocampo di qualita’ e quantita’, con Pizarro e De Rossi splendidi, un Brighi sgobbone e un modulo trasformato, almeno per il momento, in un piu’ utile 4-4-2. . Meno felice Perrotta, mentre in difesa Doni torna a chiudere bene e Panucci segna e difende come ai bei tempi. Difficile tracciare i confini tra meriti giallorossi e demeriti Blues. Il Chelsea sembra squadra di modesta levatura con tanti protagonisti spremuti, Deco e Anelka evanescenti, Lampard presente sui tiri da fuori, deludente in difesa. Perfino Mikel, all’andata il migliore, latita. Ma la squadra inglese veniva da una lunga striscia positiva e non aveva mai preso tanti gol. Una lezione di umilta’ per Scolari e company che servira’. Ancora temporali su Roma, ma stavolta le precauzioni sono maggiori e il fondo campo regge. Poco prima dell’inizio Giove Pluvio concede una pausa e la Roma, che sente caldo l’incitamento del suo pubblico, scende in campo con Francesco Totti e Vucinic, mentre Scolari lascia in panchina il convalescente Drogba. A fare le spese del maltempo sono i tifosi del Chelsea, i cui charter vengono dirottati a Pescara.
La Curva Sud concede una doverosa tregua europea e si schiera compatta con la squadra. Anche se il Chelsea e’ in formazione un po’ rabberciata, i Blues non ci pensano due volte a tirare da lontano appena possibile. E cosi’ al 9′ Deco costringe Doni in angolo. Risponde un po’ balbettante la Roma: Totti a Vucinic, girata di poco alta. Al 21′ Lampard bombarda da fuori e Doni si allunga in angolo, Anche al 29′ il portiere rimedia in angolo. Poi la svolta al 34′: Totti viene steso a centrocampo e Pizarro apre lungo sulla sinistra a Cicinho, che scende e crossa. La difesa dei blues e’ stranamente immobile, forse pensando al fuorigioco, e per Panucci e’ un gioco da ragazzi appoggiare comodamente in rete. L’Olimpico esplode e la Roma sembra un po’ sbloccarsi. Al 39′ c’e’ un contrasto sospetto di Joe Cole ai danni di Pizarro, la Roma chiede il rigore ma Medina Cantalejo fa proseguire. Poi un’azione in contropiede al 45′ di Vucinic, che conclude con un tiro che non impensierisce Cech. Scolari, vista la mala parata, cerca di correre ai ripari e fa entrare Belletti e soprattutto Drogba, ai box dal primo ottobre. Ma la Roma torna in campo con la giusta concentrazione e al 3′ raddoppia. Brighi in contropiede si destreggia bene e lascia a Vucinic, che con un tiro potente e ad effetto trova l’angolino. La Roma si elettrizza e puo’ gestire con ritrovata energia. E in contropiede da’ il colpo di grazia agli evanescenti avversari. Al 12′ Vucinic si invola sul terreno pesante, lo bracca Mikel ma il montenegrino lo lascia surplace, si presenta in area, con Totti solo dall’altra parte, e stende ancora una volta Cech. E’ l’apoteosi: Vucinic sommerso da tutta la squadra, e al mucchio si aggiunge anche Spalletti. Poi esce Totti, che raccoglie una valanga di applausi e subentra Baptista mentre il Chelsea fa entrare Kalou. Ma al 30′ gli inglesi provano a rientrare in partita: tiro da fuori di Deco respinto da Doni, ci sono tre giocatori davanti alla porta, forse tenuti in gioco da Mexes; Terry e’ lesto a mettere dentro tra le proteste inutili dei romanisti. Poi al 31′ Baptista calcia alto da buona posizione. A questo punto la Roma controlla, gestisce ma in contropiede potrebbe ancora pungere. La curva sud, comunque, si accontenta e alla fine abbraccia idealmente i giocatori che allontanano i fantasmi. Ma la rincorsa non sara’ facile.

NICOSIA – L’Inter che non ti aspetti contro l’Anorthosis che era lecito aspettarsi. Lo squadrone dei tanti campioni si fa rimontare due volte e addirittura si fa mettere sotto (momentaneamente) dai piccoli ma sempre piu’ sorprendenti ciprioti, per giunta penalizzati da importanti assenze. Finisce 3-3, con l’orgoglio cipriota di aver segnato tre reti alla grande Inter e con la delusione dei nerazzurri, che rinviano a prossima data – sperabilmente per loro – questa sempre piu’ sofferta qualificazione agli Ottavi di Champions. Potevano conquistarla oggi, hanno perduto l’occasione confermandosi (loro e il loro tecnico) sempre piu’ indecifrabili e discontinui. E domenica, prova di fuoco contro l’Udinese, dopo questa gara combattuta oltre ogni previsione.
Mourinho attua un significativo rimescolamento di carte rispetto a Reggio Calabria. Lascia fuori Cordoba e, accanto a Burdisso, inserisce Materazzi al centro della difesa, schierando Zanetti terzino sinistro. Almeno formalmente, dispone un centrocampo a quattro con Quaresma e Mancini esterni, mentre a dare spessore al centro tornano Cambiasso e Stankovic. Davanti, come sempre, c’e’ Ibrahimovic, che fa coppia col ‘premiato’ Balotelli. Sull’altro fronte, Ketsbaia affida la chiave del suo 4-1-4-1 a Dobrasinovic regista, al posto dell’infortunato Dellas, e all’ala sinistra Taher sostituisce l’altro infortunato Savio. Il gioco nerazzurro parte solido e tranquillo, i ciprioti appaiono poco consistenti, ma in avanti c’e’ anche un po’ troppa confusione nei movimenti e negli appoggi. E in difesa si avvertono presto segni di disattenzione: al 12′, dopo un passaggio sbagliato di Burdisso, Julio Cesar salva la porta in uscita disperata su Taher. A sistemare le cose, provvisoriamente, ci pensa Ibra con un tremendo calcio di punizione, che consente a Balotelli di segnare in tap-in. Da quel momento, per un quarto d’ora l’Inter e’ padrona della situazione (splendida percussione con gol mancato da Stankovic), finche’ al 31′ Burdisso inganna con un incredibile retropassaggio Julio Cesar (vittima o complice?) e consente all’Anorthosis di pareggiare con Bardon. Dall’1-1 in poi la partita diventa folle, con Ibra che si vede respingere un tiro gol al volo, Balotelli che ne manca un altro, e Materazzi che al 45′ festeggia il suo rientro segnando di testa su calcio d’angolo. Ma i ciprioti riacciuffano subito il pari, su corner, grazie a un altro pasticciaccio della difesa nerazzurra che da’ la possibilita’ a Panagi (appena entrato al posto dell’acciacciato Paolo Costa) di andare in gol di testa. Avvio di ripresa choc per l’Inter. L’Anorthosis e’ sempre piu’ su di giri, gioca e preme, e al 4′ l’Inter paga un altro errore – ma forse in questo caso piu’ un colpo di sfortuna – di Nicolas Burdisso, nel confronto col quale esce vincente Frousos, che mette in rete la palla del 3-2 per i ciprioti. L’Inter e’ sotto, lo stadio impazzisce. E allora Mourinho rivoluziona la squadra: fuori Burdisso, Stankovic e Mancini, dentro Maxwell, Vieira e Cruz, mentre Balotelli si piazza largo sulla sinistra. Ketsbaia risponde rafforzando la difesa. Ma per l’Inter, stordita e incapace di costruire, e’ ancora sofferenza: corrono e attaccano i ciprioti, e due volte Julio Cesar salva la porta, su Laban e Costantinou. Finalmente nell’ultimo quarto d’ora i nerazzurri ritrovano orgoglio e determinazione. Il portiere Beqaj compie almeno due miracoli, ma non su Cruz, che riagguanta il pareggio e salva l’onore dell’Inter, mentre Ibra sbaglia sotto porta il possibile e l’impossibile. E poi ci sarebbe anche un altro gol di Cambiasso, ma secondo l’arbitro la palla non supera del tutto la linea di porta e cosi’ finisce 3-3.

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