Festa scudetto Napoli, campione d’italia, muore ragazzo di 26 anni: era stato ferito a colpi d’ arma da fuoco. 203 i feriti
Come trasformare una festa in una tragedia dopo un campionato fantastico in cui il Napoli ha dimostrato di essere superiore a tutti per gioco, mentalità, gruppo, gestione societaria, l’ottimo lavoro di Giuntoli che ha costruito una rosa giocatori ottimali, per qualità di molti giocatori divenuti campioni sotto la guida di Spalletti. Fin dall’inizio campionato, dopo le prime partite, e aver visto le giocate del georgiano Khvicha Kvaratskhelia, ero convinto che il Napoli avrebbe vinto il titolo nonostante le importanti partenze nel calciomercato estivo. Deve essere riconosciuta a ADL una ottima gestione societaria e capacità di Giuntoli. Una grande festa partenopea ostaggio, però, di gruppi criminali che hanno funestato il terzo titolo. Una festa oltremisura di una città che aspettava questo titolo dopo 33 anni. LB
Dopo la morte, conoscenti e amici della vittima hanno danneggiato il pronto soccorso del Cardarelli. Altri tre feriti a colpi di pistola, non sono gravi, c’è anche una ragazza. Sono tutti di Ponticelli. 203 i feriti. Aperte indagini.
Si chiamava Vincenzo Costanzo e aveva 26 anni il ragazzo ucciso a colpi di pistola durante i festeggiamenti per la vittoria dello scudetto. E’ morto nella notte dopo esser stato ferito da colpi d’arma da fuoco. E’ successo in zona Piazza Volturno. nei pressi di piazza Carlo III. La vittima (già nota alle forze dell’ordine per legami con la famiglia camorrista D’Amico) è stata ricoverata all’ospedale Cardarelli dove è deceduta poco dopo nonostante i tentativi dei sanitari di rianimarlo.
Era del quartiere Ponticelli. Era stato ferito a colpi di arma da fuoco e ricoverato in gravi condizioni all’ospedale Cardarelli. Subito dopo il decesso, conoscenti e amici hanno danneggiato il pronto soccorso dell’ospedale.
Poco dopo la polizia ha bloccato una familiare che aveva aggredito gli agenti. G.P., 49enne napoletana con precedenti di polizia, è stata arrestata per danneggiamento, resistenza a pubblico ufficiale e interruzione di pubblico servizio.
Il prefetto di Napoli, Claudio Palomba, ha dichiarato che “l’episodio è del tutto slegato dai festeggiamenti”. La vittima non aveva precedenti penali ma era imparentata con la famiglia D’Amico, da anni in lotta per il controllo del territorio di Ponticelli contro i De Micco. Il ventiseienne infatti era il figlio della sorella di Anna Scarallo, moglie del boss Antonio D’Amico. Non si esclude possa essersi tratto di un agguato, come lascia ipotizzare il numero di colpi esplosi, almeno sei. L’altra ipotesi è quella della lite in strada per ragioni da accertare.
Nella sparatoria sono rimaste coinvolte altre tre persone, una donna di 26 anni di Portici e due giovani di 24 e 20 anni, entrambi di Ponticelli: sono state ferite sempre a colpi di pistola ma non sono in pericolo di vita: la ragazza, fidanzata di Costanzo, è stata colpita a una caviglia e guarirà in dieci giorni, il 24enne al gluteo con prognosi quindici giorni, così come il ventenne.
Sono 203 i feriti arrivati nei pronto soccorso degli ospedali di Napoli gestiti dall’Asl Napoli 1 durante la notte dei festeggiamenti per lo scudetto. Tra questi ci sono anche le persone coinvolte in quella che sembra una sparatoria che ha provocato una vittima. Dei 203 feriti, 38 erano codici bianchi, 65 verdi, 75 gialli e 22 rossi. Oltre ai 4 colpiti da proiettili, ci sono persone con ferite da coltello, persone con ferite alla mano per scoppio di petardi, con lussazioni di spalle, con frattura di polsi e arti, con traumi oculari per colpi o petardi, con fratture del setto nasale, con ferite lacero contuse per incidenti o cadute, con traumi cranici, persone assistite per attacchi di panico, crisi asmatiche per inalazione fumogeni, e una in overdose di cocaina. Tra i codici verdi 3 poliziotti aggrediti. Assistiti dopo le 3 ubriachi e persone che avevano fumato droghe. Il giovane era stato ferito in zona Piazza Volturno, nei pressi di piazza Carlo III.
Altre tre persone, una donna di 26 anni e due giovani di 24 e 20 anni, sono state ferite,sempre a colpi di pistola ma non sono in pericolo di vita: la ragazza è stata colpita a una caviglia e guarirà in dieci giorni, il 24enne al gluteo con prognosi quindici giorni, così come il ventenne.
Sulla vicenda indagano i carabinieri. Una delle ipotesi più accreditate è che tutti siano stati colpiti nello stesso luogo. Le forze dell’ordine stanno cercando di ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto. Le indagini sono condotte dai carabinieri con il supporto della squadra mobile e il coordinamento della Procura. Dal racconto dei feriti, gli investigatori sperano di ottenere nuovi elementi per fare luce sul delitto. Perché non erano installate telecamere di videosorveglianza? Eppure erano stati predisposti dieci maxischermi. Che nel caos dei festeggiamenti si potessero verificare azioni di violenza extra calcistici era abbastanza prevedibile e non capisco perché non siano stati disposti adeguati sistemi di controllo in tutta la città. Termino con un abbraccio di grande cordoglio alla madre che ha perso suo figlio nella notte di grande felicità per tutta la città, non per lei purtroppo. La perdita di un figlio per una madre è il dolore più grande che una persona possa immaginare, umanamente insopportabile! da impazzire, da sprofondare in un dolore infinito. Spero che ADL e qualcuno della squadra del Napoli e rappresentanti delle Istituzioni, sappiano esserle vicino per consolarla e confortarla. Ancor più, se come sembra, sia stato un regolamento di conti camorristico.
Osimhen: “Un giorno che non scorderò mai”
“È un’emozione fantastica per me, abbiamo aspettato tanti anni per portare lo Scudetto al Napoli e ci siamo riusciti, è un giorno che non scorderemo mai per tutta la vita. Ora andiamo a festeggiare col pubblico nel nostro stadio”. Lo dice l’attaccante del Napoli Victor Osimhen dopo la conquista dello scudetto. “Non avrei saputo quantificare questa sensazione, è veramente meravigliosa -aggiunge il 24enne nigeriano a Dazn-. A inizio stagione eravamo sfavoriti, non molti credevano in noi ma grazie all’unione, a un grande allenatore, al presidente e chiunque è nel club siamo stati in grado di credere nello Scudetto e di vincerlo. Ora ci godiamo il momento”.
Spalletti: “Qui hanno allenato i grandi, volevo vincere”
“Per quelli abituati a lavorare duramente non si riesce a gioire nelle vittorie, è una felicità fugace. Bisognerebbe fermarsi ma è un’impostazione di vita che ti toglie qualcosa della felicità che dovresti avere”. Queste le parole di Luciano Spalletti ai microfoni di Dazn, nel post partita di Udinese Napoli, dopo la vittoria del terzo scudetto del Napoli. “Vedere i partenopei felici è la più grande emozione, sono loro che ti trasferiscono attraverso la loro felicità l’emozione. Il problema era arrivare attraverso questo punto qui, avevamo il sentimento di una felicità sul groppone. I napoletani hanno il diritto di gioire così” ha aggiunto il mister toscano, ricordando poi il percorso azzurro verso il trionfo del tricolore: “Mi hanno chiesto di mantenere in primis il Napoli in zona Champions League. Volevo provare a vincere il campionato, una responsabilità per strappare il massimo da parte dei calciatori e avere una mentalità per andare avanti quest’anno. Era il secondo tempo di un percorso e abbiamo realizzato partite splendide. Qui hanno allenato Ancelotti, Gattuso e Sarri, volevo vincere lo scudetto”, ha concluso il mister partenopeo. (