Home Argomenti Insiemedove Nel 2008 si impone vacanza “a chilometri zero”

Nel 2008 si impone vacanza “a chilometri zero”

151
0

Valentina Roncati

(ansa.it) ROMA – Meno giorni di vacanza, meno chilometri da percorrere per raggiungere la località scelta per trascorrere il periodo di feste: il nuovo stile low cost per il Natale 2008 ha imposto la cosiddetta ‘vacanza a chilometri zero’. A sostenerlo sono Coldiretti e l’agenzia Sl&A turismo e territorio i quali in uno studio affermano che ad una moltiplicazione delle vacanze (non più la ‘villeggiatura’ di un tempo ma più vacanze durante l’anno, sfruttando le varie opportunità del calendario) non poteva che corrispondere la riduzione progressiva della loro durata media e quindi l’affermarsi in termini assoluti e relativi delle vacanze brevi rispetto a quelle medio-lunghe.

 Tanto che nel 2008 si è verificato per la prima volta il ‘sorpasso’ delle microvacanze (quelle da 1 a 3 notti) rispetto alle vacanze tradizionali e la tendenza ‘micro’ sembra difficilmente arrestabile: una proiezione al 2020 fa intravedere un sorpasso anche in termini di fatturato delle microvacanze su quelle più lunghe. Con l’accorciarsi del periodo di vacanza si restringe anche il suo raggio e il fenomeno non sembra essere episodico ma tendenziale se è vero che ad esempio in Trentino i bacini di domanda interna limitrofi, la Lombardia e il Veneto, hanno visto crescere le proprie presenze del 17% negli ultimi inverni dal 2001 al 2007.

 Nelle vacanze a ‘chilometri zero’ si prediligono le cosiddette località ‘minori’ le quali, rispetto alle città con appeal turistico e alle località più rinomate, hanno il vantaggio di permettere un risparmio che è stato calcolato essere dell’ordine del 39% per la ricettività alberghiera e del 33% per la ristorazione. Insomma: chi viaggia vicino, e predilige il ‘piccolo’ rispetto al ‘grande’, ottiene sempre uno sconto di almeno un terzo della spesa.

Tuttavia non sono solo le motivazioni economiche alla base della vacanza a ‘chilometri zero’ il fenomeno ha padri ben più nobili: una maggiore apprezzamento dello spazio prossimo, del piccolo tesoro che c’é dietro l’angolo; una crescente responsabilizzazione al risparmio energetico; una più intensa seppure non impegnativa, attività fisica, il tentativo di sfuggire alla omologazione delle esperienze e dei sapori. In questo quadro, gli italiani in vacanza prediligono l’agriturismo nelle campagne toscana, umbra e pugliese, magari vicine a centri termali e remise en forme e la montagna.

Nelle spa e nelle oasi di benessere, avvolti in accappatoi, con turbanti e asciugamani in testa e infradito ai piedi, si brinda a bordo piscina, coccolati da massaggi e idromassaggi. Ampia la scelta che offre la montagna: l’Italia è al terzo posto per numero degli impianti di risalita, sono 2.300, la stagione sta andando bene e anche le prenotazioni per l’inizio del 2009 – in controtendenza rispetto agli altri comparti del settore turistico – sono buone. Infine lo sci, che quest’anno sfida la crisi con nuovi impianti, il teleskipass (che consente di evitare le file e di pagare a consumo) e con le offerte dedicate alle famiglie con figli.

Previous articleUna nuova sfida per la Società e le Istituzioni
Next articlePIRATERIA: ANCHE LA CINA MOSTRA I MUSCOLI