GIOVANI E RICERCA SCIENTIFICA
<< Quello del reclutamento dei giovani ricercatori e della loro formazione è un problema scottante, così come appare fondamentale la creazione di uno spazio europeo della ricerca che si accompagni alla Carta europea per i ricercatori e a un Codice di condotta per la loro assunzione. Si tratta di necessità improrogabili per tutti i Paesi, per rafforzare la capacità di attrazione ed annullare il senso di precarietà>>: Francesco Balsano Ordinario di Medicina Interna dell’Università "La Sapienza " di Roma, membro del Consiglio direttivo Sips, ha introdotto la tavola rotonda promossa nel pomeriggio presso la Camera di Commercio di Parma anticipando subito la traccia della discussione. Tra le proposte e le iniziative che occorrerebbe realizzare al più presto, "la costituzione per tutte le Università Europeee di un solo centro per la Ricerca che diverrebbe prezioso punto di riferimento. Altrove l’obiettivo è stato perseguito".
Prestigioso relatore nell’occasione è stato l’onorevole Pietro Folena, Presidente settima commissione cultura della Camera. Ha descritto l’impegno del Governo che tramite uno specifico gruppo di lavoro intende promuovere le azioni necessarie a completare nel modo migliore << l’indispensabile processo di innovazione>>. Esiste, ha puntualizzato Folena, <<una decisa voglia di riscossa dell’idea stessa di progresso su cui avevamo in passato visto addensarsi qualche nuvola>>. Tanti i problemi da affrontare, <<dall’autonomia della ricerca alla questione dei brevetti sino al ritardo che l’Italia presenta rispetto agli obiettivi di Lisbona>>. Non bisogna neppure dimenticare, però, << il sostanziale disinteresse delle imprese italiane nei confronti della ricerca. In Italia inoltre, nell’ultimo ventennio, la spesa per la ricerca è notevolmente calata>>.
<< Gran parte dei ricercatori lavorano in condizioni di incertezza e per lo più si recano alla fine all’estero, da noi per svariate ragioni è quasi impossibile realizzare progetti anche elementari>>.
In tale instabilità, non si può che operare per << sbloccare il mondo universitario della ricerca, pensando a come e in che campi e soprattutto trovando le modalità per aprire concorsi con criteri internazionali>>. Le risorse per la ricerca, inoltre, si devono trovare: << con modalità pubbliche, private o di tipo misto ma perseguendo la qualità e non lo sperpero del denaro>>. Bisognerebbe dare alla Sips il ruolo e la funzione di << rete e federazione di tutte le società scientifiche e di settore>>.
Fulvio Esposito Rettore dell’Università degli Studi di Camerino ha sottolineato l’importanza di << riportare all’attenzione degli organi di Governo la fondamentale Carta europea dei ricercatori e il regolamento di condotta degli stessi. Oggi, la carta europea e il codice possono dare vita al processo di europeizzazione del sistema e rendere la professione attrattiva per le giovani generazioni>>. La Carta evidenzia i valori della mobilità, anche tra settori; drammatico risulta << il fatto che nel sistema italiano i ricercatori siano mobili di fatto soltanto in uscita>>.
Secondo Emilio Balletto Presidente dell’Unione Zoologica Italiana <<compito dell’Università dovrebbe essere innanzitutto quello del rinnovamento, se si pensa che il 65% dei docenti ha più di 65 anni. Il reclutamento dei giovani è stato bloccato per troppo tempo>>.
Bisognerebbe, con decisione, << finanziare i ricercatori e dare loro i mezzi per lavorare mentre -di anno in anno- i finanziamenti sono al contrario calati>>. Che la ricerca scientifica possa essere finanziata dall’industria? Molte attività potrebbero essere finanziate dai privati, ciò costituirebbe uno strategico ritorno di immagine, ma <<servirebbe almeno lo strumento del credito fiscale>>.
Elda Locatelli parlamentare europea ha posto l’accento sulle fondamenta del 7° Programma Quadro che prevedono << la costruzione dello spazio europeo per la ricerca, anche per la realizzazione di un mercato europeo delle conoscenze e con la specifica richiesta di attenzione nei confronti delle risorse umane >>. 700.000 nuovi ricercatori entro il 2010: un traguardo possibile? << Alcune azioni si sono già avviate ma sarebbe necessario lo sforzo congiunto di attori pubblici e privati, per creare piattaforme a sostegno soprattutto delle ricercatrici>>. La presenza femminile nel mondo della ricerca, infatti, rappresenta ancora un tasto dolente, tanto da fare dire alla parlamentare che << si spera che sia possibile trovare nella SIPS una maggiore attenzione per questa difficoltà delle donne ad essere protagoniste della ricerca>>. E se siamo penultimi in Europa per occupazione femminile, ancora più grave è che non siano state riconosciute << le carriere scientifiche femminili, per ricercatrici magari anche molto capaci e competenti>>.
Un’eccellenza sprecata, per la ricerca femminile; soffitto di cristallo da infrangere con concrete politiche di pari opportunità di accesso.
Secondo Giovanni Puglisi Rettore della libera Università di Lingue e Comunicazione di Milano, il nostro potrebbe essere il Paese <<più attrattivo del mondo, in termini di cultura. Ma dovrebbe, tra l’altro, iniziare a considerare prioritaria la ricerca scientifica come invece non ha sinora fatto>>. Tra gli impedimenti ad un proficuo sviluppo del sistema, senza dubbio è da citare "l’aver sempre legato i processi di innovazione tutti e soltanto alla docenza universitaria e dunque a logiche di sistemazione. Manca, in ogni caso, un’etica che permetterebbe al sistema di funzionare nel modo migliore".
Tra gli obiettivi da raggiungere, anche << una reale apertura allo scambio e alla mobilità internazionali e la decisione con cui si dovrebbe mettere al margine del sistema chi sbaglia premiando invece la trasparenza>>.
Maria Cristina Pedicchio Steering Group per la mobilità dei ricercatori in Europa ha approfondito proprio il tema del reclutamento dei ricercatori spiegando che oggi << la vera sfida è la mobilità, che coinvolga anche la Pubblica Amministrazione e sia molla per l’innovazione. E i documenti del 2007 sullo spazio europeo per la ricerca su queste istanze si pronunciano chiaramente>>. Centri appositi di supporto alla mobilità dovrebbero essere creati, per formare trattenere ed attirare i ricercatori in Europa secondo principi di trasparente concorrenza. La stessa Pedicchio ha ricordato la positiva ed esemplare esperienza del Friuli Venezia Giulia, proprio in tale prospettiva, e ha insistito sul valore strategico dell’insistenza sul binomio donne scienza>>. Tanti gli interventi possibili: dal congedo per maternità o paternità alla ricomposizione del rapporto tra scienza e società per << favorire le vocazioni scientifiche femminili e maschili ed avvicinare la scienza al contesto sociale. Accostare, inoltre, i cultori delle diverse scienze>>.
Tutti i ricercatori dovrebbero essere riconosciuti come <<professionisti mobili, con un vero sistema di pari opportunità>>.
Zeno Varanini presidente dell’Associazione Italiana Società Scientifiche Agrarie ha rilevato come la valutazione, nell’ambito della ricerca, debba tornare al centro dei processi, affermando di non scandalizzarsi tanto per le condizioni di instabilità professionale di una persona quanto <<per l’assenza di strumenti per esprimere le proprie potenzialità intellettuali>>.
Daniela Cocchi presidente della Società Italiana di Statistica pure ha ribadito la necessità di un’accurata selezione e formazione, in un percorso che solo ai migliori dovrebbe permettere di emergere; pur in un contesto purtroppo segnato da <<contratti non adeguati e retribuzioni pure inadatte>>. Maggiori risorse finanziarie e un reclutamento più trasparente sono imperativi cui è impossibile sottrarsi, sempre augurandosi che all’interno del sistema la moralità resti alta.
A detta di Alessandro Cavalli dell’Associazione Italiana di Sociologia, << la formazione dei ricercatori deve essere collegata a precisi progetti di ricerca: nelle Facoltà italiane dovrebbero esserci programmi di ricerca in grado di fornire un reale terreno di prova>>.
A Luigi Berlinguer Presidente del Comitato Interministeriale per la Diffusione della Cultura Scientifica il compito di trarre le conclusioni del pomeriggio di lavoro. Tra le osservazioni avanzate, quelle relative alla necessità di sostenere con decisione la ricerca. <<Poiché la carenza finanziaria è certamente l’aspetto più grave e la priorità della ricerca stessa è un dato conclamato più che perseguito. Per raggiungere tali fini bisognerebbe partire da una radicale riforma del sistema politico". Indispensabile anche "superare la concezione proprietaria che parte del mondo accademico ha dell’accademia stessa. Assumere la governance come un problema molto serio consapevoli di quanto sia ingiusto che tutta l’autonomia sia gestita dall’interno: che è quel che rende l’autonomia alla fine licenza…"
"Progetti di parternariato europeo, più attenzione al mondo dell’imprese -dovrebbero essere per Berlinguer – altri aspetti da non dimenticare; consci comunque di come l’Italia non sia agli ultimi posti tanto per per la ricerca quanto nella diffusione della ricerca scientifica". Ricerca, insegnamento, comunicazione, e soprattutto formazione alla curiosità scientifica restano per Luigi Berlinguer i pilastri fondamentali.