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Parma per due giorni capitale della Scienza.

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Prof. Antonio Moroni

Cento anni fa’ una solenne e affollata accolta di scienziati delle aree di scienze matematiche, fisiche e naturali, e di scienze morali ed economiche sono convenuti a Parma e al termine di alcune giornate di approfondite discussioni hanno deciso di istituire la Società italiana per il Progresso delle Scienze (SIPS), allo scopo di stimolare l’interessamento del mondo della ricerca su tematiche innovative e trasferirne alla società civile, e soprattutto al sistema scolastico, i risultati di esse, nell’intento di sollecitare l’opinione pubblica ad accedere ad una cultura più critica e propositiva su problemi scientifici di rilevante importanza.
La SIPS non è nata dal nulla. Sul finire del ‘700 e i primi decenni dell’‘800 in Europa l’avvio dello sviluppo scientifico e tecnologico ha inciso profondamente sui vari settori della scienza. È nata in quegli anni la necessità da parte degli scienziati di trovare uno spazio di incontro per confrontare i risultati delle proprie ricerche. Sono stati questi i primi albori di una comunità scientifica che cercava una propria identità.
In Italia nel 1839, vincendo la diffidenza delle autorità che governavano a Stati e Staterelli, un gruppo di studiosi, tra i quali emergeva Carlo Luciano Bonaparte (nipote di Napoleone, e buon zoologo), hanno preso l’iniziativa di istituire una Società degli Scienziati italiani. L’avvento è stato salutato dal poeta Giusti con queste parole: "Di sì nobil congresso si rallegra con se stesso tutto l’uman genere".

Tra la data della prima riunione (1839) e ultima prima della riunificazioned’Italia (1847), furono celebrati nove Congressi in differenti città della Penisola. Mancava Parma. In realtà Carlo Luciano aveva tentato di parlare con sua zia perchè i lavori della riunione della Società vi potessero essere accolti. Ma Maria Luigia, sospettosa verso questo suo nipote, che aveva la fama di essere alquanto turbolento, fu irremovibile e non volle saperne di accedere alle richieste di ospitare a Parma un Convegno della Società degli scienziati italiani.
Caratteristica di queste Riunioni era quella di peregrinare tra i vari Atenei della Penisola. Ma era facile registrare in quelle occasioni una larga partecipazione di pubblico interessato a udire studiosi famosi e maestri insigni, tra i quali era possibile percepire un senso patriottico che si esprimeva nella volontà di essi collaborare alla maturazione di un sentimento dell’unità nazionale.
La Società degli scienziati italiani ha continuato la propria attività anche dopo la dichiarazione dell’Unità del Paese.
Il regolamento della Società, a struttura ormai stabile e unitaria, è stato approvato a Palermo nel 1875, nel corso dei lavori della XII riunione della Società. Tra gli obiettivi individuati in quella circostanza due meritano di essere ricordati: l’accesso alle donne a tutte le attività della Società stessa e la riconferma del carattere socialmente aperto della Società degli studiosi italiani, confermato nelle parole del Presidente della Soceità stessa, professor Carlo Matteucci: diffondere il gusto della scienza anche in quelle classi della società non potevano passare tutto il loro tempo sui banchi delle scuole e delle biblioteche.
Dopo questo convegno la Società è rimasta a lungo inoperosa a causa del particolare clima socio politico che attraversava la società del nostro Paese.
Ma in occasione del Congresso dei naturalisti italiani, tenutosi a Milano il 15 settembre 1906, il matematico Vito Volterra assieme al chimico Giacomo Ciamician e al biologo Camillo Golgi hanno proposto l’istituzione di una nuova Società Italiana per il Progresso delle Scienze (SIPS). A questa iniziativa hanno acceduto numerosi professori delle Università del nostro Paese, tra i quali, per Parma, il senatore e professore Pietro Cardani e il Rettore dell’Università Leone Pesci che hanno offerto l’ospitalità di Parma come sede per la riunione istitutiva della SIPS. Accolta all’unanimità questa proposta, la prima riunione della nuova Società ha avuto luogo nel settembre 1907: un fatto che, opportunamente propagandato, ha costituito per la città di Parma un avvenimento memorabile. Ad una degna accoglienza degli studiosi hanno concorso con un acuto senso revisionale,il Comune di Parma, l’Università, le Banche (Cassa di Risparmio, Banca del Monte su Pegni) la Camera di Commercio, il mondo industriale, ha fruito dell’occasione per mettere in evidenza i prodotti di Parma etc.

Dopo il congresso di Parma, la SIPS si è riunita ad intervalli di due anni, anche con un largo seguito di aderenti, intervallato da fasi di incertezza seguite alle due guerre mondiali e, in qualche misura, ad altri episodi che hanno interessato la vita socio-politica del nostro Paese..
Da allora sono passati cento anni. E in occasione del primo Centenario della fondazione della SIPS il Consiglio Direttivo, sollecitato in ciò anche da numerosi scienziati, ha deciso di promuovere una qualificata Riunione del Centenario, scegliendo la sede di Parma in cui la SIPS stessa era sta istituita.
Questa scelta onora senza dubbio le Istituzioni amministrative e politiche, il Mondo produttivo e la Società civile della nostra città, oltre che la Comunità scientifica che opera nella nostra Università, nel CNR e lo stesso sistema scolastico. A tutte queste realtà sociali, socioculturali ed economiche è chiesto oggi di collaborare, mettendo a disposizione quegli strumenti che permettano un’accoglienza di alto profilo, quale è stata quella propria della Riunione del 1907.
Nuovi compiti per la SIPS dovranno emergere nella riunione del 13-14 novembre 2007, visto il contesto socio-culturale nel quale sono evidenti sia innovazioni scientifiche e tecnologiche che migliorano le condizioni materiali della vita, sia purtroppo tracce vistose di un degrado ambientale e umano.
Particolarmente significativa si prospetta la Riunione del 13 sera, ore 21.30 presso la Sala Aurea della Camera di Commercio di Via Verdi. Nuove idee e prospettive e per il mondo della ricerca e per la realtà di Parma potranno emergere dall’incontro degli studiosi della SIPS con il mondo giovanile, il mondo produttivo (agricolo, industriale e terziario), istituzioni socioeconomiche e amministrative di Parma, particolarmente ricche di fermenti.
A tutti, scienziati e non scienziati è proposto di riappropriarsi di quella icona con cui De Sica chiudeva "Miracolo a Milano": una vecchia che in una giornata brumosa in piazza Duomo, seguendo la traiettoria di un raggio di luce, sale verso il cielo su un manico di scopa, mentre una voce commenta: andava verso un paese dove "buongiorno vuol dire veramente "buongiorno". (02/11/2007)

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