GLI EDITORI MORTI
Perché così si è finiti: in mano a stampatori, tipografi, contabili, organizzatori del profitto.
Perduti i tempi di Valentino Bompiani, di Arnoldo Mondadori o del mitico Vanni Scheiwiller: uomini di sentimento, passione indefinita, ricercatori appassionati. Vedessero chi li sostituisce; chi ha assunto l’incompetenza al posto dei vari Vittorini, Brancati, Eco, Montale, Bo, Luzi e così crescendo.
Adesso solo gonfie rane, uomini minori, palloni. Adesso solo caste, congreghe.
Nessun coraggio, nulla che vada oltre il semplice calcolo matematico, l’immediato ricavo.
Migliaia di editori in Italia, a contributo ad acquisto a truffa, organizzati per il commercio la speculazione. Migliaia di editori che hanno l’indegno merito di aver seppellito la poesia sotto una montagna di libri inutili; solo perché ne hanno ricevuto beneficio economico, dall’autore quasi sempre.
Ripetutamente imbroglioni, sfruttatori indecenti, che fanno cataloghi specchi rive ormeggi per poeti.
Un frullato di fogli per-versi senza senso, inconcepibili nello stile, e non solo poetico.
Il giusto esempio, la croce finale sugli Editori morti.
michele caccamo