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TESTIMONIANZA DALL’AQUILA. INSEGNANTE DEL CONSERVATORIO CASELLA

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20090406 - DIS - L'AQUILA - VIOLENTO SISMA SCUOTE L'ABRUZZO, CROLLI E VITTIME Un vigile del fuoco piange stremato dopo aver lavorato a lungo tra le macerie di un edificio colpito dal sisma a L'Aquila. Il terremoto di magnitudo 5,8 ha colpito alle 3.32 di questa notte la zona dell'Aquila, e dei comuni limitrofi, causando crolli di edifici e un numero imprecisato di vittime. Un'ora dopo c'e' stata un'altra scossa, di magnitudo 4,7. Si scava tra le macerie per liberare le persone rimaste intrappolate. Il sisma e' stato sentito molto forte anche a Roma e nel Lazio e nelle Marche. Gia' prima e dopo la mezzanotte due scosse avevano colpito la zona dell'Aquila, interessata da alcuni mesi da uno sciame sismico. Un altro sisma ha colpito ieri sera l'Emilia Romagna ed e' stato sentito nelle Marche e in altre regioni del cento e Nord Italia. PERI - PERCOSSI /ANSA / KLD

AquilaPurtroppo questa è una tragica Pasqua, pensando a ciò che è capitato all’Aquila.
Un dolore… quei volti avvolti da macerie. Quella polvere di calce e cemento, quei visi del dolore vanno oltre le immagini e la fotografia. Li respiri mentre le guardi.
La natura è capace di travolgere insieme ai monumenti e alle architetture ogni umana velleità, prepotenza, dolcezza, storia. Rimette a nudo ogni essere…
La tragedia accomuna tutto e tutti in un ritorno e un incontro con la fragilità dell’uomo, troppo spesso dimenticata.
E’ triste a dirsi, ma là dove c’è dolore comune, ritrovi più fratellanza, là dove c’è sofferenza si rivaluta la vita… e le persone si trasformano,
forse per la ritrovata consapevolezza della dimenticata debolezza.

Pietro, un amico, con cui sono da alcuni anni in corrispondenza. Insegna al Conservatorio Casella dell’Aquila. Dirige la rivista Music@ e tiene una sua rubrica su questo socialblog.
Gli scrivo. Non so come fare per raggiungerlo. Spero nella mail.

-Pietro,
se ti riesce fammi avere tue notizie per favore.
Non so nulla, né di te, né del Conservatorio.
Dimmi di cosa hai bisogno.
Non so cosa fare per esserti di aiuto e nemmeno come mettermi con te in contatto.

Fortunatamente mi risponde.

-Caro Luigi, le notizie sono come hai capito davvero drammatiche. Secoli e secoli di civiltà e memoria  cancellate in venti terribili secondi. Il centro monumentale dell’Aquila è praticamente sventrato. Hanno resistito i palazzi antichi. Che scorno per architetti, ingegneri ed affaristi di oggi.
Si deve ora ricostruire, non si può eliminare anche quel po’che resta in piedi e che rappresenta per l’Aquila e tutto il mondo l’unica ancora di salvezza per la propria identità.  
Si deve ricostruire, diremmo “com’era e dov’era”, ma con criteri antisismici, in maniera che  nell’eventualità di un altro terremoto fra trecento o quattrocento anni, non si verifichi il medesimo disastro.
Tanto per dirti. Il Conservatorio attualmente -da tre anni- ha la sede in un complesso monumentale attaccato alla storica Basilica di Collemaggio, dove sono custodite le spoglie del grande papa Celestino. Dall’esterno sembra non aver subito gravi danni, nella parte storica più antica del complesso di edifici; forse, anzi sicuramente, qualche offesa c’è nelle zone più recenti che ospitano gli uffici del Conservatorio; ma le aule della zona più antica con quei muri perimetrali larghi, larghissimi, come quelli di una fortezza, potrebbe tutto essere come prima. Ce lo fa sperare il fatto che la basilica di Collemaggio, monumento caro al mondo intero, costruita alla fine del duecento, è venuto giù solo il transetto e l’abside,  rifatti nel Settecento. Ma tutta la navata e la stupefacente facciata sta lì in piedi orgogliosi di esistere e di dire che non bisogna mollare.

Ti racconto una cosa personale invece. Io insegno all’Aquila da vent’anni e dunque mi considero cittadino aquilano; ogni settimana due giorni li passo a L’Aquila.  Vado da sempre nell’Hotel Duca degli Abruzzi, una struttura moderna in cemento armato. In questi mesi segnati da scosse continue, rassicuravo i miei dicendo che in albergo mi sentivo sicuro. Era in cemento armato. Ebbene proprio quell’albergo si è afflosciato su se stesso. Capisci allora? Abbiamo avuto due giovanissimi allievi morti e la gran parte degli insegnanti e del personale aquilani in mezzo alla strada, senza più una casa.
Ho detto al direttore del Conservatorio che sta ovviamente seguendo con apprensione l’evolversi della situazione che appena possibile pubblicheremo il nuovo numero della rivista, per dare un segno della voglia della rinascita a nuova vita, che dobbiamo non solo chiedere, ma realizzare.
Se vuoi dà questa notizia ai nostri affezionati lettori e ringraziali per la solidarietà da parte nostre.
Grazie Pietro Acquafredda

Grazie a te Pietro,
sono felice di leggerti. Avevo telefonato in Protezione civile chiedendo di te e della situazione del Conservatorio.
La tua mail è giunta prima della loro risposta.
Capisco il tuo stato d’animo, il dolore per gli studenti, la tragedia per i tuoi colleghi.
Ti sono vicino. Mandami tue/vostre notizie.
Scrivimi quando puoi di cosa potrebbe essere necessario e mi farò portatore delle tue/vostre richieste.
L’unità della Protezione Civile di Parma è all’Aquila e gestisce una tendopoli.
Confido che la città della musica e sede di un Conservatorio saprà esservi vicino, saprà esprimere la sua generosità, attiverà, anche per la comunanza culturale nella musica, iniziative di aiuto e di vostro interesse.
Un abbraccio solidale e d’affetto.
Tuo

Luigi

 

(Parma 08/04/2009)


 

Nota storica

In posizione dominante, posta vicino alla catena del Gran Sasso, L’Aquila venne fondata intorno al secolo XIII, per volontà di Federico II. La fondazione della città fu programmata dall’imperatore Federico II di Svevia intorno al 1245, ma certamente il maggiore impulso costruttivo si ebbe sotto il regno di Corrado IV che nel 1253, un anno prima della sua morte, la realizzò quasi completamente.

Gli esecutori del programma federiciano furono gli abitanti dei castelli della conca aquilana, 99 secondo la tradizione, che vollero confederarsi in un unico grande centro. La città ebbe una organizzazione autonoma, con un podestà ed un consiglio, ed assunse una tale importanza politico militare che il pontefice Alessandro IV, nel 1257 trasferì l’antica sede vescovile di Forcona a L’Aquila, edificando la chiesa dei S.S. Massimo e Giorgio (futura cattedrale).
In quegl’anni era già in atto la contesa tra il papato ed il nuovo re svevo Manfredi, e la città rimasta fedele alla chiesa pagò duramente: nel 1259 infatti Manfredi dopo aver riconquistato la parte meridionale del regno assediò e distrusse L’Aquila che rimase abbandonata per sette anni fino al 1266.

Fu questo l’anno in cui Carlo I d’Angiò impossessatosi del regno di Sicilia dette inizio alla ricostruzione della città, e nel 1272 per opera del Capitano Lucchesino, si ricominciò l’edificazione delle mura cittadine e si divise la città in quattro quartieri o quarti. In questo periodo viene costruita la basilica di S. Maria di Collemaggio dove nel 1294 venne incoronato Papa Pietro da Morrone, con il nome di Celestino V, alla presenza di Carlo II d’Angiò.

Con l’avvicendarsi degli Aragonesi agli Angioini per il possesso del regno di Napoli, la città fedele alla causa di Giovanna II d’Angiò, fu di nuovo sottoposta a durissimo assedio durato 13 mesi, ad opera di Andrea Braccio Fortebraccio conte di Montone per conto di Alfonso di Aragona.
La città resistette strenuamente ed alla sconfitta degli Aragonesi, la regina Giovanna II per ringraziare L’Aquila della sua fedeltà le concesse una serie di privilegi che ne incrementarono lo sviluppo economico e sociale. Ben presto divenne la seconda città del regno di Napoli, prosperosa negli scambi commerciali e culturali che manteneva con le più importanti città italiane ed estere.

Nel XV secolo ebbe il privilegio di battere moneta, vi fu istituita l’Università e nel 1482 vi fu aperta la tipografia da A. di Rottwill. discepolo del Gutemherg. Lo spirito d’indipendenza della città fu soffocato durante la lotta tra i Francesi e gli Spagnoli per il possesso del regno di Napoli, e per punirla di aver parteggiato per Francesco I, lo spagnolo Carlo V, ordinò a Filippo d’Orange di assediarla e distruggerla, e nel 1532 da Don Pedro di Toledo fu eretto il Castello “ad reprimendam audaciam Aquilanorum”.
Durante la rivolta di Masaniello nel 1647 la città si ribellò di nuovo agli Spagnoli e fu per questo condannata a dure repressioni economiche e sociali, che ne causarono un lento declino.
Nel 1703 uno spaventoso terremoto distrusse completamente la città, peggiorando la ripresa economica e demografica. Partecipò attivamente ai moti rivoluzionari per l’unità d’Italia, e nel 1860 divenne capoluogo di regione.

 

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1 COMMENT

  1. Come volevasi dimostrare: il Conservatorio ha retto e l’albergo in cemento armato (vorrei sapere con quanto cemento e come armato) è crollato. Così lo rifaranno, ed il PIL crescerà. Che triste sorte vivere in questo tempo dell’inganno. Ti prego di recapitare la mia solidarietà al tuo amico: se posso aiutarlo, magari con un articolo per la sua rivista (visto che ho un figlio al Conservatorio, sarebbe interessante come lo vivono i genitori), sono a disposizione. Un abbraccio Carlo