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Ricordo di Mons. Cesare S. Bonicelli

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PARMAMons. Cesare Silvio Bonicelli, vescovo emerito della nostra Città, deceduto nei giorni scorsi nella sua casa di Bergamo è ricordato con profonda ed unanime stima ed affetto.

Abbiamo voluto ricordarlo brevemente, con tre brevi scritti, che pubblichiamo qui di seguito: una breve biografia, la lettera che Egli scrisse alla Città nel momento del Suo commiato, un breve ricordo, a cura di Luigi Vignoli, di Mons. Bonicelli come Scout e Foulard blanc di Parma.

 «Ho voluto bene a voi, a Parma e alla sua storia», disse nel lasciare la nostra Città. E noi lo ricorderemo sempre con profonda gratitudine.

Mons. Silvio Cesare Bonicelli  (Bergamo, 31 marzo 1932Bergamo, 6 marzo 2009

Breve biografia: Laureato in Giurisprudenza presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, tra il 1956 e il 1958 ha prestato servizio militare come ufficiale di complemento del 5° Reggimento Alpini di stanza a Bassano del Grappa. Fu ordinato presbitero il 16 giugno 1962. Laureato in Diritto canonico presso la Pontificia Università Gregoriana. Eletto il 2 settembre 1991 vescovo di San Severo, venne consacrato il 19 ottobre dello stesso anno per l’imposizione delle mani dell’Arcivescovo Andrea Mariano Magrassi, coconsacranti l’arcivescovo Gaetano Bonicelli (suo cugino) ed il vescovo Angelo Paravisi. Il 13 dicembre 1996 il Santo Padre Giovanni Paolo II lo ha nominato 69° vescovo di Parma. È membro della Commissione episcopale per i problemi sociali ed il lavoro, la giustizia, la pace e la salvaguardia del creato, nonché delegato regionale per i problemi sociali e del lavoro. Il 4 dicembre 2005 ha aperto le celebrazioni per il Giubileo della cattedrale di Parma in occasione del IX centenario dalla consacrazione da parte di Papa Pasquale II nel 1106. Il 31 marzo 2007, al compimento dei 75 anni, ha rassegnato le dimissioni dall’incarico e il 19 gennaio 2008 ha annunciato la nomina del suo successore: Enrico Solmi. Fino all’ingresso di quest’ultimo, il 30 marzo 2008, è stato amministratore apostolico della Diocesi di Parma. Il 6 marzo 2009 muore nella sua casa di Bergamo.

Lettera di Mons. Cesare S. Bonicelli

Carissimi,
quando 11 anni fa ho varcato il confine della diocesi e ho messo piede in questa terra benedetta avevo nel cuore trepidazione e amore. Avvertivo il peso del servizio episcopale che mi era affidato e mi sentivo piccolo. Guardavo alla diocesi di Parma come a un campo, a una vigna datami per coltivarla, per produrre frutti, non certo per avere un potere o essere qualcuno, ma per faticare e per servire tutti. E questo con semplicità. Ci sono riuscito? No di certo, però ho cercato e ho soprattutto avuto fiducia nel Signore, ho amato e offerto a Dio la mia vita, le mie gioie e le mie sofferenze.

Carissimi, saluto tutti: saluto le persone ammalate e quelle che sono in carcere; saluto i bambini, i giovani, gli anziani; saluto i presbiteri e i diaconi tanto generosi e preziosi, saluto i ministri istituiti e le persone consacrate; saluto i catechisti e le catechiste e i molti che esercitano di fatto un ministero nelle nostre chiese, saluto le famiglie; e saluto i molti che mi hanno aiutato. Ho sentito la vostra simpatia, le vostre preghiere, il vostro desiderio che fossi più buono, più capace, più attento ad aiutare. Ho fatto quello che ho potuto, certo potevo fare di più e meglio. In questi anni le preoccupazioni pastorali, ma anche umane e sociali, non sono mancate; soprattutto ho avuto la preoccupazione di capire il travaglio di questa nobile e antica terra e di aiutare le persone a dare un senso pieno e felice alla propria vita incontrando Gesù Cristo. Dentro di me c’è stata una costante tensione, quella di rendere "testimonianza alla luce" (Gv 1,7), a Gesù Cristo, ascoltando e leggendo la vita e la cultura della nostra terra segnata sia dalla fede cristiana sia dalla modernità. Avrei voluto avere una vita spirituale vicina a tutte le persone, specie alle loro sofferenze. Sapeste quanti poveri di ogni genere ci sono nella nostra ricca Parma! Quante volte ho con dolore sperimentato di avere le mani vuote, ma sempre ho anche visto di avere tesori immensi da distribuire: la speranza, il perdono, il sorriso, la dignità umana, la fede…

Ho molti motivi per ringraziare : per la Visita Pastorale, per il restauro e il Giubileo della Cattedrale, per l’Anno Biblico, per il Grande Giubileo del 2000, per l’impegno per il diaconato e i ministri istituiti, per la liturgia e per la Parola di Dio, per la carità, per le missioni, per le famiglie, per i giovani, per il mondo della salute e per quello sociale e politico, per quello della scuola e dell’Università, per la vita consacrata, per i presbiteri e i diaconi, per il Seminario, per le comunità ricche di concordia, di fede e di missione.

Ho anche motivi di sofferenza: i delitti e le prove economiche vissute in questi anni dalla nostra terra, i molti funerali di presbiteri, le poche ordinazioni presbiterali, le scarse vocazioni alla vita consacrata, le molte famiglie in crisi e sfasciate, le tante persone senza speranza, i molti immigrati preoccupati. Partendo una cosa devo proprio dirvela: vi ho voluto bene, ho voluto bene a Parma, alla sua storia, ai suoi progetti, ai suoi abitanti. Durante questi anni ho cercato di mettere al centro di tutto Gesù Cristo, il Signore.

Senza l’incontro nella fede con lui non c’è l’originalità cristiana, non c’è la vera vita, e il cristianesimo non ha nulla da dire e da dare. Un giorno il Signore mi ha preso e io gli ho dato il cuore. Il Signore mi ha fatto lavorare nella sua vigna, mi ha indicato la strada, mi ha dato energia e vita, adesso mi dice: il tuo servizio è finito, torna a casa. A me sembra di avere ancora forze e progetti, di lasciare tante cose incompiute, soprattutto di lasciare tante persone amate… Ma il Signore mi chiede di partire. E io parto.

Avevo forse 20 anni quando ho fatto mia la frase: "Niente chiedere, niente rifiutare", la frase che mi diceva di essere "disponibile" alla volontà di Dio. E così adesso parto sereno e pieno di fiducia; so infatti che il Signore è con me, che il Signore è con voi, che voi siete pieni di fede, che siete suoi amici e che lo Spirito Santo farà fiorire la vostra vita. Il mio augurio è che nella nostra Chiesa vi sia sempre comunione e concordia, che ci sia grande unità con il vescovo Enrico, con il Papa Benedetto e la Chiesa di Roma. Sorelle e fratelli, ciao a tutti. Dio il santo e il misericordioso vi sostenga e vi benedica. Vi saluto uno per uno con affetto e con riconoscenza, vi sorrido e stringendovi la mano, vi dico ciao e ad-Dio, arriverderci nella casa di Dio.

Il vostro Vescovo Cesare Bonicelli

Ricordo degli Scouts e dei Foulard blancs di Parma

Il nostro fratello FB Monsignor Silvio Cesare Bonicelli venerdì, dopo lunga malattia è "Salito alla Tenda del Padre". Don Cesare, come voleva che gli Scouts lo chiamassero, era nato a Bergamo il 31 marzo 1932 ed a tredici anni  era entrato nell’ASCI . Durante  gli incontri che faceva con noi spesso raccontava la sua "Veglia d’Armi" vissuta la notte dell’ Immacolata del 1945 e quanto lo Scoutismo abbia  contribuito alla sua scelta vocazionale di Sacerdote. E’ sempre stato collegato e censito in Associazione.  Ha  ricoperto diversi servizi nell’ASCI da Capo Unità, prima dell’Ordinazione sacerdotale (16 giugno 1962) e poi è stato A.E. in diverse realtà associative. Dal 1975 al 1979 venne nominato AE Nazionale della Formazione Capi, nel  1991 Papa Giovanni Paolo II lo nominò Vescovo di San Severo (FG) e dal 1996 al 1998 ricoprì l’incarico di Assistente Ecclesiastico dei Campi Scuola. Il 13 dicembre del 1996 venne trasferito a Parma alla guida della Diocesi e dopo undici di anni di servizio Episcopale. Il 30 marzo 2008 lasciò (per raggiunti limiti d’età) la Chiesa di  Parma per rientrare nella sua Bergamo. Don Cesare  partecipò  ad innumerevoli pellegrinaggi a Lourdes e nel settembre del 2007 durante il pellegrinaggio nazionale pronunciò  la Promessa di Titolare F.B. e in quell’occasione  ebbe a dire ad uno di noi  "… ho provato una grande emozione… di quelle che si provano poche nella vita". Per suo volere il corpo di Don Cesare riposa nel Cimitero della Villetta di Parma…mentre il suo spirito ha  già raggiunto il suo posto nel cerchio Beati.

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