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Dio non induce in tentazione, Francesco corregge il Padre Nostro

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Dio non induce in tentazione Francesco corregge il Padre Nostro
di Andrea Tornielli
Padre Nostro da rivedere, perché Dio è un padre: non fa cadere in tentazione ma piuttosto aiuta a
rialzarsi. Nell’ultima traduzione della Bibbia curata dalla Cei nove anni fa il testo è cambiato, anche
se la formula della più conosciuta e diffusa preghiera cristiana recitata nelle chiese, per il momento,
è rimasta quella di sempre: «non ci indurre in tentazione». Ora anche il Papa sottolinea che questa
«non è una buona traduzione», perché fa apparire Dio come colui che induce in tentazione.
Francesco lo ha affermato nella video-intervista concessa al cappellano del carcere di Padova don
Marco Pozza, interamente dedicata al Padre Nostro e trasmessa a puntate su Tv2000, trasformata
anche in un libro edito da Rizzoli e Lev.
Bergoglio, nell’intervista, ha ricordato che «anche i francesi hanno cambiato il testo con una
traduzione che dice: “Non lasciarmi cadere nella tentazione”», aggiungendo: «Sono io a cadere, non
è Lui [Dio, ndr] che mi butta nella tentazione per poi vedere come sono caduto. Un padre non fa
questo, un padre aiuta ad alzarsi subito». «Quello che ti induce in tentazione», precisa Francesco, «è
Satana, quello è l’ufficio di Satana».
In Francia, da domenica scorsa, prima del tempo di Avvento in preparazione al Natale, il passaggio
della preghiera «Et ne nous soumets pas à la tentation» è stato sostituito nelle liturgie con: «Et ne
nous laisse pas entrer en tentation» («Non lasciarci entrare in tentazione»), ritenuto più corretto.
La Bibbia in italiano, nella nuova edizione pubblicata nel 2008, aveva già modificato il testo della
preghiera che Gesù stesso insegna ai suoi (Luca 11,1). Le parole «non ci indurre in tentazione»
erano state sostituite con: «non abbandonarci alla tentazione». Ma questo cambiamento non è ancora entrato nel messale.§
Fonte:“La Stampa” del 7 dicembre 2017
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