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Monastero di Bose, Vangelo del giorno: Una piramide la testa in giù

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2 ottobre 2023

Dal Vangelo secondo Luca – Lc 9,46-50 (Lezionario di Bose)

In quel tempo 46nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande. 47Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino 48e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande».49Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». 50Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi»

Il rovesciamento della logica mondana sembra essere un punto fermo dell’insegnamento e della vita di Gesù: non si è presentato come un eroe, non ha voluto né essere ammirato, né semplicemente “apparire”. Se, in quel tempo, ci fosse stata una stampa quotidiana, non avrebbe mai occupato la prima pagina, e forse una volta sola il suo nome sarebbe apparso in un trafiletto della pagina di “cronaca”: “Oscuro rabbi di Galilea giustiziato venerdì scorso, mediante crocifissione, con altri due terroristi…”

È ciò che ci ricorda una volta ancora l’Evangelo odierno, mentre i discepoli sono agitati da pensieri mondani. Chi di loro è il più grande? Chi prenderà in mano la vita del gruppo nel giorno in cui – non sia mai! – Gesù venisse a mancare? Chi sta in cima alla piramide che quasi automaticamente si costruisce appena gli uomini – come anche gli animali – formano un gruppo, un’associazione, una comunità? Apparire, farsi notare da quelli che contano nella società o nelle chiese: questo fa di un essere umano “qualcuno”.

Due detti di Gesù bastano a rimettere le cose nel loro ordine reale, a farci passare dall’apparenza alla verità. Fra i discepoli, Gesù mette un bambino – esterno a loro! – vicino a sé (in Mc 9,33, Gesù si unisce a lui con un abbraccio): ecco la punta della vostra piramide! Notate: Gesù non dice che il più grande si deve fare il più piccolo con uno sforzo ascetico-morale. No! Colui che per tutti è il più piccolo, colui al quale nessuno fa attenzione, colui che non conta (e allora un bambino, anche se figlio di un padrone, non valeva più di uno schiavo, cf. Gal 4,1), costui non è il più grande, ma è il centro, non il capo, ma colui nel quale si accoglie il Cristo, anzi Dio stesso: Dio entra in noi attraverso la porta stretta della piccolezza,

dello svuotamento, dell’annientamento… attraverso lo spettacolo ignobile di un crocifisso.

Ecco poi quell’uomo che scaccia i demoni nel nome di Gesù benché non appartenga al gruppo dei seguaci di Gesù. Pieno di zelo per il suo maestro, Giovanni, uno di quelli ai quali Gesù aveva dato il nome di “figli del tuono” (Mc 3,17), si è interposto: “Non è lecito, non sei dei nostri! Occorre rispettare l’ordine!”. Ma, appunto, l’ordine di Gesù non è quello. Colui che fra poco dirà: “Chi non è con me, è contro di me” (Lc 11,23), qui dichiara: “Chi non è contro di voi, è per voi!”. 

Non confondiamo Gesù – il Figlio e la perfetta immagine di Dio – con la chiesa, corpo di Cristo sì, ma corpo fragile, vulnerabile, anzi peccatore, come lo è ciascuno dei suoi membri, perché cos’è la chiesa se non l’insieme di quei peccatori che si sanno perdonati da Dio?

Non una chiesa trionfante è portatrice dell’Evangelo, nemmeno una chiesa di puri o di perfetti. Una tale chiesa può solo fare la guerra agli altri – ce lo insegna tutta la storia della chiesa –; annunciatrice dell’Evangelo invece è quella chiesa che, perché conosce la sua debolezza e il suo peccato, riesce solo a dire: “Signore Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me… di noi”. 
fratel Daniel

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