Riflessioni sul Vangelo di don Umberto Cocconi: “Come può satana scacciare satana?”
Don Umberto Cocconi
Gli scribi, che erano discesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebul e scaccia i demòni per mezzo del principe dei demòni». Ma Gesù, chiamatili, diceva loro in parabole: «Come può satana scacciare satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non può reggersi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non può reggersi. Alla stessa maniera, se satana si ribella contro se stesso ed è diviso, non può resistere, ma sta per finire. Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire le sue cose se prima non avrà legato l’uomo forte; allora ne saccheggerà la casa. In verità vi dico: tutti i peccati saranno perdonati ai figli degli uomini e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo, non avrà perdono in eterno: sarà reo di colpa eterna». Poiché dicevano: «E’ posseduto da uno spirito immondo» (Vangelo di Marco).
Discesi da Gerusalemme, pubblicamente gli scribi accusano Gesù, di essere in combutta proprio con il capo dei demoni: “Costui è posseduto da Beelzebul e scaccia i demoni in nome del principe dei demoni”. Gesù, ai loro occhi, è uno da cui stare alla larga poiché con le sue negromanzie inganna la gente, la seduce facendole credere di essere il messia. Su Gesù le autorità religiose ne hanno dette di tutte: amico dei pubblicani e dei peccatori, è un mangione e un beone, non rispetta il sabato, è un bestemmiatore, un satanista. Nessuno prima di loro era arrivato al punto d’accusarlo di essere “posseduto da uno spirito immondo”. Non eravamo di certo nell’epoca di Facebook, Twitter, WhatsApp o Instagram, eppure questa fake news si desiderava che passasse di bocca in bocca. Questa “notizia falsa” e compromettente, questa “bufala mediatica” creata ad arte per depistare, deve gettare fango su Gesù, divenuto un personaggio troppo scomodo per l’establisement religioso del tempo. Tutte le armi sembrano divenute lecite pur di screditare quel sedicente maestro, per convincere le persone in buona fede a non fidarsi di lui e del suo falso buonismo. “Non è altro che un mentitore, un ingannatore!” Satana è certamente una figura centrale non solo nella Bibbia e nei Vangeli, ma anche nelle culture dei popoli. Al di là di questo fatto chiediamoci: che cosa questa figura sinistra sia ancora in grado di comunicare oggi, dopo il ridimensionamento dovuto all’illuminismo, alle scienze e al razionalismo. Sembra, infatti, divenuta una figura di retroguardia che interessa minoranze dedite all’occultismo e riesumata solo di fronte a fenomeni di possessione. Claudio Tarditi – ricercatore in filosofia dell’università di Torino – ne Il diavolo, probabilmente. Ripensare Satana oggi, tenta di fondare una “demonologia razionale” e di ridare cittadinanza al diavolo nel pensiero contemporaneo, sfuggendo sia allo scetticismo razionalista che agli spauracchi del fideismo. Rifacendosi agli studi di Rène Girard, Tarditi sottolinea prima di tutto che ogni uomo è soggetto al desiderio, e ogni uomo brama quel che il suo modello di riferimento gli mostra come desiderabile. Tale processo mimetico, però, crea inevitabilmente rivalità, contesa e violenza tra gli individui in quanto se ciò che si desidera non è condivisibile, si assisterà alla lotta per il suo raggiungimento. Satana, pertanto, si presenta come “il grande seduttore” degli uomini: si pone come modello dei nostri desideri. Non suggerisce il serpente ad Adamo ed Eva che diventeranno come Dio se mangeranno il frutto dell’albero della conoscenza? Di certo non moriranno, come invece aveva sentenziato Dio, ponendo loro un divieto, limitando in tal modo la loro libertà di scelta. Al contrario, afferma Satana, diventeranno come Lui, onnipotenti! Diventare come Dio non è forse il desiderio più grande dell’uomo? Non vogliamo essere anche noi i padroni del mondo? Però, che Dio vogliamo diventare? Satana ci invoglia ad abbandonare ogni inclinazione al bene e a disprezzare ogni legge morale. La sua strategia successivamente muta perché da seduttore amichevole diventerà duro avversario, ostacolo fra noi e l’oggetto del desiderio, addirittura cancellandolo, cioè lasciando spazio solo alla violenza tra contendenti. Il momento più drammatico nel quale avviene lo scontro tra Satana e Gesù non è solo nelle tentazioni del deserto, ma è sulla croce dove Gesù viene sottoposto all’ultima tentazione. Proprio in quel momento Gesù è messo alla prova dagli uomini sul suo essere messia, invitandolo a scendere dalla croce se veramente lo è. Davanti al mondo può manifestare il suo essere Figlio di Dio, proprio scendendo dalla croce potrebbe far valere tutte le sue prerogative e la sua innocenza, “scornato” chi lo accusa di essere un “malfattore”. Gesù invece sceglie di continuare ad essere agli occhi di tutti il traditore del suo popolo, colui che ha rubato la messianicità e usurpato la regalità di Dio. Gesù, da un punto di vista umano, davanti al suo popolo è il più grande fallito della storia. Se, al contrario, fosse sceso dalla croce, satana avrebbe vinto perché Gesù non avrebbe manifestato il suo amore. Avrebbe avuto successo, l’umanità intera lo avrebbe seguito e acclamato, ma solo per paura e non per amore. «Gesù cerca cuori in cui regnare, ma vuole cuori che lo amino, non che tremino davanti a Lui» (Alexander Petrachi).