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Sabino Chialà biblista e nuovo priore a Bose

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Chialà Sabino nuovo priore di Bose
Chialà Sabino nuovo priore di Bose

Un biblista nuovo priore a Bose chiamato a ricucire la Comunità

di Domenico Agasso

La Comunità di Bose da ieri ha un nuovo priore: è stato eletto il biblista Sabino Chialà, «con un’ampia maggioranza», come trapela dalle celle e gli eremi dei monaci.

Esce di scena dunque, alla scadenza del mandato quinquennale, Luciano Manicardi, il primo successore del fondatore Enzo Bianchi, con cui è stato protagonista del muro contro muro di questi anni. Fino alla scorsa primavera, quando Bianchi ha lasciato la sua creazione costretto da un decreto vaticano: oggi vive nella pre-collina torinese.

La votazione di ieri è avvenuta nel corso del consiglio generale annuale, alla presenza del garante esterno, monsignor Erik Varden, vescovo di Trondheim e già abate trappista di Mount Saint Bernard, e del delegato pontificio padre Amedeo Cencini, inviato dal Papa nella frazione del Comune di Magnano (Biella) con il compito di supervisionare questa fase di transizione così tesa.

Dopo alcuni anni di scontri interni, veleni e allontanamenti vari, tra i monaci e le monache professi in questi ultimi tempi si prevedeva la scelta di Chialà, anche perché Manicardi ha fatto filtrare l’intenzione di non voler proseguire. Nella breve nota con cui Bose ha comunicato il cambio di guida si legge che tutto è avvenuto «in grande pace», ma è anche vero che non si registrano ringraziamenti per Manicardi.

Chialà, 53enne pugliese di Locorotondo, è a Bose dal 1989, dopo le scuole superiori. Laureato in Lettere classiche, studioso di ebraico e siriaco, è un esperto di apocrifi cristiani e di letteratura dei primi secoli del cristianesimo. È autore di numerosi saggi e tiene conferenze e ritiri spirituali. In passato è stato responsabile della Comunità di Bose a Ostuni. È ritenuto un monaco moderato e predisposto al dialogo, senza essere particolarmente legato a Manicardi né a Bianchi: e questa sarebbe una delle principali motivazioni per cui è stato scelto. In lui nel Monastero si vede la figura che può portare a una pacificazione interna.

Riccardo Larini, autore del recente libro «Bose. La traccia del Vangelo», commenta «con gioia e speranza la notizia dell’elezione di Chialà. Confido che con il suo equilibrio e la sua saggezza saprà avviare un vero processo di riconciliazione, di cui tutti coloro che amano Bose, dall’interno e dall’esterno della comunità, dentro e fuori la Chiesa, hanno profondamente bisogno».

Nel frattempo Bianchi, 78 anni, starebbe pensando a una soluzione per lui e la decina di monaci che lo seguirebbero. Ha acquistato una cascina in via di ristrutturazione ad Albiano d’Ivrea. Ha ribadito più volte che intende «concludere la sua vita in preghiera, da monaco». Ora si ipotizzano varie formule, ma nessuna che violerebbe il divieto di fondare altre realtà ecclesiali imposto agli allontanati. 

Fonte:  “La Stampa” (Piemonte) del 31 gennaio 2022

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