Eolico, l’Italia tra i Paesi piu’ promettenti
Ewea: 3/o posto in Europa per nuova capacità
(ansa.it) 14 giugno – L’Italia appare uno dei paesi più promettenti per lo sviluppo dell’energia eolica. I dati pubblicati dall’Ewea (European Wind Energy Association) posizionano infatti il nostro paese al terzo posto per nuova capacità installata nel 2009. In Italia la potenzialità èaumentata l’anno scorso di 1114 MW, un 11% di quella europea.Anche se ben lontano dai due mercati leader, quello spagnolo che da solo l’anno scorso ha promosso l’installazione di 2459 MW, equello tedesco con 1917 MW, il nostro mercato viene considerato tra quelli maturi e in forte crescita. A Parlare sono le cifre.Nel 1999 in Italia la capacità totale di energia eolica era di282,55 MW, nel 2004 di 1265,78. Poi,in un crescend oininterrotto, è arrivata nel 2009 a 4844,80 MW. Abbastanza buone appaiono anche le prospettive per il futuro, nonostante si preveda il sorpasso da parte di altri paesi.
Una stima fatta sempre dall’Ewea valuta che la capacità eolica complessiva europea dal 2009 al 2020 arriverà a 230 GW. Di questo quantitativo noi non ne produrremo che 11,8 GW. Meglio starannol a Germania, 25,1G W, la Spagna, 23,3 GW, la Gran Bretagna, 22,8GW, e la Francia, 19,6 GW. Ad ostacolare lo sviluppo del mercatoeolico in Italia concorrono una serie di fattori. A sintetizzarli per l’Ansa è stato Luciano Pirazzi, segretario scientifico dell’Anev (Associazione Nazionale dell’Energia delVento). Innanzitutto ci sono le difficoltà burocratiche eamministrative, ma questo è un male lamentato un po’ in tutti i paesi europei. Comunque in Italia per avere un permesso per unimpianto eolico ci vogliono mediamente 3- 4 anni. Poi c’é il problema di una rete elettrica ancora insufficiente per assorbire tutta l’energia prodotta con il vento. Così dal 2008 si sono avuti casi di modulazione interrotta, che tradotto in pratica vuol dire che l’operatore della rete impone il blocco degli impianti eolici per evitare il surriscaldamento.
La perdita di produzione provocata da questi arresti forzati del sistema viene valutata da Pirazzi in un 10%. Ma a minare il futuro del mercato eolico italiano si è aggiunta in questi ultimi giorni una nuova " tegola", un decreto in corso di elaborazione nella manovra del governo. Il provvedimento prevede che il Gestore dei Servizi Energetici non possa più acquistare i certificati verdi. In contraddizione con quanto stabiliscono altri decreti, ha spiegato Pirazzi, la nuova misura elimina l’unico meccanismo di garanzia del sistema di sostegno alle energie rinnovabili. Se approvata farà crollare il valore dei certificati verdi con un effetto domino devastante. Ne risentiranno l’industria dell’eolico, i relativi investimenti in corso e l’occupazione ad esso connesso. Ciò vuol dire non solo mettere a rischio 25.000 posti di lavoro, attualmente garantiti in Italia dal mercato eolico e dal suo indotto, ma anche minare uno dei pochi comparti anticiclici che hanno consentito in questo periodo di crisi la crescita occupazionale del paese.Guardando più lontano sorgerà anche il problema di riuscire a soddisfare entro il 2020 gli impegni che ha preso il nostro paese con Bruxelles per le energie rinnovabili, pena pesanti sanzioni comunitarie.