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CHE FARE?

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Sliepcevic

Io partirei da qui: Noi non sappiamo cosa ci lega al mondo animale. Tuttavia, accettabilmente, se noi pensiamo che la conoscenza è proficua per noi solo se ciò su cui si regge si nasconde a noi, abbiamo ciò che ci lega al mondo animale.
È ciò che si nasconde a noi.
È un po’ il binario su cui scorre la vita.
Il piano su cui si muovono queste parole è un piano percettivo.
Percezione in cui si ‘muove’ il sentire e non il conoscere.
E la ragione è semplice.
Lasciando parlare il sentire, quando noi diciamo qualcosa o pensiamo qualcosa, ci siamo mai chiesti cosa accade attorno a noi?
Il mondo animale è lì attorno a noi.
Se sapessimo cosa accade quando diciamo qualcosa o pensiamo qualcosa saremmo sicuri di non interferire col mondo animale.
Procedendo per gradi, limitiamoci per il momento al Pensiero.
Se noi pensiamo, ad esempio, alle ere geologiche e alle glaciazioni, il fatto di poter pensare alle ere geologiche e alle glaciazioni ci costringe a una appartenenza che permette quel pensiero.
Cosa abbiamo "mosso"? Non lo sappiamo.
Evidentemente, ‘qualcosa’ ci ha "mosso" a pensare alle ere eccetera.
E noi abbiamo ‘pensato’.
Abbiamo ‘toccato’ il mondo animale, lo abbiamo disturbato? Sfiorato?
L’ "appartenenza" ci suggerirebbe di dire di sì.
Ma questo senza che lo si possa dimostrare.
È il ‘sentire’ che attraversa queste parole che può ‘disturbare’ il mondo animale.
Che potrebbe pervenire loro.
Non possiamo saperlo.
Per quanto riguarda, ora, la Parola, proviamo a pensare a parole meravigliose come Bioetica e Zooantropologia… (1)
E, subito dopo, a confronto:
Vi siete mai chiesti dove va il rumore?

(1) A proposito di questi termini e di ciò che li sostanzia, a dare retta al sonno, che ci conosce bene entrambi (e in questo pensare siamo debitori agli animali) si potrebbe parlare di intossicazione conoscitiva.

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