Dal silenzio emergono voci
che trasformi in poesia;
stamani mi sono svegliato, versi munifici
mi ronzavano nel cranio ma li ho dimenticati
Kevin, il gabbiano,
ha bussato alla gattaiola, la porta dei gatti,
non per porre domande sulla natura
dell’universo ma solo per chiedere cibo
Kevin ha studiato i gatti con solerzia e li imita
Dall’altro lato del mondo ho preso il sole
tra un flusso mordace di macchine
attendendo il volo all’aeroporto
La solitudine nell’età della tecnica
ti schiaccia; ma il tempo è sublime
ed è coronato dal sole e nei recessi
del pensiero emerge una gloriosa luminosità
Beati i morti che spegnendosi
hanno creduto alle inanità di Agostino,
di Tommaso e dei santi padri
e si sono spenti nella speranza
quando la mente si è affievolita nel tunnel
ove alberga la luce biancastra
e fanno capolino gli adorati defunti
Quando svanisce la luce della coscienza
atei o credenti, santi o peccatori, ladri o misantropi,
si torna tutti al punto alfa
ma Kevin del punto alfa, dell’immortalità dell’anima
o della resurrezione dei morti se ne frega
lui bussa alla gattaiola e chiede da mangiare
e sempre lo ottiene.