Carenza di calcio
Enrico Celestino
Al momento in cui scriviamo ancora non è dato di sapere la sorte dell’ottimo Tutino in seguito all’insediamento del nuovo Sindaco di Bologna.
Molti sono gli scenari possibili.
Flavio Delbono potrebbe cacciarlo direttamente a pedate per il comportamento sprezzante e indisponente che ha tenuto con istituzioni, pubblico, dipendenti del Teatro Comunale di Bologna.
Oppure potrebbe verificare i conti (essendo anche Presidente della Fondazione sarebbe suo preciso e immediato dovere!) e quindi cacciarlo a pedate, e per la sconsiderata gestione non solo del denaro pubblico (ca. 5 milioni di deficit solo nell’ultimo anno) ma anche delle risorse umane e tecniche dello storico teatro felsineo, e per la discutibilissima operazione della Scuola dell’Opera: ancora tutta da verificare, infatti, è la cronologia degli eventi per cui per circa due anni artisti, tecnici e impiegati della Fondazione hanno lavorato per conto della S.d.O. in assenza di regolare statuto e di convenzione tra Fondazione e Scuola che è, lo ricordiamo, un’associazione privata.
Ultima ipotesi, la più affascinante ma, ahimè, anche la più remota, è che potrebbe, in modo sublime, cacciarlo via a pedate semplicemente per la sua faccia che, francamente, invita a farlo senza porsi altre questioni che la potenza e il numero dei calcioni.
Siamo però consci che la politica, generalmente, usa altre modalità e, ammesso e non concesso che questo sia, sostanzialmente, l’orientamento del neo-inquilino di Palazzo D’Accursio, le cose andranno diversamente.
Quali che siano gli sviluppi futuri, ci piace ricordare la preclara figura del M° Tutt’uno con la sua ultima prodezza che lo ha visto programmare il penultimo concerto della stagione sinfonica 2008/09 con Requiem di Fauré e Exultate Jubilate di Mozart, utilizzando come solisti tre allievi della Scuola dell’Opera (presumibilmente nemmeno dei migliori) senza nemmeno indicarlo su programmi e locandine, ottenendo così un simpatico effetto "saggio del Conservatorio".
Sempre nell’ottica, immaginiamo, di sputtanare un teatro (che era) prestigioso.
Bravo Marco!
29/6/2009