Il ponte tra popoli e religioni lanciato da un palcoscenico
Iniziano oggi gli spettacoli del Ravenna Festival: al centro il tema dell’immigrazione con attenzione particolare a Mazara del Vallo. Le opere che coinvolgono i ragazzi e i concerti di Riccardo Muti
ANNA BANDETTINI
(repubblica.it) Potrà anche sembrare trasgressivo un festival che non si limita a mettere insieme eventi ma esprime con forza la propria vocazione a costruire ponti culturali per avvicinare popoli e paesi tormentati da conflitti politici, religiosi, razziali. Il Ravenna Festival, ideato e diretto da Cristina Mazzavillani Muti, lo fa ogni edizione con un calendario ricco e sofisticato il cui culmine è le vie dell’amicizia, i concerti diretti da Riccardo Muti nei confini di aree disagiate di ieri e di oggi (quest’anno il 13 a Trieste) ma anche con progetti ad hoc. Quello di questa edizione è particolarmente affascinante perché affronta il tema dell’immigrazione nel nostro paese nei suoi aspetti più drammatici ma anche più edificanti a partire dalla particolare realtà di Mazara del Vallo, la città più africana d’Europa, dove un abitante su 10 è tunisino.
Il progetto è stato affidato a una compagnia dalla lunga esperienza nell’innovazione teatrale come le Albe di Ravenna, da sempre abituata a lavorare nelle periferie mentali e geografiche della nostra contemporaneità, prima a Scampia ora appunto a Mazara. Qui le Albe hanno costruito due spettacoli molto simili ma anche molto diversi: Cercatori di tracce che ha coinvolto 60 bambini tra tunisini e italiani su un testo di Sofocle e Rumore di acque in programma oggi e domani al Teatro Rasi di Ravenna, che disegna un contorno più cupo e noir del tema ell’immigrazione.
"I lavori sono nati dalle suggestioni di questa punta estrema della Sicilia che è Mazara. La Tunisia è a un tiro di schioppo – spiega Marco Martinelli, regista delle Albe – Lo scambio di abitanti tra le due coste risale agli anni Sessanta, all’inizio del secolo erano i siciliani ad andare lì. Oggi le due comunità, italiana e tunisina, convivono separate ma nel rispetto reciproco. Noi siamo andati i giro a parlare con questi abitanti. Tra gli incontri più belli, c’è stato quello col vescovo di Mazara, Domenico Mogavero che con la fondazione San Vito onlus non va in giro a parlare di vangelo, ma di cibo, cultura, convinto che è su questo terreno che i popoli dialogano tra loro".
E’ quello che le Albe hanno fatto con i 60 bambini, 50 tunisini , 10 italiani con cui hanno lavorato sul testo di Sofocle "perché anche noi stavamo cercando delle tracce da uomini del nord a cui il nord non basta. Abbiamo scelto i bambini perché sono una linfa vitale per il teatro. Abbiamo giocato sulle diverse culture e sulle stratificazioni linguistiche visto che per molti di loro l’italiano è una lingua straniera, imparata a scuola, nonsitante siano nati in Sicilia". Ne è risultato un lavoro fertile e affascinante applaudito a Mazara a Mirabilandia e si spera in futuro anche in altre città.
L’immersione nella realtà di Mazara ha anche prodotto le storie che i tunisini hanno raccontato, storie di fuga, esilio, emigrazione. E’ quello che racconta Rumori di acque,, protagonista un bravissimo Alessandro Renda e i Fratelli Mancuso per le musiche. Lo spettacolo è un "oratorio per i sacrificati", dice Martinelli. "Siamo stati catturati dalle storie di questi eroi del nostro tempo,. Persone che partono dal deserto e subiscono ogni tipo di angheria, spesso finiscono in carcere in Libia o, tentano la traversata nel buio". Storie strazianti per fuggire alla violenza, alle torture, alle guerre e tentare la roulette della vita, storie che Ermanna Montanari e Martinelli hanno riscritto in un testo ambientato su una isoletta fantomatica tra Europa e Africa dove c’è un generale presidente che continua a fare conti e presto si capisce che sono i conti dei morti annegati. Carico di humour nero, "un po’ Bossi, un po’ Gheddafi", il generale ne arriva a contare 23mila dall’88. "Non è poi così lontano dalla realtà, 16 mila sono i morti acclarati nel canale- conclude Martinelli -. Quasi uno sterminio passato sotto i nostri occhi tra un reality e un campionato del mondo".
(10 luglio 2010)