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REGIO: GAITI E ZANLARI IL DADO E’ TRATTO?
Dall’incontro stampa di oggi (10/08/2012) con il Sindaco Pizzarotti e l’Assessore Ferraris sul Regio pare di capire che le soluzioni sono non solo allo studio, ma parrebbero pronte o comunque a uno stadio molto avanzato.
Credo di aver percepito che il Sindaco stia cercando una soluzione condivisa e approvata dall’unitarietà del CDA e non solo dalla sua maggioranza. Così come dalla Assemblea dei soci. Entro agosto dovrebbero tenersi comunque sia l’Assemblea soci che la riunione del CDA. Entro i primi di settembre dovrebbe esserci l’annuncio di chi sarà alla guida del Teatro Regio di Parma unitamente al nuovo assetto organizzativo statutario.
I due Consiglieri che sembra stiano creando resistenze nella condivisione delle scelte per la nuova guida del Regio siano Andrea Zanlari (CCIAA – PR) dimissionario e Pierluigi Gaiti (Fondazione Bancamonte). Perché cari Consiglieri non dite apertamente in pubblico cosa intendete fare anziché questa melina dietro le quinte? Diglielo anche tu Malanca ad Andrea! I mezzi di comunicazione non vi mancano certo! Non si tratta di scelte di programmi artistici, turistici, ma strutturali, di guida e gestione del Teatro. Scelte che si sarebbero dovute fare già da tempo vista la scadenza programmata al 30 giugno 2012 del Sovrintendente Meli e la decadenza della Convenzione con l’Orchestra di Pellegrini e Maghenzani.
Possibile che tanti padrini locali siano scesi in campo per una scelta artistica più che economica? Possibile che il teatro dell’opera popolare sia divenuto intreccio di così tanti interessi? Un conoscente disinteressato mi scrive: “Troppi interessi personali o meno, troppa arroganza ed incapacità di gestire il potere pubblico nell’interesse collettivo, troppa supponenza e, soprattutto troppa, troppa ignoranza”.
E non vi è solo Meli, di cui basterebbe la testimonianza Lirica sarda, ma anche per i Pellegriner, divorati da una generosa avidità musicale. Eppure la Convenzione tra la Fondazione Teatro Regio e la società dell’Orchestra non risulta rinnovata per diversi palesi motivi:
-il Commissario Ciclosi in qualità di Presidente nel verbale del CDA del 04/04/2012 chiedeva che fosse “attentamente riesaminata alla luce sulla normativa dei contratti”. Ne conveniva il Segretario generale Carra e il Consiglio all’unanimità deliberava “di affrontare la problematica relativa all’orchestra e alla Convenzione stipulata adottando quelle soluzioni procedurali che consentano di mettere in sicurezza le scelte del Consiglio nel rispetto della trasparenza e delle norme”;
-l’attuale soggetto giuridico “Nuova orchestra Teatro Regio srl” non ha titoli per esercitare la Convenzione, né per porre la propria sede legale presso il Teatro Regio, né per utilizzarne il nome;
-le legge dice che “il cambio o la modifica della ragione o della denominazione sociale di Ditte o società commerciali dev’essere seguito dalla stipulazione di un nuovo contratto“;
–“E’ in ogni caso vietato il rinnovo tacito dei contratti aventi ad oggetto forniture, servizi, lavori, e i contratti rinnovati tacitamente sono nulli“.
Che vi siano ora 50 famiglie di disoccupati è pretestuoso. Si usa lo scudo umano come arma politica a tutela di interessi personali.
Perché i componenti del precedente CDA tra cui Zanlari e Gaiti non si esprimono su questi fatti e impediscono, penso, una più spedita soluzione al rinnovo organizzativo del Teatro?
E se è la prudenza, “l’amore” per il Regio che vi spingono a ciò, l’acutezza del vostro ingegno al servizio della città, perché avete consentito nel recente passato la realizzazione di spettacoli consapevoli della mancanza di fondi?
Nel verbale del 30/06/2011 si scrive che il Presidente, Pietro Vignali, sosteneva di aver incontrato Galan, Letta e Confalonieri . “Vignali afferma che, pur non essendo in presenza di alcun documento scritto, se vogliamo realizzare il Festival Verdi dobbiamo confidare nelle promesse di questi autorevoli politici avendo la ragionevole certezza che questi finanziamenti arriveranno”.
E i Consiglieri all’unanimità deliberano sulle promesse fatte dal Sindaco con la “raccomandazione” che il Festival Verdi non costi più di 2.790.000 euro.
E vi sono numerosi altri fatti che imporrebbero una attenta revisione amministrativa di come sono state utilizzate risorse pubbliche negli anni passati: basti ricordare che nel 2008 il budget di spesa fu di 20.700.000 euro, di cui 3.000.000 da Arcus, 1.515.000 dal Ministero, 4.150.000 dal Comune di Parma, 4.133.000 dalla Fondazione Cariparma.
E in cambio di cosa? Del fumo sardo? Del caporalato a chiamata sugli armonici Pellegriner?
Siamo così sicuri che queste risorse economiche/finanziarie siano state gestite nel migliore dei modi? Io no! Visto che il capitale della Fondazione al dicembre 2011 è stato eroso -1.931.000 euro compromettendone la continuità giuridica se non viene tempestivamente ricapitalizzata e l’indebitamento è a 11.271.917 euro.
Forse occorrerebbe, Soci e Consiglieri, ormai un tempestivo cambio di gestione, di organizzazione o preferite continuare lungo la scia del baratro? Gaiti e Zanlari, quale contropartita state chiedendo? Speriamo che l’intricata matassa si risolva entro l’inizio di settembre, come promette il Sindaco Pizzarotti, altrimenti sarà molto difficile una programmazione degna accompagnata dal necessario cambiamento.
Che alla fine, come Karl nei Masnadieri, si trovi la via giusta? La ribellione alla società costituita non è poi così dannoso come si vorrebbe far credere e non si può “sognare di liberare il mondo, commettendo atrocità… scardinerebbe dalle basi tutto l’edificio del vivere civile”. (Parma, 10/08/2012)
Luigi Boschi