Un futuro per i giovani
([email protected]) Giovani, ecco la parola chiave. Quale futuro? In Italia si ha la sfacciataggine di mettere in giro certe notizie evidentemente false anche da parte del Ministero, secondo il quale dei tremila diplomati circa che escono ogni anno dai nostri Conservatori, 1500 trovano lavoro. Dove? Ce lo dica il Ministro, specie ora che non s’ha da affannare, dovendosi dedicare solo agli ‘affari ‘correnti’. Dove lavorano, signor Ministro? Nelle orchestre? Non dica di sì, perché direbbe una balla grande come una casa.
Vuol dire che lei nel condominio del suo ex collega Rutelli non mette mai il naso. Il direttore artistico di una ICO (sappiamo tutti cosa sia: sottospecie, sottopagata, delle Orchestre delle Fondazioni liricosinfoniche) ci ha detto che ogni anno si potrebbero liberare forse una cinquantina circa di posti, fra i 3500 orchestrali complessivi italiani. Lavorano nelle scuole? Innanzitutto cosa intende per scuole: Conservatori, scuole… Nei Conservatori, prima di una generazione, non ci saranno posti, anche perché con i chiari di luna che attraversiamo, potremo correre il rischio di una enorme contrazione delle iscrizioni.
Perciò sui Conservatori è meglio farci una croce sopra. Nelle altre scuole, forse qualcuno. E gli altri mille e passa? Fanno i concertisti? Non lo dica, Ministro, ci vien da ridere. Lavorano negli studi di registrazione? Sì, forse, una decina. Suonano a feste e matrimoni e pure ai funerali di quelli che hanno chiesto di compiere l’ultimo viaggio accompagnati dalla musica? Mettiamo una cinquantina, che si arrangiano in un modo o nell’altro? E gli altri ? Per gli altri, dica la verità, non sa cosa rispondere. Ecco tutti quegli altri ci interessano. I tremila nuovi diplomati ogni anno – meno il centinaio occupati –
senza speranza alcuna di trovar lavoro in Italia, perché della musica non frega a nessuno. Sì, proprio a nessuno. Vuole un esempio, di alcuni suoi vicini di casa? Veltroni e Marrazzo che finora assicuravano un contributo all’Orchestra Regionale del Lazio – alcune centinaia di migliaia di Euro – ora non danno neppure quelli (li hanno da spendere o li hanno forse già spesi nelle prossime Estati romane o nelle ‘opere in piazza’ – Veltroni ne ha annunciata una per il prossimo 21 aprile; chissà se ora salterà). Quanto ci costa quel bagno (per Veltroni) di folla? Molto di più di quanto dà all’Orchestra del Lazio che prima faceva una stagione ed ora sarà forse costretta a lavorare per metà anno o forse anche a chiudere i battenti. Vogliamo dimenticare la chiusura dell’Orchestra giovanile dell’Accademia di santa Cecilia, causata dal mancato finanziamento dell’allora sindaco Rutelli: quattrocento sporchi milioni, e dal disinteresse del grande compositore Luciano Berio?
Il triste è che non possiamo consolarci pensando ad un cambio di governo, eventuale, perché la Lega ad una sua orchestra non penserà mai, ed il centrodestra per la musica in genere non nutre affezione, nonostante gli esordi del suo capo e l’autentica passione musicale del suo più prossimo collaboratore.
Tuttavia non c’è posto per la rassegnazione.