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Carteggio tra Francesco Bellotto e Carlo Vitali

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Dollaro Massonico

pubblicato il 12.5.2007 sul blog “Sondriaggio”

http://www.musica-classica.it/forum/index.php?/topic/23756-sondriaggio-le-opinioni-su-mozart-dei-sigg-bianchini-e-trombetta-musicologi-sondriesi/ 

Francesco Bellotto ha scritto:

Ricordo dunque due faccenduole, che circa 15 anni fa avevano rivelato la solidità del loro metodo.

1) B&T hanno scambiato il Verter di Pucitta per un Verter (mai composto) di Mayr. Dopo lo sfondone hanno costruito teorie fantastoriche per camuffare il banale errore.
2) a seguito della pubblicazione del loro libro su Mayr, volendo ristabilire un po’ di verità storica, ho studiato le relazioni fra Mayr e massoneria. Allego il link al saggio, ormai vecchiotto, e al quale mi sembra che Carlo Vitali potrebbe aggiungere contributi bibliografici che allora non conoscevo.

http://www.francescobellotto.it/files/SAGGIO.pdf

Carlo Vitali risponde: 

Caro Bellotto, 

il Suo saggio, che già avevo consultato di sfuggita anni fa, fornisce indizi “gravi, precisi e concordanti” (cpp. art. 192 c. 2) in ordine al fatto che Mayr approfittò della nomina a maestro di cappella in Bergamo (1802) per pigliare le distanze dall’ingombrante tutela dell’Illuminato barone Thomas Franz de Bassus. Non già, come vaneggiano i Sondriesi, per attuare da “entrista” (vecchio  gergo del Komintern) il programma massimo degl’Illuminati: minare religione, famiglia e proprietà privata. In che modo poi? Scrivendo oratori e Messe… 

Come argomentano B&T la diabolica doppiezza di Mayr? Così: “Il Sisara di Giuseppe Maria Foppa e di Johann Simon Mayr, rappresentato a Venezia al Conservatorio di San Lazzaro dei Mendicanti nel 1793, è apparentemente un Oratorio o azione sacra, ma stravolge il senso biblico. Intanto si intitola Sisara e non Debora, perché esalta il personaggio cananeo Sisara, vincitore morale […]” 

Bufale spaziali. Nel libretto latino (che loro hanno pubblicato, ma forse non letto) Sisara è presentato fin dalla prima scena come un miles gloriosus, un perdente che sa solo imprecare alla sfortuna e si lascia ingannare da una donna. Se per farne un eroe positivo basta dargli il title role, allora erano Illuminati anche i preti-compositori Maurizio Cazzati (1667) e Luigi Conti (1710), nonché il poeta cesareo Apostolo Zeno (1719). Ci mostrino B&T in che modo quelle trattazioni del medesimo soggetto biblico differiscano ad esempio dalla Debbora [sic ] prophetissa di Galuppi, Venezia 1772. Non possono farlo. Cambiamenti di title role erano frequenti nell’antico repertorio operistico e oratoriale; si pensi all’oscillazione Tamerlano/ Bajazet per lo stesso libretto di Piovene musicato da Gasparini, Händel, Vivaldi ecc. Lo scopo era chiaramente di marketing. 

Tornando agli Illuminati, secondo B&T: “Goethe era affiliato col nome di Abaris, Mayr con quello di Aristotele”. Per Goethe esiste il riscontro, per Mayr no. Non per QUEL Mayr, ma per altri quattro sì: due preti, un ciambellano e un medico. Il nome segreto “Aristoteles” ricorre pure nelle liste, ma è associato a un monaco benedettino di Eichstätt. Come faccio a saperlo? Lo chiedano alla loro fonte, l’ufologo canadese Terry Melanson. Io ho la mia, ma è tedesca e a loro non piace. 

E per Mayr trovo esilarante il certificato di buona condotta rilasciatogli verso il 1830 dal barone-poliziotto Torresani Lanzenfeld, bestia nera per i liberali del Lombardo-Veneto: “aurea persona che, se appartenne a quella L.[oggia], non si mescolò mai in politici intrighi […]” (Bellotto, p. 181). 

Oltre a quello consiglierei – non a Lei, che non ne avrà bisogno – due recentissimi contributi di Dorothea Hoffman e Fabrizio Capitanio in Mayr e la didattica della musica, Bergamo, Fondazione Donizetti, 2016. Entrambi, come aveva fatto anche Lei, non prendono molto sul serio le pretese rivelazioni di B&T nel loro saggio del 2001. Ed entrambi, come Lei, sottolineano la differenza fra le logge della Massoneria mainstream e la setta deviata degl’Illuminati, quell’antica P2. Come pure che avere un Illuminato per amico o mecenate (stesso caso di Mozart con Ignaz von Born) non significa automaticamente essere adepti alla setta. La proprietà transitiva, come la chiama Lei, potrà valere in matematica; non altrettanto nei rapporti umani, per loro natura asimmetrici, fra un potente e un artista. 

Resta da capire come a suo tempo studiosi eminenti quali Alberto Basso e Quirino Principe abbiano avallato, rispettivamente con una breve prefazione e una recensione sul “Sole 24 ore”, i teoremi misteriosofici dei signori B&T, ivi compresa la bufalona del Verter. Tuttavia chi abbia praticato i suddetti generi letterari sa bene come limiti di tempo e di spazio non consentano sempre di approfondire l’analisi dei contenuti al di là di una fugace valutazione impressionistica.

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