Home Rubriche Enrico Votio del Refettiero DAL 5 x 1000 LA RADIOGRAFIA DEL RAPPORTO DELLE FONDAZIONI SINFONICHE CON...

DAL 5 x 1000 LA RADIOGRAFIA DEL RAPPORTO DELLE FONDAZIONI SINFONICHE CON IL LORO PUBBLICO

364
0

Enrico Votio Del Refettiero

Si fa spesso polemica sulla mancanza di trasparenza della gestione finanziaria da parte dello Stato e per una volta dobbiamo ricrederci: lo scorso 9 Aprile infatti sul sito dell’Agenzia delle Entrate è stato messo in linea l’elenco completo degli enti che beneficiano del 5 x 1000 assegnato dai contribuenti italiani per l’esercizio fiscale 2012. Si tratta di una lunghissima lista che comprende quasi 34’000 tra Fondazioni, Associazioni e Confraternite varie che si vedono attribuire quasi 265 milioni di Euro, con somme che vanno dagli oltre 10 milioni di Euro per Emergency ai 2,91 Euro che – non si può immaginare come – dovrebbero arrivare a rimpinguare le casse della Società Cooperativa “Giglio” di Napoli.

Tra esse troviamo – è una ricerca non facile alla quale abbiamo dedicato tempo e quel che resta della nostra vista – tutte le maggiori istituzioni musicali italiane, che si spartiscono oltre 450 mila Euro, (la Tabella PDF elaborata) certo una cifra che non cambia il loro destino ma alla quale si possono attribuire molti significati; e le sorprese non mancano. Va detto che la “classifica” dell’Agenzia delle Entrate è stilata per somme erogate ma in realtà il dato che a nostro avviso è più significativo individuare è quello del numero dei contribuenti che decidono di assegnare il loro 5 x 1000 alla fortunata istituzione; quale sia poi la loro “capacità” contributiva dipende da molti fattori, non ultima la ricchezza del territorio di riferimento e dei frequentatori abituali dei teatri d’opera italiani. Secondo questo criterio al primo posto – al numero 278 della classifica generale – si colloca saldamente il Teatro Regio di Torino, che spesso abbiamo lodato su questo blog per la trasparenza delle informazioni a disposizione del proprio pubblico e per l’accresciuto livello di produttività di questi ultimi anni: con 1699 contribuenti e la somma di oltre 77’000 Euro supera largamente tutte le altre Fondazioni Lirico-Sinfoniche. Prima del Teatro Regio di Torino si colloca solo – ma unicamente per l’importo ricevuto (oltre 93 mila Euro, totalizzato però con “soli” 1565 contribuenti) – l’Orchestra Verdi di Milano che è però un caso a parte sia per la storica precarietà della sua situazione finanziaria che per essere nata per così dire “dal basso”, quasi da un’esigenza del pubblico, che quindi da sempre la sostiene con maggior fedeltà e determinazione. Per trovare un’altra istituzione musicale bisogna scendere di oltre 300 posizioni e arriviamo così all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia che con 548 contribuenti arriva a totalizzare oltre 42 mila Euro. A poca distanza si “piazzano” il Teatro Comunale di Bologna e il Teatro Verdi di Trieste, con somme erogate di poco sopra e di poco sotto i 40 mila Euro, ma con la significativa cifra di oltre 1000 contribuenti che hanno scelto il secondo (su poco più di 200’000 abitanti costituiscono un numero significativo): un dato che certo fa piacere e dimostra quanto, pur tra le difficoltà derivate da un debito consolidato che supera i 20 milioni di Euro, il Teatro lirico triestino sia stato capace di mantenere un ottimo rapporto con un pubblico affezionato.

E qui viene la prima sorpresa, dato che il più famoso teatro lirico d’Italia, se non del mondo, raccoglie la misera cifra di 27 mila Euro e spicci, da soli 371 contribuenti: il che su una popolazione di oltre 2 milioni di persone – contando l’hinterland da dove proviene certo una parte significativa del suo pubblico – dovrebbe far fare ai vertici scaligeri un salto sulla seggiola… (Ma chi sono gli attuali vertici scaligeri? Dalle recenti e inquietanti vicende che li riguardano dobbiamo desumere che abbiano purtroppo al momento ben altre preoccupazioni). E cosa pensare dell’affezione che gli oltre 15 mila abbonati della Scala portano al loro teatro? Sotto la Scala e degradando di poco sopra i 26 mila Euro troviamo l’Arena di Verona (con ben 946 contribuenti) e il Teatro di San Carlo di Napoli (con 546). Facciamo un altro salto indietro per trovare il Maggio Musicale Fiorentino che con poco più di 18 mila Euro assegnati da 369 contribuenti non ha certo di che festeggiare: tra il finto teatro – l’Opera di Firenze – da poco inaugurato per la seconda volta (la prima volta fu a Dicembre 2011 per evitare una figuraccia al Presidente Napolitano che aveva promesso alla seconda capitale dell’Italia unita un nuovo teatro in occasione delle celebrazioni per il 150° anniversario dell’unità d’Italia) e destinato a richiudersi nuovamente per riaprirsi (definitivamente?) a Novembre prossimo, una voragine di debito che ancora non si capisce se sta sopra oppure sotto i 30 milioni di Euro, che però non impedisce al “rinato” Maggio Musicale Fiorentino di presentare nientemeno che la Filarmonica di Berlino e sborsare la bella cifra di 250 mila Euro per un solo concerto (alla faccia della coda dei creditori che se messi in fila arriverebbe probabilmente al casello di Firenze Certosa), il Commissario Bianchi dovrebbe forse dedicare qualche riflessione all’amore che i fiorentini riservano al loro teatro.

Meno sorprentedente il dato della Fenice di Venezia: 283 contribuenti e soli 14 mila Euro son certo pochini ma non dobbiamo dimenticare che Venezia è una città di 60’000 abitanti e che il Teatro ha meno di 1000 posti, sempre più spesso occupati da turisti che certo il 5 x 1000 non lo versano in Italia. E poi vanno aggiunti i 51 contribuenti che il loro 5 x 1000 lo hanno assegnato agli Amici della Fenice, altri 3’500 Euro che rendono meno mesto il piatto. Con il Petruzzelli di Bari e i suoi poco più di 200 contribuenti affezionati (che erogano poco più di 11 mila Euro) siamo vicini ai minimi della categoria che si toccano con il catastrofico dato del Teatro Massimo di Palermo: 99 contribuenti per meno di 5 mila Euro di contributi dal 5 x 1000. Insomma, nemmeno i dipendenti ci tengono al loro teatro, ed è tutto dire… Vi sorprenderete di non vedere nella lista il Teatro dell’Opera di Roma: io non l’ho trovato e sarà certo colpa dei miei occhi stanchi, a voi miei pazienti lettori chiedo di aiutarmi, soprattutto a vincere il terrore che in realtà il Teatro dell’Opera al 5 x 1000 nemmeno acceda. Una curiosità, che riguarda il Teatro Regio di Parma, tanto spesso all’onore delle cronache dal blogger Luigi Boschi: l’ho trovato alla 5303° posizione con 92 contribuenti e una somma di poco più di 7 mila Euro. Che anche i parmigiani si siano stufati? Peggio ha fatto il Piccolo Teatro di Milano, che con 64 adesioni e poco più di 3’000 Euro fa proprio vergogna. Povero Paolo Grassi, povero Strehler, lasciamoli riposare in pace!

 

Artist Management Company

Previous articleElezioni europee domenica 25 maggio: sedici liste in corsa, tre preferenze. Ecco le istruzioni per il voto valido
Next articleAssemblea Presidio e Volantinaggio dei dipendenti del Comune di Parma sotto i portici del grano