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Festival Verdi 2014: Non mancano i Buu tra gli applausi alla Forza del Destino in scena al Regio di Parma

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La Forza del Destino al regio di Parma ottobre 2014

La Forza del Destino alla recita del 19 0ttobre

In un festival dovrebbe esserci l’eccellenza di canto a livello mondiale e “la novità” almeno scenografica. Qualcosa che ne determini possibilmente l’unicum.

Scene regia costumi: spettacolo purtroppo già visto a Parma qualche anno fa. Un effetto buio dall’inizio alla fine; se il buio può essere tollerato nei primi 2 atti perché lo richiede il libretto nel 3 e nel 4 non è affatto così.
Infatti Melitone dice di buttare i mendicanti sotto il sole e di santificare la domenica come se restasse ancora molto della giornata festiva (invece in scena è notte fonda dall’inizio alla fine con balletti comprensibili, forse, solo a Poda)

Scelte registiche quanto mai discutibili: Melitone che dà da mangiare ai poveri senza nulla, lo stesso che deve scappare nella scena finale del 3 atto e che se ne va,invece, più che lentamente.

Preziosilla era abbigliata da signora dell’alta borghesia milanese, anziché da zingarella, in mezzo a soldati abbigliati più da preti che da soldati.

Pertusi (Padre guardiano) : ottima come sempre la linea di canto, buona la tessitura alta ma le note basse sono completamente vuote, nel duetto con Fra  Melitone ( De Candia) non vi era alcuna differenza nei colori delle due vocalità ( un basso e un baritono). Sembravano essere due “Fra Melitoni”.

Fra Melitone, interpretato da Roberto De Candia: molto bravo, il migliore del cast se teniamo presente sia l’aspetto vocale che quello interpretativo.

Roberto Aronica (Don Alvaro); voce splendida , ottimamente impostata con buona linea di canto ma il personaggio esce “monocorde”, non usa piani, pianissimi, mezze voci per cui emerge solo l’aspetto”eroico”e mai quello elegiaco e del canto dolce, basti pensare alla scena del ferimento nel duetto col baritono cantato tutto mezzo forte senza alcuna dolcezza (duetto “della barella” ….avvenuto senza barella)

Luca Salsi (Don Carlo di Vargas) : buona voce, corretto ma non oltre, non aiutato dalla pesantezza della direzione orchestrale

Virginia Tola: buona linea di canto, usa a differenza di Aronica tutti i colori dai pianissimi ai fortissimi, peccato che la voce in tessitura acuta sia cagionevole per un problema di tecnica : i suoni acuti sono”tirati” non gradevoli, vibrati ( li emette facendo vibrare la lingua) e di scarsissima potenza per cui nei pieni orchestrali in cui la vocalità di Leonora, che richiede un soprano lirico con bella “canna” nei centri e in alto, dovrebbe riempire il teatro e seguire i forti e i crescendo orchestrali, invece, non emerge per nulla.

Molto brava nel “Pace mio Dio”

Con un direttore più attento potrebbe dare maggiormente

Chiara Amarù (Preziosilla) : voce da mezzosoprano molto chiaro adatto a ruoli settecenteschi e rossiniani, molto lontana la sua vocalità dai colori del mezzosoprano verdiano, pertanto vocalmente totalmente fuori ruolo. Lo stesso Rataplan e’ stato cantato in modo corretto ma non oltre.

coro: molto bravo

direttore Jader Bignamini: è mancata le lettura filologica dell’opera, suoni troppo forti che spesso non si coordinano con le sonorità del palcoscenico, scarse dinamiche nei colori; non sempre l’orchestra era affiatata. Arcà, quale logica artistica, se c’è, vede Bignamini con insistenza in buca al Regio? Forse che non ve ne siano altri da presentare al pubblico parmigiano, magari anche indigeni non certo di minor valore?

Simon Lim (Il marchese di Calatrava, padre di Leonora): bravo

buone le altre parti, da segnalare tra gli applausi diversi “ bu, bu” per tutti i cantanti alla fine dell’opera.
Nel complesso uno spettacolo non da Festival, ma da recita, scarsa, di cartellone. (Parma, 19/10/2014)

Raffaele Viggiano

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